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Tutti abbiamo a che fare con le relazioni, ma non tutti siamo disposti a cogliere la saggezza e l’evoluzione che ci offrono. Generalmente chiediamo alle relazioni tutto fuorché ciò che realmente sono pronte a dare: la libertà.
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Tutti abbiamo a che fare con le relazioni, ma non tutti siamo disposti a cogliere la saggezza e l’evoluzione che ci offrono. Generalmente chiediamo alle relazioni tutto fuorché ciò che realmente sono pronte a dare: la libertà.
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Tutti abbiamo a che fare con le relazioni, ma non tutti siamo disposti a cogliere la saggezza e l’evoluzione che ci offrono. Generalmente chiediamo alle relazioni tutto fuorché ciò che realmente sono pronte a dare: la libertà.
In this podcast, Elena Dragotto discusses the importance of relationships and freedom. She explains that relationships serve as teachers and offer opportunities for personal growth and self-discovery. She emphasizes that true freedom in relationships comes from letting go of expectations and judgments. Elena also highlights the transformative power of relationships and how they can help us integrate different aspects of ourselves. She encourages listeners to approach relationships with a mindset of learning and surrender, as this can lead to spiritual growth. Ciao, sono Elena Dragotto, benvenuta, benvenuto. Se oggi sei qui, vuol dire che stai scegliendo di guardare la tua vita con altri occhi e con altri obiettivi. In questi podcast ti propongo di guardare la tua quotidianità come un insegnante che ti accompagna benevolmente in un percorso evolutivo verso la scoperta della tua vera essenza di essere umano. In ogni episodio rispondo alle domande più comuni sulla crescita personale e sulle relazioni con se stessi e con gli altri, accompagnandoti in un percorso che, in tanti modi diversi, stiamo percorrendo insieme. Buon ascolto! Buonasera a tutti e a tutti, di nuovo ben ritrovati. Dopo una pausa di circa un mesetto siamo di nuovo qui insieme a Elena Dragotto per le interviste Il tempo del distante, riflessioni ondive che ispirazioni sparse. Elena è dottore in psicologia, formatrice e counsel supervisor. Si è formata in dinamica dei sei voice dialogue con i creatori del metodo psicoterapeuti Alessio Drosson. Il voice dialogue è un approccio spirituale, efficace e ispirato. Elena è tra le poche in Italia e in Spagna ad insegnarlo ad altri professionisti della relazione d'aiuto e ad utilizzarlo anche nelle conduzioni di gruppi di crescita personale. Affascinata inoltre dalla realtà energetica, Elena si è formata e ha studiato le postulazioni familiari, la passione e la musicosofia, che è l'ascolto cosciente della musica classica che spesso affianca sia le formazioni che la conduzione dei gruppi. Il tema di stasera è bello importante, bello carico, relazione e libertà. Tu Elena scrivevi che generalmente chiediamo alle relazioni tutto, purtroppo è ciò che realmente le relazioni stesse sono pronte a dare, cioè la libertà. Volevo chiederti, partendo con le domande, cos'è questo tutto che chiediamo e quando parli di libertà che cosa intendi? Bene, intanto buonasera a tutti, a tutte, a chi è in diretta, a chi ci seguirà poi con la registrazione e con il podcast. Sì, ho scelto per le prossime interviste di indagare in maniera più approfondita sul tema della relazione, delle relazioni e l'approccio è quello della dinamica dei sé e quindi un po' ci avverremo di questi concetti per questa sera, nello specifico, per vedere appunto che cosa veramente ci offre una relazione, che cosa noi invece chiediamo ad una relazione che spesso non ci può dare perché non è il suo obiettivo, perché ecco già intanto sembra che sto parlando di una persona, che io stia parlando di una persona. Effettivamente la relazione è un'entità, diciamo, che noi possiamo trasformare facendo la scelta veramente in un'insegnante, quindi l'obiettivo, gli obiettivi della relazione hanno a che fare con questo perché la relazione è un'insegnante, non è altro, veramente, tutto il resto no, tutto il resto no e vedremo cos'è il tutto il resto e perché parlo di libertà, quindi non sto, non voglio affrontare l'argomento nei termini di sto in relazione, mi sento libero, voglio essere libero, relazioni aperte, relazioni chiuse, no no, per libertà ecco io lo vedo più come sinonimo di amore, quindi relazioni e amore, la libertà è quello che ci