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In this information, the speaker discusses the concept of special relationships in the context of ego and self-identity. They explain that special relationships of love are traps set by the ego, as they make us believe they are pleasant and beautiful when in reality they are the same as relationships of hate. The speaker emphasizes the importance of letting go of ego and the cost of holding onto it. They also mention the two aspects of self-concept: the victim and the face of innocence. The purpose of the victim is to believe that others are responsible for our suffering, while the face of innocence masks the victim. The speaker explains that special relationships of hate and love are essentially the same thing in different forms. They briefly discuss the metaphysics of the Course and the illusion of separation. Cominciamo. Mi dispiace per Marina, ma a un certo punto interverrà. Allora, chiudiamo tutto. Perfetto. Allora, benvenuti. Non so bene se mettere le mani avanti o no. Le metterei. Non vi spaventate, perché questo è un seminario doloroso, un seminario... Sì. Perché qui poi leggeremo, credo subito, una frase del corso che dice questo è veramente l'ostacolo principale, questa ragione di resistenza che abbiamo a disfare il sistema sprechiero dell'ego. Sono le relazioni speciali d'amore, non sono le relazioni speciali d'odio. Le relazioni speciali d'odio sono orribili. Però lo vediamo tutti che sono orribili. Quindi l'intenzione di lasciarli andare c'è in tutti. Le relazioni speciali d'amore, invece, sono delle trappole soprastrine dell'ego che ci fa credere che sono gradibili, che sono belle. Noi non ci rendiamo conto che sono, invece, identiche a delle relazioni speciali d'odio. Per usare la tecnologia del corso, identiche nel contenuto è esattamente l'antiteti nella forma. Quindi noi li facciamo catturare da questa illusione, da questa manipolazione del figo. Cosa faremo in questi due giorni? Cerchiamo di andare a vivere questo trucco dell'ego. Non sarà divertente. Però, appunto, perché metto le mani avanti? Non per spaventare, ma per, anzi, il fatto contrario. Per dire, vivetelo con leggerezza, vivetelo in modo disteso, perché poco alla volta lo scioglieremo, lo disparemmo. Saremmo capaci di dispare questo sistema, il pensiero dell'ego, lo faremo poco alla volta. Non c'è niente di urgente. Cioè, noi saremo disponibili a lasciare andare l'ego nel momento in cui ci rendiamo veramente conto del costo e finché non vediamo il costo, va bene così, continuiamo a fare come abbiamo sempre fatto. Vedrete che a piccoli pensi riusciremo a lasciarlo andare. Quindi non fatevi prendere dall'ansia, dall'affatto, dal giudizio, sentendo le informazioni di questi due giorni. Allora, la prima cosa che facciamo è un veloce ripasso, perché dobbiamo raccontarci ai seminari precedenti, come avete notato, come avete visto, in realtà questa serie sulle relazioni, questi cinque seminari, è un unico seminario diviso in cinque puntate. Si potrebbe anche fare tutto di fine dieci giorni, ma il risultato non sarebbe buono, perché è bene che ci siano queste pause di ripensamento e di lavoro individuale, ok? Però effettivamente la relazione speciale d'amore senza quella d'odio è incomprensibile, quella d'odio senza le tripte è incomprensibile, eccetera, eccetera. E quindi adesso facciamo un breve riassunto, quindi vi chiedo subito il pdf sul riassunto dalla scheda numero 8. Ok, ripassiamo velocemente le tripte. Questa scheda ce l'avete tutti, quindi non dovete avere problemi, non credo che non dobbiamo finire con le trappole. Cosa sono le tripte? Sono gli strati, sono i concetti del Sè, questi tre veri, mentre c'ero scritto anche i due rossi, è la nostra vera identità, il nostro vero Sè di Cristo, anche se francamente non ci interessa tanto in questo lavoro, in questo lavoro noi andiamo a scavare nel concetto del Sè. Il concetto del Sè è formato da una doppia maschera costituita dalla faccia d'innocenza e dalla vittima, sono interconnesse, le possiamo anche comprendere come le due facce di una moneta. La moneta non può esistere senza le due facce, non c'è la faccia d'innocenza senza la vittima, non c'è la vittima senza la faccia d'innocenza, quindi il concetto del Sè, vedete la trappa, è l'insieme delle due, non è la prima o la seconda. Qual è lo scopo di questo concetto del Sè? Ripatiamolo velocemente, è duplice, ogni faccia, ogni cibici, ogni parte di questa moneta ha uno scopo diverso. Lo scopo della vittima, mi auguro che ve lo ricordiate, è la frase io sono quello che tu hai fatto di me e quando mi guardi sei condannato a causa di ciò che vedi. È un modo un po' bolloso, l'ho citato a memoria, voglio ritornarvi nella sezione prestudiata, vedete che la frase va uguale, un po' bolloso, ma perché ci sono tanti mecca significati. Il concetto più elementare è io sono la tua vittima e tu devi capirlo, porca vacca, il male che mi hai fatto, porca miseria. Questo è lo scopo della vittima, lo scopo della faccia d'innocenza è mascherare la vittima, scusate, mi faccio entrare Marina, scusate, perchè non mi hai tratto Luigi? Scusatemi, è Marguerite, mi chiedevi