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Annina

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The podcast discusses the concept of "normality" and how it is subjective. It highlights the need to create inclusive environments for all individuals, rather than privileging those considered "normal." The article 3 of the Constitution is mentioned as a way to ensure social equality. It also suggests using modern technologies and aids to help people with disabilities. The invention of Braille and its use for blind individuals is explained. Embracing diversity is seen as an opportunity for growth and understanding. The negative effects of labeling and bullying, both in person and online, are discussed. The law against cyberbullying is mentioned, as well as the importance of awareness and prevention in schools. The podcast concludes by emphasizing the importance of unity and dialogue with others. Buongiorno a tutti, questo è il podcast delle Amiga! Dopo aver letto il brano Paolo e Dio, abbiamo ragionato sul significato della parola normalità. Quando il dizionario normale significa usuale, abituale, regolare, qualcosa di comune che ci aspettiamo di trovare negli altri e in noi stessi. Questa definizione però ci rimanda a dei criteri molto soggettivi legati al contesto, alla prospettiva e ai punti di vista. Abbiamo quindi compreso che la normalità è soggettiva, una cosa che per me può apparire normale può non esserlo per te e viceversa, quindi in realtà non esistono cose o persone considerate normali da tutti. A giorno d'oggi si predispongono ambienze e strutture per le persone considerate normali, che in genere rappresentano la maggioranza, trascurando invece la restante parte. Quindi per te Nina, come potremmo risolvere questo problema? Come dice il sociologo Bauman, bisognerebbe cercare di rendere l'ambiente circostante utile e anche alla portata di tutti. In questo modo riusciremo a rendere la parola normalità tale, senza dare maggiori privilegi alle persone considerate normali e magari trascurando gli altri, quindi dando a tutti gli stessi privilegi. Questa cosa però mi sembra averla già sentita. Abbiamo trattato questo argomento in classe nell'Ora di Diritto, parlando dei principi fondamentali della sostituzione. Infatti ne parla l'articolo 3 che tutela tutti i cittadini in modo da garantire parità sociale a tutti. L'articolo 3 infatti si impegna in modo particolare per garantire l'equilibrio sociale. Infatti, oltre a esprimere l'uguaglianza formale, spiega anche come fare per garantire quella sostanziale. In particolare, nell'articolo 3 si parla di far di tutto pur di essere liberi dal bisogno, quindi per non difendere da nessuno. Solo in questo modo si potrà essere veramente tutti uguali perché non si dovranno più accettare condizioni discriminanti. Quindi come possiamo aiutare le persone con difficoltà? In questo modo potrebbe essere ricorrendo alle tecnologie moderne e aiuti simili. Al giorno d'oggi si possono aiutare infatti in vario modo quasi tutte le persone con difficoltà. Per esempio, si dovrebbero garantire porte abbastanza grandi per poter passare con la sedia da pelle o alternative alle scale come ascensori e scivoli. Altri esempi, se no, possono essere insegnanti nelle scuole che parlino la LIS, ovvero la lingua dei segni, per le persone non oventi. O tecnologie all'avanguardia per aiutare le persone non vedenti, fornendo dispositivi che leggano il testo proiettato sul computer. Oppure strumenti braille per poter scrivere. Ma esattamente cos'è il braille? Braille è l'inventore che ha dato il nome a questo tipo di scrittura, che a causa di un incidente perse la vista. Questo però non fermò la sua curiosità e diede vita a una scrittura accessibile ai non vedenti, che tuttora la usano scrivendo tramite dattilo o su carta, imprimendo dei puntini sul foglio, mentre usano, grazie alle nuove tecnologie, la barra braille per scrivere e leggere i testi al pc. Quindi Nina, come viene vista la diversità al giorno d'oggi? Nella storia dell'uomo, la diversità è stata ed è sempre stata trattata con sospetto, ma è da questa che sono nate le maggiori innovazioni culturali e sociali, come abbiamo visto con Braille. Accettare la diversità non significa solo accettare che è diverso, ma anche vederlo come opportunità di crescita o come portatore di idee e valori che non conosciamo ancora, ma che possono arricchirci e aiutarci a comprendere meglio le dinamiche del mondo. È proprio attraverso la diversità e il rispetto di cavi che si arriva alla conoscenza. Diventare consapevoli ci porta a etichettare di meno le persone intorno a noi e anche a vedere gli ostacoli come opportunità. L'etichettamento, infatti detto anti-categorizzazione, è una teoria secondo la quale il pregiudizio è il risultato di come gli altri interpretano un determinato comportamento, così che gli individui etichettati come diversi spesso interiorizzano questo giudizio. La persona presa di mira a causa del giudizio al suo è in genere più debole mentalmente e non riesce quindi a rispondere in modo adeguato al bullo. Vari studi hanno dimostrato che quando ci si trova davanti un individuo diverso da sé a livello psicologico vengono attivati meccanismi simili a quelli che si verificano a livello biologico in seguito all'incontro di agenti estranei. Quindi il sistema immunitario protegge il corpo da eventuali agenti patogeni. Quindi che soluzione potremmo adottare secondo te? Essere a conoscenza di questo meccanismo psicologico può essere utile per gestire in modo positivo le relazioni umane, quindi la chiave di risoluzione deve essere l'incontro e il confronto con gli altri. L'ottimale convivenza tra le persone è sempre caratterizzata dall'equilibrio dei valori di tutti. Un'altra cosa che bisognerebbe imparare al giorno d'oggi è il mettersi in discussione con il diverso. Inoltre a scuola abbiamo trattato di ikanema, in campo psicologico. Costumi parla infatti del cosiddetto pensiero dentro, ossia del fatto di elaborare con lentezza le mie impressioni per comprenderle al meglio e per non inciampare nel nostro giudizio sulle altre. Spesso le persone cosiddette abnormali, credendosi superiori a quelle diverse da loro, pensano di avere il diritto di diminuirle o ceditarle. Questo avviene sia nella realtà che in rete. Il fenomeno che avviene di persone viene chiamato bullismo ed è una forma di comportamento violento e intenzionale, di caratteristica fisico-psicologico, che in genere è premeditato e ripetuto nel tempo, e può essere appunto una forza di violenza sia verbale che fisica o entrambi. Questo genere mira la deumanizzazione del soggetto preso di mira, quindi al fatto di privarlo dei normali sentimenti umani, fino a quasi ridurlo un oggetto. Inoltre il bullismo può essere anche effettuato in rete, e in questo caso viene detto cyberbullismo. Infatti è una cosa molto grave che addirittura può portare alla morte della vittima se in genere si sente indipeso di qualcosa. Il bullo mira infatti a sottolinearla, cercando di diminuire la figura altrui per apparire più importante. Tu Anna, che cosa sai a proposito del cyberbullismo? A proposito del cyberbullismo sappiamo che esiste una legge, ovvero la 71 del 29 maggio del 2017. Si tratta del primo strumento di legge che ha definito ed affrontato questo problema. Questa legge punta a favorire una maggiore consapevolezza tra i ragazzi dell'importanza di non assumere attestamenti persecutori col fine di prevenire questo fenomeno. Anche il ministro dell'istruzione è coinvolto, dovendo adottare delle linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo nelle scuole, avvalendosi della collaborazione della polizia postale. Grazie all'analisi che abbiamo svolto per realizzare questo progetto, abbiamo compreso l'importanza dell'unione e del confronto con gli prossimi. Ringraziamo per l'ascolto, un saluto dalle Annina!

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