offre l'amore, la libertà ci offre la gioia e quindi attraverso la relazione è possibile andare verso questa direzione, quindi è una libertà che non ha a che fare con la relazione, non è la relazione aperta, non intendo questo, ma è quella libertà ad esempio da pregiudizi, da aspettative, da quello che chiedo erroneamente all'altro, da quello che l'altro ci aspetta da me, da quello che io mi aspetto da me, che mi aspetto dall'altro, che mi aspetto dalla relazione, perché noi chiediamo alla relazione una sorta di salvezza e altre cose che vedremo che proprio non, che la relazione non ci può dare, infatti noi constatiamo con sempre più frequenza che le relazioni terminano, che non durano nel tempo, ma perché c'è un equivoco, cioè gli chiediamo, chiediamo alle relazioni, chiediamo loro qualcosa che non ci possono dare e quindi finiscono, insistiamo su qualcosa che la relazione non è, come dire, non è programmata per fare, non è quello, non è, è ben altro, è ben altro appunto e possiamo vedere, questa sera vedremo, sia un livello diciamo psicologico che ha a che fare con la personalità e anche l'aspetto spirituale che è quello più importante, più consono alla relazione, più adeguato a quello che può offrire la relazione, quindi ecco è un po' questo l'argomento, questi sono un po' i punti che vorrei sviluppare questa sera con voi. Bene, partiamo allora, magari potrebbe essere interessante partire da livello psicologico perché è quello un po' più prossimo e più semplice per certi versi. Certo, allora, intanto da subito noi possiamo dare questo ruolo alla relazione, perché la relazione, il ruolo di insegnante, insegnante. Alessi Draston hanno scritto due libri molto interessanti sulle relazioni, uno ha il titolo di Tu e io, incontro scontro nelle relazioni e l'altro è la coppia viva, che è più specifico sulle relazioni di coppia. E qui loro immediatamente parlano di questo, del fatto che la relazione è il terzo presente nella coppia, o nella coppia diciamo di partner, oppure una coppia di amici, una coppia di colleghi, perché qualsiasi relazione porta il suo contributo ed è insegnante. Ma com'è che la posso considerare come insegnante? Perché tutto quello che accade nella relazione posso, posso utilizzarlo, posso scegliere di utilizzarlo per la mia evoluzione personale, per la mia crescita, perché è quello che mi porta la relazione, è quello che mi mostra la relazione, è quello con cui mi confronta la relazione, è quello che mi rispecchia l'altro nella relazione. Quindi ci sono strumenti e la dinamica dei sé offre questi strumenti per leggere quello che sta accadendo. L'esempio più semplice è che possiamo immediatamente mettere in atto, che quindi potete utilizzare da questo momento per l'eternità e oltre, è quello di quando in una relazione, qui parliamo di una relazione di amicizia o d'amore, cosiddetta d'amore, l'altro mi rimanda a qualcosa che non mi piace. Allora qui abbiamo subito una scelta, subito, immediatamente, e questa scelta viene presentata a ogni piesso spinto in qualsiasi relazione. Allora, pensare che l'altro sia sbagliato debba essere cambiato e che io sia nel giusto e che sono vittima dell'altro, del suo comportamento, e che non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, quindi questa è una strada vittimistica di vivere la relazione, dove l'unica soluzione è, probabilmente, cambiare persona, a meno che l'altro non cambi. Ma sappiamo che tante buone intenzioni si sono infrante su questa ipotesi, che l'altro potesse cambiare, ma soprattutto che era l'altro a dover cambiare e noi eravamo a posto così, questa è la grande illusione. Questa è una strada. L'altra strada è scegliere la relazione come insegnante. Ok, cosa sta succedendo qui? Cosa mi sta indicando questa situazione? Bene, secondo la dinamica dei Sé, mi sta indicando che sono di fronte a una parte di me, rappresentata, proiettata su questa persona, che io non accolgo in me stessa. Quindi il suggerimento della dinamica dei Sé, ma dell'esistenza stessa, perché me lo mette lì, lì di fronte, è quello di accogliere in me questa parte, di integrarla in me questa parte, che mi sta arrivando attraverso l'altro. Perché l'esistenza è benevola, l'esistenza tifa per la libertà e per l'amore, è la più grande supporter di questo. Quindi tifa per la libertà e per l'amore e quindi attraverso la relazione, come insegnante, mi mostra di che cosa ho bisogno in quel momento nella mia vita. Quindi di integrare quella parte che in questo momento sto