di interrogarmi, scusate. Oh, eccola lì, l'ho persa. Lascia un secondo che la facciamo entrare. Vedete che ho delle difficoltà. Vabbè, continuiamo. Quindi, allora, come dicevo, la faccia d'innocenza ha lo scopo di impedire allo stessi, a sé, alla mente, di coprire quello che sta facendo, ciò è che vuole essere una vittima. Non ci rendiamo conto di essere vittime, ma non ci rendiamo conto di fare le vittime, capite la differenza sostanziale? Quindi la faccia d'innocenza è quella. Oh, ciao Marina. Ecco, perfetto, rientravati. Abbiamo iniziato il ripasso, Marina, quindi non hai perso nulla di tremento. Ok, ci ho detto di andare a vedere in dettaglio, andiamo alla scheda successiva. Eccoli qui, i tre concetti del sé, poi quelli che a noi interessano sono questi due. Perché? Perché a noi più che non si deve vedere il concetto del sé, cioè le due facce sovrastanti, sono quelle che devono impedirci costantemente di vedere quello che stiamo facendo, l'odio. Interamente c'è il livello della minuscola qualità, non si deve mai vedere. Non si deve mai vedere l'odio che abbiamo verso Dio, verso gli altri, e il peggio del peggio, vi ricordate, il pirone, il peggiore dell'inferno, l'odio che abbiamo verso noi stessi. Perché se ci vedessero un conto, a un certo punto apriamo gli occhi, quindi la vittima nasconde il carnefice e, vediamo la scheda successiva, la faccia d'innocenza nasconde la vittima. Quindi noi tutto il tempo siamo sulla faccia d'innocenza, fino a che questa faccia d'innocenza non ti regge più, allora, scheda successiva, mattiamo le vittime e scompare la faccia di innocenza. Poi non ne possiamo più di fare le vittime, allora, scompare la faccia di innocenza. E siamo sempre qui. Ignorate Cristo, ignorate la mente amorevole, ignorate la mente corretta, ma ignorate anche il carnefice. Quindi tutto il tempo noi siamo su questi due concetti. Questo è l'unico concetto del sé che ha questi due aspetti. Andiamo a leggere una frase già letta per introdurre l'argomento delle relazioni. Lezione 35. Paragrafo 1. Paragrafo 2. Paragrafo 3. Paragrafo 4. Paragrafo 5. Paragrafo 6. Adesso ritorniamo, per piacere al PTS 11, grazie. Quindi andiamo alla scheda successiva. Eccola qui. La scheda successiva è di Amin. L'altra volta, questo era di Amin, sono inseminati sulle relazioni speciali d'odio. E vedete che c'è nel mondo dell'ego, chiaramente la realità e lo spirito santo sono spianiti perché sono divati ricordi. Ormai siamo tutti identificati con l'ego. Noi abbiamo queste. Il carnefice, praticamente, è negato a sua volta e esistono queste due identità. La sessima è la faccia d'innocenza che dall'origine ha due ambienti. Uso la parola che abbiamo preso tra le lezioni 35. Ci circondiamo di due ambienti diversi. E cosa sono questi due ambienti? La relazione speciale d'odio e la relazione speciale d'amore. Ora, la relazione speciale d'odio ha lo stesso scopo della vittima. Dimostrare che io sono la vittima del mondo. Questo è ciò che ha visto la volta scorsa. La relazione speciale d'amore è nascondere la vittima. E questo lo vedremo adesso. E si riesce molto molto molto bene finché dura. Quando non riesce più si trasforma in relazione speciale d'odio, ma questo è l'argomento che dobbiamo mettere oggi. Quindi, relazione speciale d'odio e relazione speciale d'amore di fatto sono la stessa cosa in una forma diversa. Ma è un caso che a volte il corso, leggete con attenzione i capitoli sulle relazioni, soprattutto 15, 16, 17, vedrete che a volte dice relazione speciale d'odio, a volte dice relazione speciale d'amore, a volte dice relazione speciale. Perché non c'è questa differenza? Oppure, vi ricordate che ve l'ho già detto, la mia anche è relazione non fatta. Perché non sa che ho una relazione speciale. Adesso non ci resta che parlare della relazione fatta, però, più o meno tutto è quasi finito, però andiamo un attimino a ripassare la metafisica in tre minuti, perché ci servirà. Questa è la metafisica che tutti avete fatto, quindi tutti dovreste ricordare delle linee essenziali. Quindi, in alto la parte verde corrisponde alla realtà. Poi, sembra essere avvenuta una minuscola idea, vi ricordo per la millesima volta, è un'illusione, non è mai avvenuta, ma per noi è avvenuta, quindi dobbiamo parlarne. Questa minuscola folle idea ha eliminato la consapevolezza del cielo, quello che il corso chiama conoscenza, la porta di mezzo. Dalla nostra consapevolezza, dalla realtà, si può eliminare il cielo, ma noi non sappiamo più che c'è. Questa è la prima separazione, la prima tesia. A questo punto, la mente si è trovata in uno stato di illusione. La mente che era stata creata da Dio, per sua scelta, si è trovata in uno stato di illusione. Questa è un'illusione tripartita, ego, decision maker, Spirito Santo. Non ve lo rispiego perché l'abbiamo spiegato per cento volte. Il decision maker è l'ex Cristo, che ormai si è ridotto a essere uno che deve scegliere tra due opzioni. Cosa sono queste due opzioni? L'ego è il nome che il corso dà alla credenza nella separazione. Lo Spirito Santo è il nome che il corso dà alla risposta alla credenza nella separazione. Sono due concetti, sono due pensieri. Noi possiamo, essendo