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The Homo habilis, a new species of hominid, appeared about 2.5 million years ago in the savannah of Eastern Africa. Compared to the Australopithecus, it was taller, had a smaller jaw and a more developed brain, which allowed for better manual skills. Unlike its predecessors, the Homo habilis was capable of constructing simple objects and using tools. They lived in small nomadic groups, hunting in groups and gathering fruits and roots. Their ability to communicate was not as complex as ours, but they used simple sounds and gestures. Oggi, per la disciplina storia, parleremo di una nuova specie di hominide, l'Homo habilis, che significa abile nell'usare le mani. L'Homo habilis comparve circa due milioni e mezzo di anni fa nella savana dell'Africa orientale e, per un certo periodo di tempo, in effetti, visse negli stessi luoghi dell'Australopiteco, anche se, rispetto all'Australopiteco, l'Homo habilis era più alto, aveva una mandibola più piccola, cioè un mento più piccolo, e un cervello molto più sviluppato, che gli consentiva migliori capacità manuali, cioè di usare le mani. A differenza dei suoi predecessori, che effettivamente asserravano e usavano i sassi raccolti a terra, l'Homo habilis diventa capace di costruire dei semplici oggetti. Poteva battere tra loro due sassi sino a quando non si staccavano in una o più schegge. Con il lato più tagliente di questi strumenti, poteva scavare a terra per cercare radici di cui si nutriva, poteva tagliare le pelli e la carne degli animali. Questa particolare pietra tagliente da un lato solo prende il nome di chopper, di cui poi vedremo il disegno e le immagini. È in effetti l'Homo habilis considerato il primo esemplare del genere umano, proprio per queste capacità intenzionali di sviluppare semplici utensili che gli permettevano di vivere e di sopravvivere, e quindi gli storici fanno iniziare con lui, con questo ominide, il Paleolitico, che come sai significa età della pietra antica. L'Homo habilis viveva in piccoli gruppi ed era nomade, cioè significa che non stazionava sempre in uno stesso luogo, si spostava continuamente alla ricerca di cibo e di acqua. Quando il gruppo trovava una zona che poteva dargli questi due elementi fondamentali per sopravvivere, si fermava per un po' di tempo. Poteva dormire in caverne offerte dalla natura oppure all'interno di semplici ripari che si costruiva con rami e foglie. Sicuramente l'abilità di costruire semplicissimi utensili taglienti, quindi di lavorare le pietre battendole fra di loro, permise all'Homo habilis di scoprire la caccia, cioè la ricerca di cibo con intenzione. Gli uomini, quindi i maschi della specie dell'Homo habilis, si dedicavano alla caccia di gruppo. Il fatto di cacciare in gruppo, di organizzarsi, permetteva a loro di catturare prede molto più grosse rispetto agli australopitechi, che invece si civavano di insetti e di piccoli rettili. Aumentando chiaramente la quantità di carne ottenuta grazie alla caccia intenzionale, l'alimentazione di questo minide divenne molto più ricca. Le femmine della specie dell'Homo habilis, invece, si dedicavano alla cura dei figli e alla raccolta di frutti e di radici. I piccoli stavano prevalentemente con le femmine della specie e imparavano quindi a riconoscere, grazie alle madri, tutti quei frutti e quelle erbe commestibili. Commestibile significa che si poteva mangiare senza rischio di essere velenoso o tossico. Il fatto di vivere in piccolo gruppo favorì prime forme di comunicazione. Non possiamo pensare che l'Homo habilis parlasse come parliamo noi, che si esprimesse come noi ci esprimiamo, e che il linguaggio fosse così complesso, così articolato, così ricco di parole, ma sicuramente, sicuramente, anche l'Homo habilis comunicava con semplici suoni e gesti.