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Alessandra, also known as Magella, has been a part of the Fintv community since 2010 and has written 452 reviews and 104 playlists. She has a wide range of cinematic tastes, from Italian genre films to French noir, from comedy to American horror. Alessandra's passion for cinema began when her father took her to the movies every Sunday afternoon. She grew up watching a variety of films and genres, which inspired her love for cinema. She believes that watching a film in a traditional cinema is a magical and passionate experience. However, she acknowledges that many cinemas are closing down and more people are opting to watch films at home on streaming platforms. Despite this, Alessandra still values the experience of going to the cinema and enjoys discussing and critiquing films with fellow moviegoers. She believes that the cinema is a special place where she can fully immerse herself in a film. Buongiorno a tutti gli ascoltatori del podcast F4Fintv, io sono Elia e ho l'immenso onore e piacere di avere qui oggi assieme a me una delle firme storiche di Fintv, Alessandra, dagli utenti della community meglio conosciuta come Magella. Ciao Alessandra! Ciao, ciao a tutti! Prima di presentare meglio Alessandra ai nostri ascoltatori e prima di proseguire con la nostra intervista, io direi di far partire dalla nostra consueta sigla. Alessandra fa parte della community di Fintv dalla prima del 2010 ed è da più di dieci anni quindi che ci regala recensioni con tributi preziosi e ricchi di interesse. Mi sono segnato un po' di dati. In questi quattordici anni di attività è scritto ben 452 recensioni e 104 playlist e è dato addirittura 1062 voti, cifra davvero notevole. Se ci si dà un'occhiata alle tue recensioni, che consiglio a tutti di recuperare, e ai tuoi voti, si può notare quanto tu abbia dei gusti cinematografici davvero variegati, passi senza problema dal cinema di genere italiano, fulci, argento, variegato poi come vedremo in seguito in assoluto uno dei tuoi registi preferiti, a cloche a brole ai noir francesi, dalla commedia all'italiano degli anni 50 e 60, ai noir americani degli anni 40, dagli horror di serie B alle ultime uscite nelle sale cinematografiche. La prima domanda che vorrei farti è questa, come è nata la tua passione per il cinema, ma soprattutto, cosa ha rappresentato il cinema nella tua vita e per la tua generazione? Oddio Eliana, sai che pensi di elencare così tutto quello che ho fatto sul sito e tutto quello che ho visto? Mi fa un po' effetto perché io i numeri non li ho mai controllati e i titoli dei film e tutti i generi dei film, a me piace praticamente quasi tutto il cinema e tutto il genere dei film, quindi sentimi un po' elencare tutti questi numeri, ma fate un po' anche. Dunque, la mia passione per il cinema è nata da piccolina perché mio babbo mi portava al cinema tutte le domeniche pomeriggio più o meno e con lui ho visto i primi western che mi ricordo che poi ci giocavo quando tornavo a casa, quindi ho iniziato così, andando al cinema la domenica pomeriggio col babbo e se col babbo andavo al cinema con la mamma guardavo poi il film alla televisione, quindi col babbo guardavo tutti i film un po' più maschili appunto, western oppure anche quelli di guerra, ero la sua compagnia per questi tipi e con la mamma al pomeriggio si guardavano invece i film con Amedeo Nazzari o appunto i film quelli americani con Gregory Peck, oppure i film di Totò, quindi veramente il cinema mi sembra di aver visto nella mia vita sempre almeno un film al giorno, un po' di tutti i tipi e poi il bello era che io vedevo un film e poi ci giocavo e quindi per esempio uno dei film che mi ricordo che andai a vedere col babbo quando ero piccina è stato Il piccolo grande uomo di Astor Penn e con quello ci ho giocato per anni credo, l'ho rifatto in mille versioni con i soldatini, con le barbie, con gli animaletti, quindi veramente per me il cinema è stato sempre una fonte di ispirazione pazzesca, da lì è nata la mia passione per il cinema, poi crescendo e guardando tanta televisione, quando ero piccola io, sono degli anni 70, quando ero piccola io c'erano tante tv private, locale così, passavano tanti film di serie B e quindi tanti or, tanti gialli, tanti noir e quella è stata proprio la mia scuola, perché io quelli mi servavano a vedermeli di nascosto, mi impaurivo tantissimo, per esempio c'è qualche film che ti ha terrorizzato in particolare? C'è un film di Mario Bava che è Il castello di Norimberga, devo dire Il castello di Norimberga, mi pare proprio che il titolo sia questo e questo proprio mi ha terrorizzato tantissimo, era veramente piccola, questo veramente mi ha veramente impaurito tanto e poi ti posso dire, passavano dei film che ora non ripasserebbero mai, tipo Dracula di Giosfranco, oppure mi viene in mente questa Tutti gialli all'italiana, quelli sempre di Mario Bava, di Lucio Fulci, Quella casa accanto al cimitero e poi per esempio La casa dalle finestre che ridono di Tutti avate, un film che alla televisione passavano in continuazione, è stato anche un po' il segreto del suo successo, sono film che impaurivano tantissimo, tantissimo e poi Il mio amore per Dagger James perché è stato il film che, proprio quelli super proibiti che io vivi a 14 anni e profondo rosso la prima volta e è nato subito l'amore, perché ho capito che quello era proprio il fin della paura assolutamente, quello che proprio mi ha condizionato tanto, ha aperto dei codici narrativi in quel senso proprio della paura, del terrore, delle cose però un pochino più profonde e quindi da lì è nata tutta una scuola per me, da lì ho voluto capire tutto, ma ho aperto anche la scuola verso il cinema americano perché da ragazzina il cinema americano horror era un pochino più così lontano dalle mie corde, però uscendo da Dagger James ho mi ha insegnato anche ad amare, incuriosirmi sul film horror americano, ecco per dirti tutto è nato andando a cinema col babbo comunque da piccina. Hai parlato di cinema, è di sicuro una delle esperienze più belle, preziose, emozionanti, significative, concordare con me per un appassionato di cinema è proprio quella di assistere alla visione di una pellicola davanti al grande schermo di una sala cinematografica, un'esperienza davvero magica e ricca di passione per ogni cinefi lo direi, per questo la seconda domanda che vorrei farti è che rapporto hai avuto con la sala e poi è cambiato qualcosa del tuo rapporto con la sala nel corso degli anni? Beh assolutamente per me la sala cinematografica è la chiesa, è il luogo sacro dove andare a vedere il film, questo assolutamente e io sono un po' legata alla vecchia sala cinematografica, quindi che molti sale tutte queste innovazioni tecnologiche, per