così identificati col corpo, come siamo tutti quasi, possiamo anche immaginarci in una forma, ma è un escamotaggio per avvicinare, per comprendere le cose. Non sono delle forme né l'ego né lo Spirito Santo, sono dei pensieri. L'ego è un'idea, non è un fatto, dice una frase del capitolo quattro. Non è un signore, non è un'energia, non è un potere, è un pensiero. È un pensiero che naturalmente sceglie di credere e scegliendo di crederlo cancella la consapevolezza dello Spirito Santo come prima ha cancellato la consapevolezza di Dio. Questa è la seconda separazione, la seconda visita. A questo punto la mente è totalmente identificata con l'ego. Esorbono del sistema di pensiero dell'ego per caso corta paura alla famosa Trinità Rosalta dell'ego che è uno stato di orgoglio abbondante. Quindi l'ego deve inventare un piano. Questo è molto importante, comprendere il piano. Un piano che non chiama piano di salvezza, perché salva se stesso. E noi che siamo identificati con l'ego crediamo che sia un piano di salvezza, ma non è un piano di salvezza, è un piano di distruzione. In cosa consiste questo piano? Nell'ennesima separazione. Costituisce ad abici, perché questa l'abbiamo fatta più e più volte, quindi non è l'alimento, ma è la mente che si crede separata da Dio, l'identificata con l'ego, si pensa, si scende in due parti. B, che è la parte con cui si identifica, e C, che è la parte con cui non si identifica e che riserve per proiettare la colpa. Quindi la terza separazione è il meccanismo della terza identificazione. Naturalmente c'è anche una terza amnesia, quindi come nella prima amnesia la mente dimentica Dio, come nella seconda amnesia dimentica lo Spirito Santo, così nella terza amnesia si dimentica che è stata lei a fare questa decisione, B e C. Adesso è convinto che ci sia un obiettivo, che ci sia una regola fuori. Questo non risolve i problemi, perché il problema della colpa viene sostituito dal problema del vittimismo, sai che divertimento? L'unica soluzione è ritornare al cielo, chiaro, ma è una soluzione che la mente non ricorda più, perché ricordate le artesie, non ricorda più niente di niente. Quindi a questo punto lo capiremo bene oggi in questo ascolto, nella relazione speciale d'amore lo capiremo meglio. Perché la mente continua a ricorgersi a secco? Quando un po' di buon senso dici, ma perché? E' una domanda legittima esse della madre, ma perché in questa discesa la mente ha continuato a ricorgersi a secco? E la vedremo da sempre. Ok, quindi si rivolge per la quarta volta all'Eno, la terza volta all'Ego, e l'Ego cosa dice? Una separazione cina, ci sono sempre venute così bene, lo facciamo ancora una volta, e l'ultima è una separazione dell'età, perché è la separazione della mente. E poi dentro c'è il mondo dei frammenti, la massima del tempo, dello spazio, dell'energia, della materia, di tutto quello che possiamo, quello che noi chiamiamo il mondo. L'unica cosa di cui siamo consapevoli è il mondo nel quale, l'ambiente di cui ci circondiamo, no? Pensiamo ai 35, l'abbiamo appena letto. Noi siamo solo più consapevoli di questo, questa è la realtà. Cosa vuol dire? Vuol dire che noi diventiamo tutto nei tempi di questa dimensione. La scienza diventa tutto nei tempi di questa dimensione, la storia, tutte le discipline millenarie che l'uomo ha elaborato nella sua evoluzione, discipline novitissime, discipline eccellenti, con lei rappresentati in livello altissimo, ecco, tutte queste discipline servono semplicemente a cancellare l'esvenienza della vita. Dunque, fin fundo, voi mi potreste dire, no, ma stati senti, uomo sacrificio, Emma, di quale Dio stiamo parlando? Stiamo parlando di un Dio vero? O stiamo parlando di un Dio che l'ego ha inventato nel suo mondo dei corpi? La risposta è facile, è questa la seconda versione. È vero che normalmente Dio è quello che ha creato questo mondo, tutte le cosmopolie trovano un Dio che crea questo mondo, quindi non è vero Dio. E' una trappola sopraffina del seco per negare ulteriormente il contatto con la mente, perché se Dio è qui, e questa dimensione l'ha creata, allora anche Dio, anche l'assoluto, viene a far parte della pietra di cui ci circondiamo. Quindi non sappiamo più a chi riguarda o ci crede. Va bene, questa era la risposta. Mi auguro che non abbiate domande, perché se ci fermiamo adesso io mi sento male, pensando a tutto quello che dobbiamo fare, però c'è proprio una cosa fondamentale. Allora, sentite, adesso partiamo con la relazione speciale d'amore. Andiamo a vedere le dinamiche della relazione speciale d'amore, esattamente come nel seminario sulla relazione speciale d'oggi abbiamo visto quelle dinamiche, vi ricordate, la proiezione, la negazione, le circolazioni, le dimensioni catenelle della relazione speciale d'amore. Adesso vediamo quelle dinamiche della relazione speciale d'amore. Allora, caro Luigi, PDF caratteristiche numero 1, scheda numero 1. Ok, tanto per capire, partiamo dalla metafisica. Qui, oltre a Dio Cristo, scriviamo la parola amore, la parola chiave di questo seminario. Mettiamo poi, all'oscolato, l'idea che, vi ricordate, se in separazione da Dio sarà separazione dall'amore, prima separazione, prima