giudicando in primisi in me e che vedo rispecchiata nell'altro. Ma possiamo quindi dire che in qualche modo la relazione come terzo ha un potere quasi alchemico trasformativo? Possiamo dirlo? Sì, certo Laura, assolutamente. Ma siamo noi a scegliere di dargli questa funzione. La relazione ce la offre. Ogni piesso spinto, ogni istante, qualsiasi tipo di relazione, ci offre questo potere alchemico. Ma se noi prendiamo l'altra strada, quella del vittimismo, non potremo mai usufruire di questa offerta e quindi le relazioni si susseguiranno ai noi, tutte uguali, tutte tristi, finiranno malezzi. Una tragedia. Perché siamo di coccio, si dice a Roma? Cioè perché non vogliamo capire, non vogliamo arrenderci a questa realtà che è al di là di noi, che è che l'esistenza è una costante lezione spirituale da apprendere. Punto. Non c'è altro. E quindi non c'è altro nella relazione. La relazione ha solo questo scopo di insegnare e quindi noi, come esseri umani, abbiamo il libero arbitrio e quindi possiamo scegliere. Di fronte a questa situazione di dolore, anche di ferita, di sofferenza, cosa scelgo? Di entrare nella vittima e pensare che ormai non si trovano più i partner che c'erano una volta, che una volta le relazioni, io non trovo mai la persona giusta, ma cosa avrò fatto? E come mai la vicina invece è innamorata? E qui andremo avanti tutta l'intervista perché ognuno di noi conosce questi pensieri così vittimistici. Oppure mi rimbocco le maniche e mi dico, ok, cosa mi si sta offrendo qui? Quindi cosa ho bisogno di imparare di me? Cosa ho bisogno di integrare in me? Di fronte a cosa ho bisogno di arrendermi e quindi accettare questa lezione, questo insegnamento? E quindi questo ha una doppia, diciamo, un doppio valore perché, come già potete sentire, non è soltanto un valore psicologico, ma è un valore spirituale. Perché spirituale? Perché mi arrendo, quindi la resa è uno dei più alti valori spirituali. L'approccio della dinamica dei sé è un approccio definito da Hall e Siderastone, gli ideatori, un approccio psicospirituale. Psicologico perché vado a vedere cosa ha a che fare con la mia personalità, con le mie dinamiche interiori, quello che mi sta accadendo. Spirituale perché tutto questo mi aiuta a fluire con l'esistenza che vuole per me, apprendimenti di lezioni spirituali che mi riportano verso casa. Quindi questo è il valore della relazione. Invece noi come la trattiamo? Vi rendete conto della portata che può avere la relazione qualunque? Quella di coppia è la migliore, nel senso, è quella che offre più opportunità, perché è molto vicina, molto intima. Sì, l'altra volta parlavamo proprio di quasi di un acceleratore del processi personali, proprio per questa vicinanza e questa quotidianità e costanza. Quotidianità, costanza, cioè lì non ci si libera facilmente dell'altro, a meno che non vogliamo finire in cronaca. In alcuni momenti il rischio c'è nella cronaca nera, però prima di sferrare la coltellata fermatevi, pensate a questa intervista e pensate che c'è un'altra possibilità, che è quella di apprendere da questa situazione così estrema, così antipatica, così dolorosa, così che ci ferisce, che ci rivolta. Bene, lì c'è una lezione per noi, che è offerta per la grande amorevolezza dell'esistenza. Quindi accennavo a cosa in realtà chiediamo noi alla relazione, cioè è come se, veramente è come se offendessimo la relazione con quello che noi chiediamo, come se andassimo davanti a un saggio e gli chiedessimo di metterci due zorlette di zucchero nel tè. Ma come ci permettiamo di fare una richiesta del genere, quando potremmo fare la domanda delle domande e ricevere la risposta delle risposte, e invece ce la giochiamo così? Per favore ho bisogno, mi passi lo zucchero per cortesia che lo metto nel tè. Ecco, e quando è che noi chiediamo lo zucchero da mettere nel tè, invece che facciamo fare la domanda delle domande alla relazione? Quando gli chiediamo, quando le chiediamo di darci la felicità, di darci un senso alla vita, di darci la sensazione di non essere soli, la sensazione di condividere, di darci la famiglia, di darci dei figli, di darci, di salvarci. Questa è l'unica richiesta che sta sotto tutto questo elenco, questo non significa che non dobbiamo più fare una famiglia, sposarci e avere dei figli, ma non illuderci che questa sia il dono della relazione, quello vero. E continuando a chiedere solo questo, vedete come vanno a finire le relazioni. Nella maggior parte dei casi si interrompono. Allora non sto neanche