me sono sì belle, curiose, però non è che mi spingono ad andare di più al cinema, forse questa è una cosa più legata ai giovani che magari sono abituati a vedersi i film a casa, su un computer, su uno schermo di un computer, addirittura sul cellulare, invece per me vedere un film vuol dire andare al cinema, ma nella sala cinematografica, quella classica, oltretutto io ho avuto la fortuna per tanti anni di abitare in un paesino dove nella casa del popolo del mio paese c'era anche la sala cinematografica di quelle proprio vecchie, dove hanno passato dei film che non passavano magari in nessun'altra parte della Toscana e arrivava qui nel mio circolo Arci, quindi ho avuto questa fortuna di poterla frequentare per tantissimi anni, addirittura per un periodo sono stata anche attiva nella sua vita, per esempio ho avuto l'opportunità perché facevo, ero nella biglietteria, ho fatto funzionare anche la macchina cinematografica, quella tecnologica, però poi ho racchiuso, quindi purtroppo ora siamo senza cinema nel mio paese, se voglio andare a vedere un film interessante mi tocca fare delle volte anche 30-40 chilometri da casa mia, però se ne vale la pena bisogna farli, per dirti, io sono una che assolutamente frequenta le sale cinematografiche, quando il film merita, certamente non ci vado per vedere una comediola da poco, quello no, però se ne vale la pena faccio anche 30-40 chilometri per vedere il mio film che merita. Assolutamente, hai ragione, molti cinema stanno anche chiudendo, ti dico anche, io adesso vivo in Spagna, nel paesino in cui vivo io, se era l'unico cinema l'hanno chiuso e se voglio andare al cinema devo fare molti chilometri e mezz'ora, io poi non ho la macchina. Dico la verità, a parte il costo del biglietto che può essere comunque anche impegnativo per alcuni, penso alle famiglie che vogliono andare a passare un pomeriggio al cinema, insomma inizia a costare un po' e quindi uno fa anche un po' una cernita, ed è anche più facile pensare di guardare il film a casa, in streaming, con queste piattaforme che ce ne sono tantissime, è più comodo quello che ti pare. Io sono legata appunto perché ci sono un po' cresciuta, per me ha proprio un senso affettivo, se te mi dici un titolo di un film e io mi ricordo dove sono andata a vederlo, con chi ero, in che periodo ero e quindi a cosa ero legata in quel momento, ed è bello, e poi andare in una sala cinematografica implica anche un certo tipo di rapporto proprio col film, del tuo stato d'animo, cioè vai dentro, devi stare in silenzio, c'è il buio, non si dovrebbe mangiare, a casa inizia a suonarsi il telefono, ti iniziano, ti inizia ad alzare per andare in bagno, devi andare a mangiare, ti vai a cambiare, sospendi, lo riprendi il giorno dopo, e non è il modo adatto per vedere un film importante, ti ripeto, quando magari sei in una sala cinematografica e vuoi vedere un film, non è il modo adatto per vedere un film importante, ti ripeto, quando magari tanti film possono passare tranquillamente per le piattaforme, anzi io le uso e ho guardato tantissimi film che altrimenti non avrei potuto vedere perché magari da me non sono arrivati oppure non li hanno proprio mai distribuiti, però ecco, se posso, assolutamente vado al cinema e pago il mio biglietto bella contenta, e anzi, quando il film non mi è piaciuto, mi piace anche molto criticarlo e magari col vicino di poltrona che non conosco, mi è successo tantissime volte, anche di litigare delle volte, quindi io sono poi una molto che le prende a cuore queste cose, sono un po' anche femmina, mi calca subito l'anno scannato perché o difendo tantissimo il film che mi piace oppure lo stronco demolendolo proprio in maniera esagerata anche, quindi mi piace andare al cinema, è proprio il posto che amo di più dove passare il tempo. È una cosa molto bella, si sta perdendo un po' ultimamente l'amore anche per gli italiani di andare al cinema, io quando ero in Italia l'ultima volta che passavo, magari anche davanti al cinema con la macchina così, vedevo i parcheggi vuoti, quando andavo a vedere anche dei film dell'età. C'è per esempio le Multisale che sono dei posti molto belli e che ti fanno passare tantissimi titoli, però sono un po' dei centri commerciali del cinema, mentre io, ti ripeto, vivo un po' in periferia, quindi ho la fortuna di avere ancora dei cinema in stile liberti architetturicamente e all'interno sono ancora delle sale abbordabili, però mi rendo conto che il flusso umano verso il cinema è quello che è tipico dei centri commerciali ormai, si va, non si sa neanche bene che cosa si vuole vedere, non ci sono un trampone, anche le biglietterie ci sono i totem dove te vai sullo schermo e li perisci di cosa vuoi vedere in base all'orario, alla durata del film, quindi è veramente ormai un uso abbastanza commerciale del prodotto e ci sta, per l'amor di Dio. Io sono forse un po' anziana in questo, quindi i dei film ancora li scelgo secondo il trailer che vedo, ecco per dirti, quindi sono un po' antica in questo, però per me rimane la sala cinematografica, rimane una sorta di chiesa, un luogo proprio sacro, quindi mi ritrovo delle volte a questionare quei ragazzetti che fanno un macello, che mangiano con i telefoni accesi, ecco queste sono cose che io non le tollero, non le sopporto, però mi rendo conto che il mondo va verso un altro tipo di rapporto con il cinema, sicuramente non è come quello che avevo io da piccola, ecco, è un po' un segno dei tempi. No, però l'approccio che molti, adesso anche molti giovani, non solo, hanno verso il cinema, quando vanno al cinema secondo me è sbagliato, perché hanno anche proprio il livello di interesse per l'opera che si sta guardando, non è più come una volta che andavi al cinema magari mostrato anche dall'amore per un regista o dall'amore per un attore, vai al cinema così, perché non c'hai niente da fare per passarti un po' il tempo. Ma quello è stato anche un po', cioè non è che prima si andava soltanto per vedere grandi cinema d'autore, per l'amor di Dio, cioè il cinema è sempre stato evasione, cioè voglio dire, si andavano a vedere i film di Celentano piuttosto che di Bud Spencer e Terence Hill, però non lo so, c'era sempre un, forse, io l'avverto così, un rapporto affettivo differente, cioè prima si aspettava comunque sia il nuovo film di Bud Spencer e Terence Hill, o si aspettava il nuovo film di Celentano piuttosto che di Renato Corsetto, se ne vengono in mente questi, ed erano film leggerissimi, giusto per passare due ore in allegria, però c'era un po', l'ultimo forse che ha avuto questo tipo di affezione con il suo pubblico, non so, mi viene in mente Checco Zalone, piuttosto che, ecco, questi attori che vengono dalla televisione, che hanno creato un certo tipo di rapporto col