amnesia. Cosa succede a questo punto? L'ego e la fedezza della separazione, non l'abbiamo scritto, ma abbiamo scritto delle caratteristiche tipiche tante delle relazioni, l'autonomia, l'individualità, la specialezza e il senso di fedezza. Cos'è lo spirito santo? L'ideazione e la risposta, ma anche il ricordo dell'amore. Lo spirito santo è l'avello di collegamento tra Dio e i Suoi figli separati, se Dio è amore, e il ricordo dell'amore è molto importante. Questo che abbiamo fatto la volta scorsa, non c'è l'amore in questo punto, è molto importante che voi vi portiate a casa questa cosa, ma c'è il ricordo dell'amore. Visto che l'ego ci propone una sua versione dell'amore che è penirante, allora ci sembra di essere condannati allo sfermo. No, no, non siamo condannati allo sfermo, anche qui possiamo fare l'esperienza del ricordo dell'amore, però solo chiedendo aiuto allo spirito santo. Andiamo a vedere la scheda successiva. Ok. Togliamo dal reparto lo spirito santo con la seconda separazione o il secondo arredì e a questo punto cosa succede? Cosa avremmo scritto qui nella relazione speciale d'odio? Peccato, colpa, paura. Vero? O forse avremmo scritto solo peccato o solo colpa. Però avremmo scritto quella cosa di cui ho cercato di farti fare esperienza nello scorso seminario, cioè quel senso di angoscia profonda. A un certo punto abbiamo fatto un esercizio in classe, io ti ho chiesto di ricordare una volta che avresti sentito un'angoscia molto profonda, l'abbiamo fatto due o tre volte fino a che ci siamo ricordati del fatto che questa angoscia aveva una cifra sempre uguale, era indipendente dal fatto esperto. Quello è quello che posso chiamare la colpa. Ora qui non partiamo dalla colpa, ma partiamo da un'altra parola, il principio di scassità. Perché? Perché la separazione dall'amore, la separazione da Dio, è separarsi da tutto, entrare per definizione in una condizione di mancanza, di carenza, di scassità. Come può apparire nella nostra esperienza? In modo un po' diverso dal senso di colpa. Perché? Perché l'ego fa capito, ricordate quella frase che cito spesso, l'ego è spesso in confusione, l'ego intorbida le angoie in modo che noi non vediamo che il problema è sempre lo stesso. La colpa pare come una cosa che morde dentro, la scassità è come un senso di ruoto, può apparire come mancanza e aggiungete voi quello che vi pare, compagnia, amore, affetto, amicizia, sostegno, aiuto. Ma, salute, ricchezze materiali, scarsa di energia, scarsa di forza interiore, inadeguatezza, incapacità, non essere a grandezza, non aver senso. Quindi qui abbiamo una gamma di possibilità, nessuno di noi è immune, capite? Ognuno poi se la gioca a modo suo, ognuno se la gioca. C'è chi magari non ha tutta la vita problemi economici, ma sempre carenze affettive, c'è chi non ha carenze affettive e ha carenze di salute, c'è chi non ha carenze di salute e carenze affettive, ma gli vede una verdaggio augurante, cioè non vale, non è mai all'altezza, non è capace, è inadeguato. Poi possiamo essere inadeguati agli altri, per esempio siamo dei geni, sul piano professionale, sul piano sentimentale di noi, dei nostri, per le volte che ci troviamo facciamo gli altri, o al contrario, capito? Guardate che dico, l'ego separa, separa, separa, separa, separa, è proprio il principio della mitosi, no? Di finta, di finta, di finta, di finta. Quindi uno può dire, no, ma io non ho senso di tariffa, io ho questo, questo, questo, questo, questo, questo, quell'altro, e poi vai in fondo e trovi invece che c'è un buco enorme, alla fine del libro il corso lo chiama il gap, che è una parola intraducibile, in italiano si traduce con spazio, vuoto, però secondo me anche in italiano, ma diciamo che il pronome si passa dall'ultimo, cioè di un vuoto, un vuoto di fondo. Io mi ricordo che per finire i trent'anni ero molto, molto, molto consapevole di questo vuoto, non avevo termini per definirlo e lo chiamavo il cubetto mancante, mi ero inventata questa espressione, no? Io ero una vita piuttosto brillante, con tanti successi, eccetera, eccetera, però io sapevo che c'era un cubetto mancante e non sapevo cos'era questo cubetto mancante. Ma mi affoscava enormemente, nel senso che uscevo una bella vita per tante di giorno e la notte vivevo questi incubi perché non riuscivo a cogliere questo cubetto mancante, che mi faceva pensare che tutta la mia vita era un fuoco di paglia, cioè eravamo, avete presente quei castelli di carte che un bel giorno cronano tutto perché manca la carta di base, perché non sono solidi? Quindi io lo sperimentavo un po' così, però, e questo lo dovete andare poi a vedere, questo fa parte della vostra pagina, vi permetto di ricordarvi che stiamo parlando non della mente di ognuno di noi, ma della mente collettiva, che ognuno di noi poi interpreta in una forma diversa. Quindi è sicuro che questo principio di scassolità c'è anche in voi, come se in me, tutti coloro che hanno un ego hanno la colpa che dà poi origine alla realtà della specialità, la scassolità che poi dà origine alla realtà della specialità, altrimenti non sarei qui. A parte la mente di ognuno di noi, cioè di avvertendo, di insegnanti, di insegnanti, di coloro