parlando che se noi lavoriamo costantemente con la relazione, la relazione in cui ci troviamo ci sarà per sempre, non è questo, ma perlomeno nella sua, se dovesse interrompersi, noi la lezione l'abbiamo appresa e quindi la prossima relazione non porterà lo stesso tema, ma ci farà continuare. Invece riflettete un momento sulle vostre relazioni. Quante volte si sono ripresentate uguali, quante volte sono terminate allo stesso punto, con la stessa problematica? Ma questo non è sadismo da parte dell'esistenza, è semplicemente appunto, come dicevo prima, siamo di coccio e non apprendiamo la lezione. E quindi siccome quella lezione ha bisogno di essere appresa, evidentemente, l'esistenza ce la ripropone, con grande fiducia, con grande rilassatezza, perché comunque quella lezione prima o poi la prenderemo. Ecco questa è la buona notizia. Quella lezione, se è una lezione da apprendere, prima o poi la prenderemo. Ma che ruolo ha, in qualche modo ovviamente ce l'ha, però la vulnerabilità nelle relazioni, la vulnerabilità quella molto più ampia, sappiamo quello che c'è sotto, però che ruolo ha, ha maggior ragione in questo? Intanto uno dei ruoli, quello meno, come dire, meno consono, è proprio di chiedere all'altro di farci sentire meno vulnerabili. Quindi l'immagine orripilante è quella di prendere il nostro bambino interiore, la nostra bambina interiore, metterla sulle ginocchia dell'altro e dirgli, in questo contratto silenzioso, ma che tutti facciamo, ora occupatene tu. Ok? E questo crolla, cioè questo è un peso che la relazione non sostiene, perché non è il suo. Quindi la vulnerabilità ha un ruolo importante. Importante perché può appesantire una relazione e quindi farla esaurire dalla stanchezza, non ce la fa a sostenere questo. E l'altro ruolo è quello che sicuramente, andando avanti nella relazione, sempre più sale questo timore di perdere l'altro. E allora è importante prendersi cura di questo timore, perché i nostri bambini vulnerabili che entrano in una relazione sono una delle nostre parti più importanti, uno dei nostri sé più importanti, ha bisogno di certezze, di sicurezze, ma non è nella relazione che le può trovare. Non la posso chiedere alla relazione questo, cioè all'altro, alla presenza dell'altro. Non è l'altro che mi può garantire queste cose. È impossibile, è impossibile, perché l'altro se ne può andare per qualsiasi motivo, qualsiasi motivo. Può andarsene improvvisamente, può andarsene nel tempo, per qualsiasi motivo. E quindi noi, non occupandoci di queste nostre parti vulnerabili, costantemente rinnoviamo questa delusione, questa ferita che è ben più antica di quanto possiamo immaginare, perché non ha a che fare con la separazione, diciamo, mondana, ma con una separazione divina, cioè da Dio. Quindi si aprono delle porte, delle voraggini enormi, per cui non possiamo chiedere alla relazione questo, ma quello che si sicuramente può fare è aiutarci a renderci conto di queste trappole, del bisogno che alcune parti di noi hanno di noi, che noi non ci abbandoniamo, che noi le teniamo per mano, che noi gli diamo questa sicurezza, questo calore, questo accudimento, senza proiettarlo sull'altro, ma veramente riappropriandocene noi. E questo garantisce alla relazione tutte le sue potenzialità che non sono quelle di fare l'educatrice di asilo nido. Non è questo la relazione, non lo è. Non è veramente torniamo allo zucchero, mi passi la zuccheriera per il mio tè. No, veramente non è rispettoso, è proprio una mancanza di rispetto totale per quello che veramente la relazione può offrire. La prendiamo in giro, non saprei neanche come altro dire. Ci prendiamo in giro noi, prendiamo in giro l'altro, prendiamo in giro l'esistenza. Ma come ci permettiamo di fare richieste di questo tipo a una relazione? La relazione è quello che ci porta alla saggezza, appunto, ci porta a questa libertà. La libertà è proprio quello di poter essere, di non avere, appunto come si diceva, non avere aspettative, non essere legati dai bisogni, non essere legati dal bisogno. Infatti, in questo seminario che avrà luogo adesso, i primi di maggio, il titolo è proprio questo, dal bisogno alla saggezza, la via delle relazioni, che è la via più importante, più proficua, piena di doni, piena di... ma veramente? E quindi quello che voglio proprio, spero che sia chiaro, smettiamola di chiedere alle relazioni di fare o da educatrice di asilo nido, oppure da, di fronte al saggio, passami per favore la zuccheriera, oppure come quando Parsifal vede