proprio pubblico e quindi poi la gente li va a vedere anche perché è affezionato al personaggio. Ora c'è talmente tante cose, poi ti ripeto, le piattaforme hanno talmente tante cose all'interno che affezionarsene a una sola è veramente, insomma, bisogna essere molto bravi per creare un tipo di rapporto così. Io poi sono lontanissima da questo tipo di realtà, non guardo serie televisive, non guardo queste grandi cose commerciali, quindi mi rendo conto che io mi inizio ad essere un po' fuori da queste regole nuove, ecco. No, sicuramente anche la presenza di molte piattaforme streaming ha influito molto sul modo degli italiani di vedere la sala cinematografica, magari ha influito anche ad allontanarsi da essa, però è un peccato. Come luogo penso di sì, iniziano a diventare anche le multisala delle cattedrali nel deserto, almeno io parlo per la zona in cui vivo, è più facile magari vedere questi parcheggioni grandi, vuoti, hai ragione, questo sì. Il luogo architettonico inizia a diventare veramente una realtà un po' astratta, è vero. Adesso l'edificio al giorno d'oggi è anche molto trascurato, io anche abitavo a Ravenna, mi ricordo che quando ero piccolo andavo al cinema, era un luogo magico, era pieno di luci, era proprio bello. Quando arrivavo c'erano tutti i poster fuori in esposizione dei film che venivano proiettati, adesso non c'è più niente, non ci sono più i poster fuori, non ci sono più la cosa degli orari, non ci sono anche più biglietti da prendere fuori per vedere gli orari dei film, c'è solo questo cartellone, si stampa così alla buona, scritto a penna, i film trasmessi, gli orari. Sì, diventa tutto molto fluido, molto veloce, quindi sì, diventano dei luoghi che sono non luoghi, un po' se riesco a chiarire un po' la mia idea di questa nuova realtà. Secondo me stanno anche in una fase di cambiamento, cioè si sta trasformando in qualcos'altro, però non riesco bene a capire in cosa, sarà una realtà nuova ancora, speriamo che non vada a sparire, che sia solo in trasformazione, ecco perché non vorrei che diventi solo un ricordo poi quello di essere andata al cinema, ecco perché sarebbe veramente un peccato. No, un vero peccato, magari ogni figlio così un giorno non saprà neanche cos'è l'emozione della storia cinematografica, diranno papà, papà, ma che c'è questa cosa? Io spero di no, eh. Io spero di no, spero di no. No, ma questo penso di no, perché comunque sia il cinema è sempre un luogo dove andare e dove passare il tempo, dove stare insieme, non credo che proprio andrà a sparire, sicuramente come si è già trasformato in questi ultimi anni, ci verranno ancora delle trasformazioni ma è inevitabile, è così, non si può trattenere questa cosa. A secondo te, adesso ti faccio anche quest'altra domanda, nella disassezione degli italiani per la sala influisce anche la retratrizia tecnologica, tipo l'assenza di IMAX o la scarsa pulizia degli schermi, secondo te questo sta influenzando in qualche modo sul sempre più scarro interesse degli italiani per il grande schermo? Ma io non te lo so dire, questo non te lo so valutare, ti dico la verità, secondo me la disassezione sta più che altro nel fatto che ormai è più facile consumare il prodotto del cinema, del film a casa, comodamente a casa, cioè pagando hai tutto quello che vuoi stando a casa, quindi non devi uscire, ti fai arrivare a casa il mangiare, ti fai arrivare a casa il cinema e delle volte non hai neanche bisogno di avere gli amici accanto perché sono collegati con te tramite il telefono, quindi veramente hai tutto quello che prima si usava andare fuori, ci mangiava una pizza e poi si andava al cinema e poi si facevano quattro chiacchiere con gli amici, a miei tempi il sabato sera si passava così, ora si sta a casa, si sta a casa e vedi tutto quello che vuoi senza muovere un dito, senza fare un passo, ecco credo che sia questo più che altro a non fare andare le persone al cinema, poi c'è stato gli anni fa la pirateria nel cercare tutto il cinema che si voleva tramite questi luoghi un po' così piratati e vabbè l'hanno fatto tutti, l'ho fatto anche qualche volta quando proprio non riuscivo a cercare un film, a trovare un film da nessuna parte, quindi succede, questa è questa cosa qui che ha un po' allontanato le persone dai cinema, la mancata distribuzione di titoli importanti, di titoli che avrebbero magari fatto andare le persone nelle sale, quando non tutti fanno 30-40 km per andarsi a vedere un film, ma se te ne lo distribuisci e arriva soltanto per due giorni nella città principale, insomma diventa un po' difficile andare al cinema, l'hanno reso un po' difficile, quindi c'è stata anche un po' una politica in questo senso non a favore delle sale cinematografiche, per questo che poi alla fine tanti hanno dovuto chiudere, il biglietto diventa sempre più costoso, in effetti ti ripeto 8-9 euro per andare a vedere un film, inizi a fare un attimo una cernita di quello che vuoi vedere, non è che tutti i sabati vai con la famiglia, con i figlioli a vedere un film, peccato, ti ripeto, staremo a vedere cosa succede, ma non credo che si ritornerà al cinema di una volta, quello assolutamente no, sono curiosa di capire come si trasformerà questo fenomeno. Assolutamente, prima abbiamo parlato dello streaming, allo streaming ha modificato in qualche modo la tua percezione delle opere cinematografiche, ti senti nostalgica per il vecchio modello distributivo, ovvero lungo periodo in cui il film restava in sala, poi dopo qualche mese l'uscita solo in on video e poi solo per ultimo dopo tanto tempo il passaggio televisivo, o sei contenta e ti riteni soddisfatta di questa offerta audiovisiva oggi attualmente disponibile? Allora, mi fa comodo questa offerta, mi fa molto comodo perché, ti ripeto, io ho visto dei film che altrimenti non sarei mai riuscita a vedere grazie allo streaming, cioè assolutamente, quindi è comodo e quando una cosa è comoda, anche se poi non l'accetti del tutto, però la utilizzi, non c'è poco da fare e ovvio, ti ripeto, mi piaceva come funzionavano prima le cose, mi piacevano per esempio, io andavo a vedere tantissimi film in seconda visione, come si usava a dire una volta, cioè dopo qualche settimana dalla riuscita del film arrivavo al cinema, con me piaceva tanto questa cosa qui, però ora è impensabile una cosa del genere, non esistono neanche più gli oratori alla chiesa di Paese che fanno vedere i film così, prima invece era l'unica maniera per vedersi i film interessanti, erano questi, farli passare in seconda visione nelle sale cinematografiche, quindi nel cinema di periferia e poi tutti i passaggi televisivi, la fortuna di tanti film che ora sono diventati le cult, come appunto quello che ti dicevo prima, La casa dalle finestre che ridono, di Pupi Avati, sono