che assumono un corpo, hanno dato più ego, ma non so se poi c'è più una specialità di ognuno, chiaramente. Ok, la scassolità. Allora, andiamo a leggere un brano, come sempre, difficile da trovare, cioè la prefazione, perché non ha i numeri, dobbiamo fare il conto. Andiamo nella prefazione, andiamo nella terza parte, cosa dice? Ok, e qui dobbiamo contare il paragrafo 6. Ecco, bellissimo, iniziamo nel mercato, ok? Adesso andiamo nel mercato 3. Carla? Ecco qui, il nostro senso di inadeguatezza, debolezza ed incongruenza. Ok, ce l'hai a singolare tu. Eh, l'avevamo corretto, Patrizia, grazie. Ah, sì, perché forse è così nell'originale. Patrizia, dai, vai a parte. Non si senti di inadeguatezza, debolezza ed incompetenza, vengono dall'altro lato. Sì, singolare, singolare. Vengono dal nostro corpo investimento nel principio di scassolità che governa l'intero mondo dell'illusione. Ok, mettiamoci qui. Qui lo dice molto chiaramente. Il principio di scassolità, lo potete chiamare mancanza, carezza, insomma, come in Italia, governa l'intero mondo dell'illusione. È un argomento che il Consiglio soffronta subito, soffronta nel capitolo 1, lo soffronta prima della colpa. Tendetevi conto di questo? Che fa colpa, potremmo dire, che è un grande tema, no, del tempo. No, la scassità lo soffronta prima, capitolo 1, quarta sezione. Paragrafo 3. Ok, partiamo dalla frase 3. Carla è un esempio della credenza nella scassità dalla quale può derivare solo dell'errore. La verità è sempre importante. Coloro che percepiscono e riconoscono di aver tutto non hanno alcuna necessità. Lo scopo dell'escezione è di ripetitare tutto, o meglio, ripetitare la sua consapevolezza. E' stato fatto tutto quando è stato creato, proprio come tutti gli altri. Non male. Ritorniamo un pochino. Chiediti se ce la fai a tenere questo, Luigi, perché poi ci ritorniamo, ma andiamo sul PDF. Stavamo leggendo. Vediamo la scheda successiva. Eccola lì. La risposta dello Spirito Santo al principio di scassità è la posanza. L'abbiamo appena letto. Però attenzione, non ci sta la posanza. L'abbiamo appena letto, adesso andiamo a rileggere. La riprisina è la nostra consapevolezza. Cosa vuol dire? Vuol dire che noi ricordiamo nuovamente, facciamo di nuovo esperienza, che quella boldanza che letto ha tolto di mezzo. La boldanza, noi, adesso io non ci ho pensato di fare questa cosa, ma andava scritta. Lei mi diceva, Dio, Cristo, amore, tu. Però devo ricordare che mi ha scritto tutto tante volte, quindi tutto, non manca niente, tutto. No? Il senso di tutto. Escludendo da noi, dice, noi precipitiamo nello stato di scassità. Lo Spirito Santo risponde, dice, ma che cavolo dici? Non ci ricordi che hai tutto? Se noi accettiamo l'espiazione, accettiamo la boldanza. Se non accettiamo l'espiazione, ah, ahimè. Rimaniamo nello stato di scassità. Mi ritorni a vedere per piacere questa sfida. Sia gentile, Carla, le leggerò ancora una volta. La verità che si è trasbondante. No, prima, prima, prima, tra le tre, faremo all'inizio la credenza nella scassità, dalla quale può derivare solo l'errore. L'errore, tra l'altro, non so se me l'avete detto nel corso, è sempre sinonimo di ego. Allora, la parola errore potete cambiarlo tranquillamente con la parola ego. La verità è sempre a sostanze. Coloro che percibiscono e riconoscono di avere tutto non hanno alcun tipo di necessità. Lo scopo dell'espiazione è di ripristinare tutto, o meglio, ripristinarlo alla sua possibilità. Vedete? L'espiazione è quello che ripristina la boldanza. Non c'è altro modo di ripristinare la boldanza. E noi vedremo adesso che questo lo facciamo in tutti gli altri modi. C'è stato dato tutto quando si è stato creato, proprio come a tutti gli altri. Ok, andiamo adesso al canto della preghiera. No, bravissimo. Canto della preghiera. La prima sezione. La prima parte, cioè la preghiera. Poi la prima sezione. Ok. No. Sei. No. Vedete? Ecco, no. Tre di sette. Vieni di ricevere ciò che è già dato. Di accettare ciò che già è. Il secondo passo del perdono, che è la richiesta allo Spirito Santo, è la richiesta dell'espiazione, cioè la richiesta di ricevere ciò che già abbiamo, cioè quell'abbondanza, che è il vostro diritto di nascita. Perché siamo stati creati il Dio. Allora, andiamo di nuovo al testo, al capitolo 22. Prima sezione. Para 1, frase 6. E ti chiedi da dove emergono il tuo strano disagio, il tuo senso di essere scommesso e la tua paura ossessiva di non avere significato. Ecco, queste sono tre forme che assume la scassità. Non identificate necessariamente la scassità con, a me semplici, questo tifico errore di un agent. Non è questo. La scassità è la mancanza di Dio, che può assumere moltissime forme. Paperoni, paperoni. Smetto. Era il pieno principio di scassità, però certo si mancavano i dobroni. Allora, ritorniamo al nostro testo. Allora, cosa faremo? Che lavoro faremo? Tanto che ormai abbiamo fatto la vita fisica bene, almeno una volta, e l'abbiamo rivista in alcuni seminari successivi. Io adesso ho deciso di fare un seminario, l'abbiamo rivista in alcuni seminari successivi. Io adesso ho deciso di mettere in simultanea la seconda e la quarta separazione, sapendo che voi ci arrivate