passare il Graal e non domanda, e non ferma il tutto, ma lo lascia andare via. Ecco, ogni volta noi perdiamo l'occasione, per carità, si ripresenta perché... L'universo persiste in questo, se non hai imparato qui, lo imparerai poi. Certo, quindi tranquilli, non esiste l'ultima spiaggia, non vi raccontate la storia, dovevamo stare insieme per tutta la vita, perché io rispondo sempre, se così fosse stato, stareste ancora insieme, quindi evidentemente non è così, non era lui, lei, l'anima gemella, perché se no sarebbe lì, quindi non ci raccontiamo questo, andiamo per favore, andiamo al sodo della faccenda, smettiamola di cincischiare nella relazione, prendiamola seriamente, ma in questo senso, non nel senso di fedeltà, nel senso di matrimoni, di codi, contratti, che, vorrò ripetere, possono assolutamente esserci, ma non è quella la serietà, non è quella la profondità, non è quella la saggezza che la relazione offre, quelli sono contorni, che possono esserci o non esserci, ma è il rispetto per la relazione che è importante, perché ha dei doni da offrirci, quindi rispettiamola, anziché trattarla senza rispetto, davvero, non mi vengono altre parole. Grazie Elena, grazie mille. Dicevi appunto che i prossimi appuntamenti che riguardano appunto il bisogno della saggezza, dal bisogno alla saggezza delle relazioni, quali sono i prossimi appuntamenti, se ce ne vuoi ricordare, i prossimi seminari. Allora, questo vi invito assolutamente, perché faremo proprio questo escursus da un insegnante, diciamo, più con un aspetto psicologico, se così possiamo, per intenderci, e faremo questo viaggio verso questa saggezza, quindi un aspetto più spirituale che porta la relazione, che ci permette la relazione. Le date sono il 4 e il 5 maggio e l'8 e il 9 giugno. Trovate le informazioni sul mio sito www.elenadragotto.com, oppure potete scrivere a info-elenadragotto.com. Altro appuntamento, questo è nella versione estiva, il Just Stay. Il Just Stay in montagna, in Val Germanasca, una settimana tra lavoro, crescita personale e vacanza, perché si lavora la mattina dalle 9 e mezza al 1 e mezza e poi il pomeriggio. Si gode della meraviglia delle Alpi, ci sono le Alpi lì in Val Germanasca, siamo in Piemonte, siamo a Perrero e vi prendete anche il fresco, quindi in piena calura, lì si sta freschi. Ricordaci Elena le date del Just Stay? Sì, dal 29 luglio al 3 agosto. Poi sto preparando anche un altro seminario che vi invito a cogliere al volo, perché non ce ne sono di questi seminari in giro, si fa in questa occasione ma chissà quando lo rifarò, ed è sulla dimensione istintuale, la dimensione istintuale dal 25 al 29 settembre. Quindi c'è molta offerta ed è un'offerta anche peculiare, che va a toccare argomenti specifici, a parte il Just Stay che invece è sottotitolato flash mob di consapevolezza, quindi non si sa mai quello che viene fuori, ed è questa la sua bellezza e la sua potenza, perché poi ognuno si ritrova a fare il suo processo, ed è questo incredibile e meraviglioso. Queste sono le prossime offerte, trovate tutto sul sito www.elenadragotto.com. Perfetto Elena, allora prima di passare alla domanda di rito finale, ricordiamo il prossimo appuntamento della prossima intervista che avverberà l'8 maggio e contrariamente a quanto necessariamente è previsto, perché il 1 maggio è festa, quindi 8 maggio segnatelo tutti, titolo dell'intervista dinamiche di relazione e sessualità. Quindi continuiamo ad approfondire le tematiche che riguardano la relazione, però veramente vi invito a partecipare al corso sulle relazioni, perché tutti soffriamo per le relazioni, ma nessuno ci vuole mettere mano veramente, cioè nella direzione giusta, che non è quella del cambiare partner oppure non essere fortunati, non è questo, veramente si può fare molto molto di più. Quindi la domanda che ho già fatto in un'altra intervista, però ritengo che sia una domanda che vale anche in questo caso, cosa sto chiedendo io alla relazione? Sto rispettando la saggezza della relazione, qualunque sia, con i figli, con il partner, col vicino di casa, con i miei genitori, con i miei fratelli, con il collega, sto rispettando, nel senso che ci siamo detti, quindi non rispetto l'altro, ma rispetto questo ruolo della relazione, oppure lo tratto come passami la zuccheriera che mi metto un po' di zucchero nel tè. Grazie, grazie mille di nuovo Elena, grazie ancora a tutti, a tutti coloro che ci hanno seguito anche questa sera e ci vediamo l'8 maggio. All'8 maggio, grazie a tutti, adios!