questi tantissimi passaggi televisivi sulle reti private che avevano, ma tantissimi, oppure Febbre di cavallo, gli stessi film di Spencer e Terence Hill, perché passavano alla televisione, anche Febbre da cavallo, all'inizio il cinema incassò normalmente, poi invece divenne un cult proprio grazie ai vari passaggi televisivi, mentre all'inizio era tutto molto insordino, ai passaggi televisivi nelle tv private, che forse ora possono essere paragonate appunto a queste piattaforme, a questi blog di streaming, di vedi film in streaming, perché prima c'erano le tv private che ti passavano i film che magari al cinema non avevano avuto tanto successo e che poi invece facendo dei passaggi così numerosi nelle televisioni, poi la gente li apprezzava, c'era il passaparola e allora poi le videocassette, era un po' la fortuna di queste pellicole, perché tanti B-movie, si chiamavano B-movie perché al cinema ci stavano poco, oppure ci stavano i film nel cinema di periferia, nelle seconde visioni, allora ci stavano quei giorni, quelle settimane sufficienti perché avessero poi passaparola tra le affezionate, era un po' il successo di tanti registi definiti così secondari, che poi nessuno ha fatto. No è vero, è vero, assolutamente, stiamo parlando anche un po' del cinema d'intrattenimento italiano, anche anni 70, 80, tipo Spencer Terenzi, prima è citato anche Pozzetto, volevo chiederti, questo te lo faccio così, il cinema italiano d'intrattenimento una volta comunque, pur essendo cinema così, come ho detto di puro intrattenimento, però era ben confezionato, ben strutturato, se ne avessi come Steno, come Marcello Fondato, che comunque era un grande professionista, anche se si vanno a vedere i film di Totò, comunque c'era Monicelli, Dragaglia, gli stessi Franco e Ciccio, secondo te il cinema d'intrattenimento italiano ha subito un peggioramento nel corso degli anni, com'è al giorno d'oggi il cinema d'intrattenimento italiano? Questo è un domandone che mi fai Elia, a me mi sembra di parlare un po' da vecchia, io ho 53 anni, quindi sono vecchia, nel senso, sono vecchia perché ho tutto un prima che è lontanissimo nel tempo ormai, nel senso che parlare ora di Renato Pozzetto, di Lino Banfi, è vero erano commedie molto commerciali, però loro erano degli attoroni, erano attori che venivano comunque da una gavetta lunghissima, Renzo Montagnani per esempio che ha fatto negli anni 80 le commedie forse più becere che ci possono essere, più cialprone, quelle che sono così scanzonate al massimo, però lui era un grande attore, quindi anche nella parte più scadente che poteva fare, che gli era capitata di fare per i suoi motivi personali e artistici anche, però lui aveva una capacità, una professionalità unica e anche quando uno ha una capacità a dei livelli così alti, anche quando fa un ruolo scadente o minore, è sempre un grande attore, quindi anche nel senso più scadente riesce a portare la sua professionalità, ora io questo nel cinema di ora non lo vedo tantissimo, anzi vedo molta approssimazione, per esempio anni fa scrivevo sul sito tantissimo, molto di più di ora, Magella il mio nome sul sito era il nome della mia gatta, ora ti racconto questa storia, era il nome della mia gatta, una gatta amatissima da me, eravamo in perfetta simbiosi, questa gatta me la misero sotto con la macchina e fece tanto male, fece di tutto per salvarmi la zampina perché mi avrebbero sennò dovuto amputare la zampa, nel delirio di questo dolore per questa gatta che rischiava di perdere la zampa, fece un fioretto, fece un fioretto che vuole condividere sul sito e disse se la mia gatta guarisce perfettamente io prometto che il giorno di Natale andrò a vedermi cinepanettone, cosa che io proprio mi odio i cinepanettoni, non sono mai andati a vederli, non mi è importato assolutamente andarli a vedere, però per il fioretto feci questa cosa e per anni finché la mia gatta poi non è morta, il fioretto dovrebbe essere per sempre, ma io una volta che poi la mia gatta morì dopo degli anni, perché lei guarì perfettamente da questo incidente e quindi io andai tutti gli anni a fare il fioretto di andare a vedere i cinepanettoni e poi ci scrivevo la recensione, quindi troverete sul sito le recensioni di questi cinepanettoni ed è una delle cose induardabili, delle robe che con tutta la buona volontà, ma io l'ho visto veramente come un sacrificio, perché erano veramente brutti, ma perché, perché erano brutti veramente, ma infatti ora non osa più fare cinepanettone, perché io penso che erano degli ultimi, ma non c'era niente, non c'era assolutamente niente, quindi paragonare uno dei cinepanettoni di cui non mi ricordo neanche il nome che ho visto, con anche il film più brutto di Franco Franco e Ciccio Ingrassia, ma non avevo neanche l'idea, non c'era proprio il solito tipo di livello, anche se i prodotti sono tutti entrambi commerciali, entrambi così di super intrattenimento, leggerissimo, però proprio il livello di preparazione, di insegno, di professionalità che secondo me non è lo solito, non è adeguato, ecco per dirti io come vedo questi tipi di prodotti, perché ho il massimo rispetto per il tipo di film, cioè nel senso del cinepanettone sono andata a vederlo come un fioretto di penitezza, non ci andrò mai più, però il cinema erano pieni, tra pieni, mi ricordo che un anno dovetti prenotare, perché quando volevo andare io all'orario che volevo andare tutto occupato, mi è toccata andare a vederlo in seconda serata, la sera di Natale, cioè un delirio, perché era pienissimo, era pienissimo ed era uno degli ultimi Natali, non mi ricordo dove, in che posto, con De Sica, ma era una roba veramente brutta, era un film brutto, non c'aveva né capo né coda, niente, non c'aveva veramente niente, mentre ti ripeto anche nei film più brutti, minori, che posso io ricordare di aver visto, per me una risata mi scappava di farla, ma qui mi scappava solo di andare via, ecco. Sì, sono film che suscitano un po' imbarazzo invece che divertimento. Però la gente si diverte tanto, la gente si diverte tanto, quindi vanno rispettate queste, nel senso, mi rendo conto che forse sono proprio io che sono anche prevenuta verso certi tipi di film, per esempio, ti ripeto, Checosalone mi fa schiantare da ridere e lui non è che fa film impegnati, però ha una sua professionalità, ha un suo carisma, ha un suo stile, ecco, cosa che invece in altri prodotti, diciamo così, è solo una cozzaglia, un appiccicottume di sketch, di battute che, poi vabbè, personalmente non mi fanno ridere, vedo che invece molti fanno ridere, però ho notato comunque che il cinepanettone è morto, cioè perché proprio non aveva più niente da dare, l'hanno strizzato fino al secolo e quindi è stato un po', questo è il risultato poi alla fine, devono inventarsi