da fuori, voi capite com'è sorta la quarta separazione, semplicemente per farvi vedere il parallelo di come i principi della mente sbagliata appariono nel mondo della stigmatazione. Quindi andiamo alla chieda successiva. Eccola qui, perché spero che vi sia successo a spiegarti. Per tutto questo lavoro noi vedremo il principio nel mondo dell'ego, la risposta dello Spirito Santo e il problema nella vita di tutti i giorni. Quindi andiamo, allarghiamo la parte inferiore. Il senso della scarsità è il problema che noi vediamo, abitualmente, completamente dimentici di, uno, che il problema non sia nel mondo né nella mente, due, che nella mente ci sono risposte. Ma questa scarsità assume una forma, ripeto, scarsità di denaro, scarsità di salute, scarsità di amicizia, eccetera, che noi non leghiamo più a Dio. O, di cui l'ego è veramente un grande stronzone, lo possiamo legare al Dio dell'ego, quello che ha creato il mondo. E quindi andiamo da quel Dio lì a dirci Dio ridammi la salute, Dio ridammi farmi trovare lavoro, Dio farmi trovare l'uomo della mia vita, una donna della mia vita, capito? E come va quel Dio lì a rispondere che non c'è? Quando noi prendiamo Dio e Dio non risponde, state sicuri che abbiamo pregato il Dio dell'ego? Questo è già l'immagine, cerca e troverai. Eh, ma dove cerchi? Cerchi dal vero Dio o dal falso Dio? Cerchi dal falso Dio e trovi niente, perché la massima dell'ego cercava di non trovare. Questo è un problema di tutti, tutti, tutti, tutti. Quello è a un certo punto della propria vita è stato grazie alla maglietta, della fama, no? Che preghiare Dio e Dio non riceve la risposta. Eh, ma quale Dio preghiamo? È come dire io ho telefonato, ho telefonato, ho telefonato, ho telefonato a mia madre tutto il giorno ma non mi rispondo mai. Eh, ma ho sbagliato il numero. Eh, ma ho un'altra persona, hai capito? Se non risponde, mai ce l'ha con me. Anche poi cominciamo, e ce l'ha con me. Non mi vuole rispondere. Ha perso il telefono. No, ci costruiamo sopra a dirci Dio. Il problema è molto semplice, abbiamo fatto un numero sbagliato. Quindi, il senso di scarsità non si origina nel mondo. Il senso di scarsità si origina nella mente. E il mondo prende una forma. Irriconoscibile, perché il problema è la scarsità di Dio. La forma che prende è la scarsità dei dobroni. Capite? O scarsità di intelligenza, o scarsità di... abbiamo anche i componenti caratteristici. Tutti abbiamo il senso di inadeguatezza in qualcosa, no? Uno si sente poco intelligente, l'altro un po' furbo, l'altro un po' beso, l'altro un po' scavato. Uno riesce a capire le situazioni, l'altro un po' informato. E' sempre il senso di scarsità che prende mese e mese di forme diverse, che noi risolviamo sempre con lo sbagliato. Benissimo, adesso torniamo alla mente. Vediamo la sede successiva. Devi ingrandire, purtroppo, ogni volta. Ok. Il secondo atto di questo senso di scarsità è il senso del bisogno. E' facile da capire. Adesso andiamo a reggere i riferimenti, ma non ci vuole tanto. Se mi manca qualcosa, ho bisogno di risolvere questo problema. Se non ho la salute, ho bisogno di una medicina. Se non ho il denaro, ho bisogno di un lavoro per fare il denaro. Oppure ho bisogno di una cassaforte da smaricare. Se non ho amici, ho bisogno di conoscere qualcuno. Se non sono abbastanza intelligenti, ho bisogno di qualcuno intelligente che prenda le decisioni per me. Andiamo al capitolo 1, sesta sezione. Paragrafo 1. Partiamo dalla frase 6. Prima della separazione, che è il significato della caduta, non mancava niente. Ok, e quindi siamo ritornati alla scarsità, no? Cioè non mancava niente. C'era tutto prima della separazione. I bisogni non esistevano fatto. I bisogni scatoliscono solo quando deprimi te stesso. Quindi, meraviglioso, i bisogni scatoliscono non quando ti manca qualcosa, ma quando tu decidi che ti manca qualcosa. Per esempio, se tu deprimi te stesso i bisogni. Ricordatevi che il corso è scritto a decision maker, quindi quando dice deprimi te stesso parla di io, eh? Non parla di noi che ci storiamo negli oggetti. Perché non è sempre così. A volte siamo responsabili delle nostre finanze disastrose, a volte invece siamo incappati in una situazione, e questo è un momento storico, capite? Questa è una crisi globale che non dipende da noi né molto. Quindi, qui non dice i bisogni scatoliscono quando mancano delle cose e allora hai bisogno di quelle cose. No, quando tu deprimi te stesso. Quindi, i bisogni scatoliscono quando tu ti primi del senso della condanna, cioè quando ti primi di Dio. Tu facisci in base all'ordine particolare di bisogni che stabilisci. Questo, a sua volta, dipende dalla tua percezione di ciò che sei. Guardate che è la stessa cosa che abbiamo detto in partenza. I circondi dell'ambiente che vuoi. Vi ricordate che vi ho detto come la frase, come il ripasso? L'ordine di bisogni dipende dalla percezione di ciò che sei, dall'immagine che ti sei fatto di te stesso. Se tu ti consideri Dio, avrai bisogno di cartesi. Se tu ti percepisci faccia d'innocenza, hai bisogno di compagni che condividono. Simile a te, vi ricordate la frase che la faccia d'innocenza ha bisogno di compagni. Avevamo detto che sarebbe