qualche altra cosa. Ah, gli ultimi cinepanettoni poi erano davvero inguardabili, mi sembra che hai ripensato, non ne sono sicurissimo, anche tipo Vacanza ai Caraibi, che fu l'ultimo proprio cinepanettone classico. Io ho provato a vederlo, ma non sono riuscito neanche ad arrivare alla fine, perché ad un certo punto le ghecche sono così becere, sono così volgari, gli attori così svogliati che fai fatica proprio ad arrivare alla fine. Ma guarda, non è neanche la volgarità, perché poi posso capire, la volgarità va bene nel senso, ma chi se ne frega, io non sono neanche politicamente corretta, a me mi fanno ridere le battutacce quelle da camerata, proprio così, ma lì proprio quello che a me mi sgomentava era proprio la mancanza di creatività, cioè non c'era proprio l'impegno nel fare un qualcosina di più, ecco, e quindi no dai, è stato un pioretto che ho fatto e vabbè. Va bene vedere bianche, così si capisce anche un po' queste pellicole tanto amate dal pubblico, spesso sfroncate dalla critica, c'era anche il soggettivo, il parere, però anch'io sono amante anche della comicità politicamente scorretta, mi guardo tutti i film anche con Montagnani, con Benedetto Teribo, sono addesso alle grandi manovre, oggi vanno la coscia lunga, però anche lì c'era una certa cura anche nella messa in scena, c'era una certa cura nella sceneggiatura che per quanto è essenziale, non lo so. Sta parlando del niente forse, però avevano un loro stile che si è mantenuto, avevano un loro perché e ovviamente devi comunque capire che erano quel tipo di genere di film lì, certo se vai a vedere Giovanna in una coscia lunga pensando di andare a vedere un film di Stanley Kubrick, no, non è il caso, però se ti vuoi andare a divertire con gli amici ai 13 anni va bene, ci vuole, fa un po' di scuola, capito? Ecco io penso che Vacanza Caraibi no, neanche a 13 anni mi avrebbe fatto ridere, penso questo, però poi ti ripeto i cinema erano pieni, la gente ci si divertiva e prenotava il biglietto è veramente una visione mia personalissima e molto bene, metti fuori tempo massimo. Ma io non credo, comunque è anche un po' inquietante che fossero stati così pieni i cinema con questo genere di film, che se una volta avevano anche un loro senso alla fine proprio si erano arrivati alla frutta e allora si continuava a fare, ma infatti è una cosa inqualificabile, inqualificabile. Comunque vorrei parlare un altro po' di Fintv e del ruolo che hai te in Fintv. Come hai scoperto questa rivista? Cosa hai tirato di questo sito di cinema? Cosa ti ha spinto a iscriverti e a volerne fare parte? Allora, guarda, io dico sempre che il Fintv mi ha cambiato la vita in meglio. Io non conoscevo la rivista, non compravo la rivista, la conoscevo ma non la compravo in maniera abituale, la compravo tutti, magari se vedendo qualche articolo sulla copertina qualcosa che mi interessava oppure per i programmi della tv. Mentre sul sito ci sono cascata per sbaglio, io non sono assolutamente social, non ho Instagram, ma proprio all'epoca, nel 2010, per me era tutto niente, non frequentavo assolutamente i social, le community, i blog, no, però andavo a vedere le notizie, soprattutto quando cercavo un titolo di un film che mi aveva incuriosito, allora andavo poi a vedere sul web che cosa c'era scritto, se si trovava in DVD e quant'altro, e mi ricordo che cercavo delle notizie appunto su un film di Jeff Franco che, se non mi sbaglio, era tipo un Dr. Jekyll, ora non mi ricordo, era un film di Jeff Franco, quello con Klaus Kinsche che è uno dei miei attori preferiti, bravo, e quindi stavo cercando notizie su questo film che non trovavo e mi sono incappata in una recensione su Fintv e vedevo che avevano lasciato dei commenti, io per scrivere un mio commento mi chiedeva di fare login ovviamente, quindi mi iscrissi e nel momento in cui mi iscrissi poi, visto sul profilo c'era da scrivere la mia playlist, i miei commenti e all'escrissi queste cose, feci la mia playlist dei miei sette film preferiti pensando però che le vedessi solo io queste cose qui, quindi quando pubblicai questa playlist dei miei sette film preferiti pensavo che rimanesse una cosa che vedevo solo io, la mia meraviglia, il mio battesimo ne so, nelle comuni che fu quando ricevetti invece un sacco di commenti e di messaggi privati che mi davano il benvenuto, che mi dicevano, mi facevano i complimenti per i titoli che avevo scelto e io questa cosa qui per me è rimasta quasi una magia perché parlavo con persone che non conoscevo di film che a me piacevano molto e iniziai quindi a capire che potevo interagire, cioè che quello che scrivevo veniva visto dagli altri, pensate io come ero messa nel 2010, ecco, e da lì iniziai a scrivere le mie prime recensioni, le playlist che mi divertivano tantissimo, ora io però appunto non essendo avvezza un po' questo mezzo di comunicazione, scrivevo un po' alla mia maniera, quindi all'inizio scrivevo come se fossi la mia gatta, e quindi venne anche lì criticata tantissimo perché se scrive così in un sito di cinema, invece altri mi dicevano no dai sì, è stato un po' il gioco con me, poi iniziai a scrivere normalmente insomma senza far finire di essere la mia gatta, però utilizzai moltissimo le playlist in maniera molto personale, io ho fatto tantissime playlist come hai detto prima all'inizio te, però tante le ho utilizzate per scrivere altro, cioè utilizzavo i titoli dei film come pretesto per parlare di altro e molto di me, quindi io ho impostato molto il mio rapporto col sito e con gli utenti del sito, facendo leva molto sul mio personale perché sono fatta così, come ti dicevo prima se da piccina guardavo un film e poi ci giocavo uguale ho fatto poi alla fine sul sito tanti post, sono scritti giocando con dei personaggi cinematografici a me molto cari e impastandoli un po' con delle mie vicende personali o con delle cose che mi toccavano molto, perché è un po' l'unica maniera che conosco per scrivere, cioè nel senso io non ho altri tipi di ambizioni, quindi mi piaceva anche condividere col sito queste cose mie personali e mi ha fatto molto piacere che tante persone l'hanno capito, alcune mi hanno criticato molto, poi io ti ripeto essendo forse toscana sono anche un po' fumina, quindi mi andava subito la mosca al naso che qualcuno non sapendo utilizzare neanche bene il mezzo della scrittura social magari venivo fraintesa oppure mi facevo capire male io e quindi ho avuto parecchie discussioni sul sito, però ho trovato anche tantissimi amici, io devo dire anche questa cosa, cioè per me il sito è stato una svolta nella mia vita, mi ha messo in contatto con tantissime persone di tutta Italia, con alcune sono ancora mutatora, con un paio ho avuto un legame fraterno nel senso proprio vivere dal cuore, ci si sente praticamente