Cristo. Quindi, a seconda dell'identità che stabilisco per me stessa, io ho i bisogni legati a quella identità. Poi, questi bisogni non sono così astratti come io dico di Dio, no? Faccio d'innocenza e dico come dice il Corso. No! Nel mondo delle disillusioni diventano ordini di bisogni. Ordini di bisogni vuol dire dipendi di bisogni, vuol dire gerarchie di bisogni. Sono le famose gerarchie di disillusioni. Quanti bisogni abbiamo ognuno di noi? Migliaia! A cominciare c'è il bisogno di respirare, di mangiare, di dormire, di bere. C'è i bisogni non fisiologici elementari. E poi, tutti noi abbiamo una quantità di bisogni inannarrabili, capito? Quindi non abbiamo più, non ci percepiamo più con quei due bisogni primordiali, primari. Ci percepiamo ormai con degli ordini di bisogni. Procediamo! Paragraf 2. Il senso di separazione da Dio è l'unica mancanza che è realmente bisogno di corsa e leva. Meraviglioso! Abbiamo una sola mancanza. E questo l'ha già detto prima, no? La separazione da Dio. Abbiamo il solo bisogno. Correggere questa mancanza. Eccola qui la risposta dell'Onspirito Santo. L'Ego ci dice che abbiamo un bisogno e poi... Stabilisce l'ordine dei bisogni. L'Onspirito Santo dice, ma quale bisogno? Non c'è questo bisogno. Tu sei ancora uno con Dio. Quindi, è l'unica mancanza che ho bisogno. Proprio usa le parole in controllo. Geniale, no? Hai bisogno di correggere. Notate anche il verbo. Correggere. Un'idea da correggere. Non è l'unico bisogno che hai bisogno di soddisfare. O di colmare. O di riempire. Come se fosse una cosa da fare. No. È una cosa, idea da correggere. Fatti due. Questo senso di separazione non sarebbe mai solto se tu non avessi distrutto la tua percezione della verità e non avessi così percepito delle mancanze per te stessa. Guarda. La mancanza di Dio, la mancanza del tutto, la mancanza dell'amore, la mancanza dell'innocenza, la mancanza del valore, la mancanza della conoscenza. Non abbiamo percepito queste mancanze perché non abbiamo distrutto la verità. E questo senso di separazione non sarebbe mai solto. Tre. L'idea dell'ordine di bisogni è piaciuta perché, avendo fatto questo errore fondamentale, tu avresti già frammentato te stesso i livelli con bisogni differenti. No. E vedete che diventa incontemporaneo anche con i tuoi piani. Sul piano della mente abbiamo bisogno di separazione e di tensione. Abbiamo bisogno, perché diventiamo più grandi di Dio, sul piano del mondo questo diventa l'ordine di bisogni. Dentro la frammentazione è fatto questo errore fondamentale, allora l'ego propone la frammentazione che diventa frammentare i bisogni di te. Andiamo di nuovo nel piacere. Mi dai la pagina grossa di nuovo? Per piacere? Ok. Quindi abbiamo scritto bisogno nella mente. Fai la scelta successiva. Bisogno di Dio è la risposta che mi dà lo Spirito Santo e l'ego fa una controrisposta. Qual è? Ordine di bisogni diversi. Sapete? Qual è il gioco? Quindi il principio di scarsità riceve una risposta, ma noi abbiamo cancellato lo Spirito Santo dalla nostra consapevolezza, per cui risordiamo come questi bisogni dentro il mondo che risolvano, lo metto tra virgolette, risolvano questo problema. Se la risoluzione è ricordarci di Dio, questo è l'unico bisogno che abbiamo, i bisogni del mondo che verranno risolti con le tecniche mondane non risolveranno mai niente. Senti, andiamo ancora un attimo al punto di risolvere questo problema. Senti, andiamo ancora un attimo al testo che stavamo leggendo. Perfetto. Allora, rileghi un attimo la frase. Ah sì, ritardi da un po', va, così rileggiamo tutto e poi andiamo ancora avanti. Il senso di separazione da Dio è l'unica mancanza che è realmente bisogno di correggere. Questo senso di separazione non sarebbe mai risolto se tu non avessi distorto la tua percezione della verità, se non avessi tutti percepito delle mancanze del tuo senso. L'idea dell'ordine di bisogni è scattita perché, avendo fatto questo errore fondamentale, tu avresti già trammentato il senso di livelli con bisogni differenti. Man mano che gli integri diventino propri dei tuoi bisogni, le conseguenze diventano possibili. Ok? Allora, integri è una parola che lo usiamo da pochissimi anni, praticamente solo all'inizio. Dopo l'inizio dicevamo perdono. Ogni volta che noi perdoniamo, riconosciamo l'unità fra Dio e un'altra persona. Quindi, l'altra persona non è più quella che soddisfa il tuo bisogno. Perdonando un altro, allora mi rendo conto che non avevo quel bisogno di Dio. L'unico bisogno era di Dio. Quindi, man mano che perdono, io divento uno, cioè integro gli altri. E i bisogni di conseguenza vengono integrati. Cioè, riconosco, man mano che perdono, riconosco che io non ce l'ho tutti questi bisogni, io ne ho un po' solo. Alla fine, bisogno di significanti, porta valutazione significante, poi di conseguenza non c'è nessa ricompensazione. E questo di preannuncio ha la soluzione di preannuncio come tutti gli altri bisogni. Quindi non preoccuparti. Perché a me si dice questo? Non di preoccupare, perché, chiaramente, se noi calcoliamo tutti i bisogni che abbiamo nella vita di tutti i giorni, ci sembra irrisorbibile questa storia. Cioè, diciamo, ma io posso dire che Dio è con me, Dio è con me, ma se non paga l'abbito chi trova gli amici che stancano, chi mi ridava da tutte, capito? Cioè, non mi risorte niente e lui dice non di preoccuparmi, perché continuando a farlo tu vedrai un cambiamento sostanziale dentro la tua mente, un vero e proprio salto di qualità che toglierà le importanze del mondo e ti farà focalizzare neppure più sull'unico bisogno che hai che è il programma di crescita. Ok? Ritorniamo al nostro PDS. Rimaniamo sull'ego. Abbiamo visto che il problema di partenza è la scarsità, la forma e la separazione da Dio prende questo criminale della relazione e la geneti della relazione speciale d'amore. Il stress di separazione da Dio prende la forma della scarsità e la scarsità genera un bisogno. Bisogno di cosa? Bisogno di cosa? Lo vediamo nell'antica successiva. Bisogno di completamento. Questa è una parola importantissima nel corso. Vi anticipo che da ora ho una lezione che dovete proprio studiare a memoria per l'ultima volta che è il capitolo 6 e la quinta sezione è la scelta del completamento. Adesso qui la leggiamo un pochino un po' per queste due giorni ma poi ve la dovete proprio leggere con estrema attenzione. Dato che il bisogno nella mente non possiamo vedere che non è scritto nel mondo e nella mente il bisogno è uno solo il bisogno di Dio ma il prego ve lo dice che è lo Spirito nato che mi svela il mistero il prego genera solo dentro di me questo senso di bisogno non conosciuto allora questo unico bisogno necessita il completamento dentro un vuoto che deve essere completato. Naturalmente qual è la risposta dello Spirito Santo? Ah, dico scusate di notare anche un pezzo allargami sì, sì allargami ecco, mi ho dimenticato di notare quella sì, no la scheda successiva ecco allargami questo il bisogno di completamento come lo risolve l'ego con la terza separazione? La terza separazione è la fissione di A in P e C come l'avevamo vista nella relazione speciale d'odio? P è l'innocente e C è il colpevole il cattivone e a questo punto l'affettiva fa dimenticare che A ha già fatto tutto questo e C sembra essere oggettivo ed autonomo Nella relazione speciale d'amore le circostanze sono diverse C è il sé bisognoso il sé carente il completo bisognoso e P queste due e C è il sé che completa e soddisfa il bisogno cioè l'ego deve inventare questo arterico se ha bisogno di completamento Capite il meccanismo? Come nella relazione speciale d'odio l'ego ha bisogno di inventare un carnetice virtuale se non ti senti vittima così nella relazione speciale d'amore l'ego ha bisogno di inventare qualcuno che completi se no è come facciamo a dire che raggiungo questo completamento che risolvo questo senso di vuoto quindi c'è un sé bisognoso diverso da un altro sé che lo completa qui sta iniziando la genesi della relazione speciale primaria discordate che le relazioni sono due questa primaria con Dio e quelle secondarie nel mondo dell'unione quindi la genesi della relazione primaria con Dio perché Dio viene messo in sé Dio è quel sé che completa però è un falso Dio è Dio che si è inventato l'ego lo Spirito Santo mi dice che il vero Dio mi completerebbe è finita se noi chiediamo aiuto allo Spirito Santo ci completiamo col vero Dio e l'ego scompare di nulla allora l'ego ci deve proporre questo falso Dio col quale completarsi vediamo una scheda in cui lo spiega è una situazione in cui lo spiega capitolo 16 quinta sessione questo 16 quinto è proprio la scelta in favore del completamento questo che vi dicevo è molto importante che voi eseguate partiamo dalla stanza 15 per l'ego per l'ego il completamento sta nel trionfimo è l'intenzione della vittoria di il trionfimo ok e approfittiamo per vedere questa parola trionfo che compare abbastanza nelle lezioni dei capitoli delle lezioni di Giacomo e che consume sempre per per definire questo senso grandiosità che noi abbiamo quando siamo in stato apoteco e accettiamo le sue pratiche questo trionfo è veramente orribile per la parola trionfo perché è fare qualcosa di corretto nel conto un po' come specializzo è una parola veramente orribile perché trionfo significa tutte le volte in cui noi abbiamo questo senso di trionfo per esempio noi possiamo avere un senso di trionfo nei confronti dei nostri fratelli non nei confronti del trionfo del competitor sportivo il trionfo di chi vince una competizione artistica no cioè in qualunque tipo di competizione significa qualunque cosa wow ho vinto no questo senso di trionfo in realtà è molto meno nobile di quanto sempre perché c'è sempre il paragone il paragone ego non c'è niente ma dietro questo trionfo sugli altri c'è la vittoria su Dio e questo e questo è la libertà decisiva del senso perché niente rimane mentre sempre con l'ego entra questa versione dell'ego è quella dell'aspettato del senso è quella che regola il senso dell'aspettato ritorniamo ok quindi questa la costruzione della terza relazione della terza separazione cioè la costruzione di B e C un se virtuale inesistente totalmente inventato che l'ego si inventa per poter completare il bisogno interiore è un trionfo su Dio perché Dio non è solo Dio non è solo Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio Dio