quasi quotidianamente, poi il sito mi ha dato la possibilità di fare cose che non avrei mai pensato di fare, ho fatto interviste a delle persone che fanno cinema, attori, registi, un fiore all'occhiello che porto veramente come una medaglia al valore e l'intervista che ho fatto ad Aldolado, questo per me è stata una cosa che quando mi è successa non ci credevo perché ho detto ma come, Aldolado l'ultimo treno della notte, cioè per me è stato un sogno poter parlare con questo grande regista che si è aperto proprio in maniera così di cuore con me, poi che ti posso dire ho intervistato Enrico Lovesso in un suo momento difficile sul lavoro, anche questo mi ha fatto tanto piacere, ho potuto conoscere attori come Giorgio Colangeli che sono uno dei miei attori preferiti perché io ho aperto anche tante rubriche sul sito, le rubriche dei lettori caratteristi e quindi ogni settimana mi prendevo la briga di scrivere una pagina su un attore caratterista che a me non aveva particolarmente coinvolta e avevo coinvolto anche altri utenti a fare questo, avevamo creato un gruppo, ho creato La piccola bossa del cuore di Maghella che è una rubrica alla quale tengo tardissimo dove c'è giocato tanto, tanto e tanti utenti sono stati carini a capire questo mio gioco, a prenderlo così leggero come ho fatto io senza prendermi ovviamente seriamente su questa cosa, ho potuto conoscere registi rimasti un po' nascosti nei canali distributivi, per esempio c'è un regista horror che a me piace tantissimo che si chiama Lorenzo Bianchini che è bravissimo, secondo me è uno dei nomi che andrebbe valorizzato al meglio e invece rimane purtroppo sempre nei canali di serie B, quando invece è veramente forse uno dei pochissimi italiani ad avere uno stile molto personale e ad aver capito un tipo di horror un pochino non così commerciale ecco un pochino più intimo e poi ho avuto la possibilità di andare al festival di Venezia ecco che questa cosa qui per me è stata un'esperienza fantastica prima di tutto perché io non ero mai stata a un festival e poi perché andarci come inviata del sito insieme ad altri utenti di tutta Italia praticamente dalla Sicilia a Torino eravamo 5 o 6 abbiamo diviso la casa insieme, abbiamo dormito e mangiato, visto i film insieme, è stata un'esperienza bellissima io con questi ragazzi, Spaghi, questi sono i nickname ma ovviamente è Piero che poi lui ci ha trovato anche lavoro dentro il sito quindi è stata una persona importante anche per la nostra crescita personale, Supadani, Daniele, Alapuniti, Fabio, Iume che ci siamo litigati anche fino alla morte e poi abbiamo condiviso la camera insieme all'ultimo festival a cui ho partecipato perché è la Paola personale speciale veramente, Valerio Spopola che dire, lui poi è Fiorentino è stato il primo utente che ho conosciuto di persona, Gianni, tanti Valde ma ora magari sono utenti che scrivono meno, Ethan Duff mamma mia lui è bravissimo, Marco anche lui siciliano, un ragazzo giovane che veramente sarei stata voler ascoltarlo ma veramente persone carinissime con le quali mi sono divertita che mi hanno avvecchito tanto quindi veramente il sito sì è stato un posto dove ora ci sto meno perché ovviamente la vita cambia e ci sono altre cose che ti prendono però è un posto su quale io ho investito tanto, in cui mi sono sentita capita, compresa, anche molto criticata, mi ha fatto mettere in discussione su tante cose perché forse l'ho preso molto seriamente, ecco non era più un passatempo e basta, era diventato un qualcosa che mi stava facendo prendere le misure anche su me stessa, sulle mie capacità, su delle cose che non avevo mai fatto prima e che cominciavo a fare così dopo i 40 anni, io ti ripeto non avrei mai pensato di poter intervistare qualcuno, no ecco il mio sogno ovviamente era quello di intervistare la real gente, ci sono sempre arrivata un pezzettino ma non sono mai riuscita a raggiungerlo però l'ho incontrato due o tre volte e anche questo è stato una cosa fantastica, il sito Fintv mi ha fatto toccare con mano il mondo che ho sempre visto da lontano e questo per me è stato un sogno, un sogno che soltanto Fintv mi ha fatto raggiungere, poi ti ripeto le persone sono importanti, io sono molto amica di Piero, di Pietro Cerniglia che è stato anche il redattore del sito per un periodo, siamo diventati molto amici, con Valerio, cioè ci sono instaurati dei rapporti che poi vanno oltre il sito, poi c'è la vita, si conoscono le famiglie, si frequentano le case, ho ospitato qui Roberto, perché per lavoro aveva bisogno di una base in Toscana e mi ha fatto piacere ospitarlo, ugualmente quando sono andata a Torino poi ho avuto piacere di stare con lui, quindi si instaurano dei rapporti che sarebbero stati improbabili se non ci avessi messo del cuore e se anche gli altri utenti non ci avessero messo del cuore, ecco io credo che, non so come succede sugli altri social, perché io poi non sono molto social, sono a malapena su Facebook ma neanche, poi sulle altre cose non le frequento, quindi non so se c'è questo tipo di rapporti, si instaurano questo tipo di rapporti, molto lo fa il fatto che il cinema è la passione che ci unisce, quindi non si rimane mai senza argomenti quando ci si incontra, anzi dopo aver visto al Festival 4 o 5 film si continua a parlarne, a litigarci, a discutere, a scriverci, a far nottata per un film, per un autore, per una battuta detta in una maniera o in un'altra, capito? E' molto bello, comunque la Fintv è un sito che ti ha permesso anche quindi di entrare in contatto con molta gente con cui hai stabilito dei rapporti anche duraturi, dei rapporti importanti ed è molto bello, perché oggi è molto raro in altri social arrivare a creare rapporti così belli insieme ad altre persone, a litigare un po' tutte le vicende. Ecco, allora ci siamo scannate molto anche qui sul sito, perché prima c'era molta più vita, ora magari mi sembra quando entro ci sono meno commenti, ma prima si faceva delle litigate per un film o per un regista, cioè delle cose che duravano dei giorni, cioè ci stava malissimo, c'erano delle alleanze pacesche sui fronti, ma delle cose guarda che delle volte se ci penso e dico ma veramente si è fatto questa roba qui? Però ti prendeva, ti prendeva proprio, io sono stata attaccata anche a livello personale, cioè delle cose veramente assurde, però ci sta perché quando poi ti prendi dalla discussione è ovvio che ci sta anche queste cose qui, per l'amor di Dio. Però ti ripeto, dall'altra parte c'era tutto un altro tipo di universo, molto caloroso, molto amichevole e stimolante. Ecco, io devo dire che se non avessi avuto delle persone che hanno creduto in me, che hanno i redattori in primice, perché poi anche il sito che ti dà fiducia e che non ti censura mai, che ti permette sempre di fare le cose, anzi che se te chiedi ti viene sempre dato, si propongono, ti agevolano, a me l'hanno sempre agevolata in tantissime cose, qualsiasi cosa le chiedessi loro erano molto disponibili sempre, quindi anche questa cosa qui poi ti mette anche in una condizione di essere positiva nelle cose, perché se no è un dare avere, ecco. Forse questo è stato un po' il segreto, almeno per me, di questa maturazione, perché prima ti sarebbe stato semplicemente iscrivere un'opinione o un commento ogni tanto e invece ecco, c'è stato proprio uno stimolo di base che è stato importantissimo, molto. Vale a dire, oggi anche il sito non è più così, c'è meno gente che commenta, meno gente che partecipa a quello che scrivi. Mi pare di sì, mi pare di sì, io sinceramente negli ultimi anni sono molto latitante, non ci sono molto, però quando poi ci rientro mi rendo conto che sono cambiati i rapporti sui commenti, sulle partecipazioni. Prima ad esempio c'erano, ho avuto molte dritte da degli utenti qui dentro per cercare dei film che altrimenti non avrei mai conosciuto, quindi per me era anche importante sentire i pareri. Io poi che sono approssimata di horror e gialli e questa roba qui, c'era tutta una nicchia, un underground sul sito che era veramente, veramente notevole e quindi mi sono spesi tanto d'aiuto su avvecchire anche le mie conoscenze in questo senso qui. Primeri perché non lo sapevo, che hai intervistato Aldolado, che non la sapevo questa cosa, come è stato? Aldolado è stato, è stato veramente una cosa meravigliosa perché ho visto il suo ultimo film, Notturno di Chopin mi pare si intitolasse e avevo letto su Notturno la recensione, Notturno è una rivista importante di genere e da lì riusci a avere il contatto tramite un redattore con Aldolado e lui è stato veramente felice di chiacchierare, un chiacchierone, mi ha raccontato un sacco di cose. Poi a me mi piacciono tanto i suoi film, l'ultimo treno della notte secondo me è un piccolo capolavoro e poi la vista morire mi piace tantissimo, quindi mi sono fatta raccontare anche un po' di aneddoti, è stata una cosa molto interessante, molto bella. Io lo ricordo quando è morto, ora recentemente, mi è dispiaciuto tanto però perché era una persona sempre molto attiva, molto creativa, lui leggeva sempre sceneggiature da fare, da scrivere, insomma è stata una persona importante per il cinema italiano e poi ha fatto tanta gavetta, tanta tanta e non ha avuto i meriti che avrebbe dovuto ricevere assolutamente, come tantissimi registi italiani, tanti. Il cinema di genere poi italiano è sempre stato molto sottovalutato, distrattato. Assolutamente sì, ma certo, ma molto, se fosse stato per la critica non sarebbe esistito tutto questo genere di film da regente, non si è combattuto una vita su questo. No, è vero. Vorrei cambiare un attimo discorso e vorrei chiederti come ti rapporti con la critica cinematografica? Hai alcuni critici a cui sei particolarmente legata o che ti hanno aiutata nella tua crescita cinefila? Dei critici che magari rappresentano per te dei punti di riferimento? Allora, ti dico di no, nel senso io con la critica ufficiale non mi ha mai suggestionata o influenzata, anche perché, ti ripeto, il cinema che piace a me dalla critica ufficiale è sempre stato parecchio snobbato, quindi non abbiamo mai avuto molta simbiosi su questa cosa, molta sintonia. Conosci qualche saggio magari sul cinema anche di genere, qualche libero particolare? Sapevo per esempio che hai scritto un libero sul cinema di Lucio Fulci, molto bello, sul cinema di Dario Argento, non hai mai letto niente? Non sono tanti, non sono tanti, però io, che ti posso dire, su Dario Argento c'è scritto tante cose, paura è la sua autobiografia però ufficiale e unica, quindi se uno vuole magari sapere le cose veramente come stanno, magari è sempre più plausibile andare alla fonte primaria. Io, ecco, ti ripeto, con la critica ufficiale non ho un buon rapporto, mi piacciono però i registi che sono stati dei critici cinematografici, perché solitamente chi è stato un critico cinematografico e poi è diventato un regista ama tantissimo il cinema, quindi anche quando poi è diventato un regista ha fatto il proprio cinema con un occhio d'amore differente, secondo me, e almeno io sempre ho notato questo da Truffaut, allo stesso Dario Argento, sono dei registi che prima hanno fatto il critico cinematografico e ho notato questa cosa qui, che sono arrivati a fare regista dopo un percorso d'amore verso il cinema e quindi, ecco, in questo senso qui apprezzo un po' questa gavetta dei critici. Poi, ti ripeto, non seguo molto la critica ufficiale, anche quando devo andare a vedere un film che esce, piuttosto se posso leggo una recensione sul sito, magari di utenti di cui mi fido, eccomi, chissà che magari sono compatibili con i miei gusti, però è anche quando io scrivo le mie recensioni, solitamente le scrivo per chi il film l'ha già visto, quindi se rischio anche di trovarci degli spoiler, perché per me la recensione è più una condivisione, infatti a me piace molto quando mi commentano, quando mi criticano anche, quando non hanno il mio punto di vista, mi piace discutere delle cose, fare una recensione per invogliare qualcuno ad andare a vedere un film o meno, ecco, non interessa e quindi anche il mio rapporto nei confronti della critica è poco interessante, nel senso non mi interessa leggere cosa dice un critico e capire se posso poi andarci a vedere un film o meno, ecco, in questo senso qui no. E poi ti ripeto, col fatto che hanno snobbato moltissimo il genere di cinema che piace a me, non ho un buon rapporto, ecco. No, ti capisco. Vorrei tornare a parlare un po' con te di uno dei tuoi redditi preferiti, Dario Argento, di sicuro uno dei maestri indiscussi del cinema thriller oro italiano, e vorrei chiederti questa cosa, tutti sono più o meno concordi nell'affermare che Dario Argento ha intrapreso negli ultimi decenni, dagli anni 90 in poi, un declino artistico piuttosto rilevante, ma te sei d'accordo a considerare declino artistico il sopperato degli ultimi trent'anni, cosa ne pensi a tal proposito? Allora, io ho la mia teoria, che Dario Argento ha dato il suo massimo finché ha avuto il padre vivo accanto a sé, che era poi il suo produttore, quello che le ha dato la più fiducia di tutti, perché naturalmente era quello che l'ha capito fino in fondo e che lo sapeva consigliare fino in fondo, con il quale riusciva a fare un lavoro di condivisione importante per avere poi dei prodotti buoni come ha fatto, ottimi anzi eccessi. Poi è ovvio, nella carriera di 50 anni un artista ha il culmine che ovviamente è il declino, ora diciamo che negli ultimi anni Dario Argento è abbastanza indifendibile, nel senso io li voglio bene come un parente, però ci sono dei film che non sono riuscita neanche io a guardare fino in fondo, per esempio Dracula 3D, per me è proprio una roba assurda, non ce la faccio, non sono arrivata mai alla fine, perché tutte le volte che ci ho provato non ci sono riuscita e credo che Dario Argento, che è un grande, lui dovrebbe magari, per esempio io ho visto invece dei buonissimi prodotti a livello televisivo, cioè le produzioni che ha fatto per la televisione in America sono buone, sono buone. Hai visto i due episodi che ha girato di Bernard Carusafor? Sì, secondo me sono buoni, sono molto buoni quelli, infatti secondo me la piccola produzione, che poi piccola non è, ma insomma nelle produzioni un pochino più televisive Dario Argento potrebbe ancora dare moltissimo, io per esempio ce lo vedrei bene come nel dirigere una serie televisiva, lui per esempio è molto bravo nel dirigere le opere liriche, quindi secondo me lui può dare ancora tanto, nel cinema, nel film forse il suo tipo di linguaggio ora non è più appropriato per un cinema di oggi, ecco, il suo ultimo film che mi è piaciuto e che vedo ancora volentieri è Non ho sonno, ma ormai siamo a quasi 30 anni fa, quindi insomma non c'è più, anche se Occhiali neri non mi è dispiaciuto, pensavo peggio, pensavo molto peggio, era andata un po' con un cuoricino a vederlo, però sinceramente soprattutto nella fase iniziale degli scorci buoni, veramente buoni, che sinceramente si vede ancora un po' la mano del maestro, quindi poi per me Dario Argento lo difenderò fino alla morte, non sopporto chi lo denigra e chi lo critica in maniera così feroce, perché Dario Argento è uno dei registi viventi ancora, tutt'oggi che è osannato in tutto il mondo, se te lo vai a vedere alle presentazioni, è il Vasco Rossi del cinema, c'è più generazioni ad applaudirlo e quindi veramente in Italia forse ancora meno, all'estero è veramente un vivo, quindi bisogna sempre portare molto rispetto per chi ha fatto tanto per il cinema di genere, come ha fatto lui, lui ha creato un linguaggio, un modo di raccontare l'horror che prima non c'era e quindi su questo nessuno può dire niente, ora è facile criticarlo su un film come Dracula. Hai trovato così brutto Dracula? Sì. L'ho visto recentemente, pensavo peggio, non mi hai dispiacendo così tanto. No, no. Quello che non ti ha convinto, quello che ti fa... Non mi piace, il suo handicap principale dei film idealizzati è sempre stata un po' la recitazione, ma quella è sempre stata la recitazione un po' dalla Hammer Production, dei film Hammer, un po'... Un Alien Dracula è veramente... è veramente... non ce la faccio. Ma sai che buona sequenza? Quello che si trasforma in un davanti di Dio, che arriva, può essere interessante, qualche top. No, guarda, proprio lì non salvo niente, non mi piace, è proprio un film... forse anche perché io ho un rispetto per la figura del vampiro che è esagerata, quindi per me... no, proprio ha fatto una cosa che non mi piace, non mi piace assolutamente. No. Mentre ti ripeto, Gnocchiali neri... È interessante Gnocchiali neri. Sì, è un film che c'ha una sua dignità, anche con delle cadute, per l'amor di Dio, però c'ha una sua dignità. Dracula no, come è in giallo, no? Non ce lo faccio. Il cartaio. Il cartaio? No, no. Il cartaio? No. Ti ripeto, invece film che sono stati anche criticati ferocemente, tipo Non lo sono o Trauma, per esempio a me Trauma piace moltissimo. Anche a me. A me piace molto quel film, ci ho trovato tante cose molto interessanti, invece anche a me è stato... perché ogni film che ha fatto dopo Tenebre doveva, o dopo Fenomena, doveva mantenere sempre quel livello lì, ma era praticamente ormai impossibile, perché ho giocato veramente da tutto con quel film, tutto. Fenomena è stato il primo genere di film fantastico horror di quella portata, quindi come poteva ugualiarne con un altro, era impossibile, era impossibile. E' stato... è un grande, è un grande, è un grande e dovrebbe ricevere dei premi adeguati alla sua grandezza, questo assolutamente. Un leone alla carriera se lo meriterebbe tutto da reagento, non capisco come non gli venga mai dato, tutti gli anni gli viene dato ad altri artisti, altri registi, lui insomma inizia ad avere un'età per la quale se lo meriterebbe un leone, un leone alla carriera a Venezia e invece riceve i premi più importanti tutti all'estero, non è giusto. Ma molte volte i nostri registi di genere vengono acclamati più all'estero. Assolutamente sì, non è giusto, è un peccato, è un peccato. Come Ruggero Deodato che anche lui è morto da povera e in Francia è considerato maestro. L'ho incontrato una persona simpaticissima, anche lui un casinista, però erano persone stimolanti, persone che veramente avevano una maestranza e l'hanno messa proprio a servizio della cosa che gli piaceva fare di più, loro hanno fatto film quando non ci credeva più nessuno in loro e loro hanno continuato a fare film con due lire e come si diceva prima, film fatti con due lire che però avevano un loro perché comunque, seguivano un loro stile, avevano una loro dignità, una loro professionalità. Mentre ora si producono film di milioni per delle cose veramente così di poco conto, è un peccato, è un peccato. Ora questi grandi registi stanno andando via per l'età che hanno e non hanno un ricambio interazionale perché non gli hanno permesso di fare scuola. Dopo Dare Al Gento, chi ci sarà? C'era Michele Suavi ma ha dovuto smettere di fare film di genere perché non gli dava da vivere se voleva fare quel mestiere lì, ha fatto altre cose di ottimo livello ma non di ordo. Il film di genere è sempre stato declassato ed è invece stato quel genere di film che ha portato tanti soldi almeno fino agli anni 70 nelle sale cinematografiche perché si andavano a vedere i film ordo, si andavano a vedere le commedie di Franco e Ciccio che poi permettevano alle case di produzione di fare film d'autore, i cosiddetti film d'autore quelli tanto rasonati giustamente, però non doveva essere fatto a scapito magari di un genere che meritava più considerazione, più considerazione anche della critica ufficiale. Non capisco perché la critica, stronchi così il cinema di genere, ho visto anche un documentario su Gio D'Amato che ho visto uno delle quelle del cinema che lo elogia tantissimo dicendo che è un maestro e che invece in Italia viene spesso considerato. Tutto questo clamore è arrivato comunque sempre dall'estero. Sempre, sempre. Sempre dall'estero. E' un peccato che non riusciamo a riconoscere i nostri talenti comunque e ad apprezzarli per quello che sono, è un peccato. Non arriva a capire. Un po' una condanna, un po' una condanna. Sai dall'Italia ci si aspetta sempre il film d'autore, ma se ci fai caso anche i registi esordienti di ora, di solita la loro prima opera cercano sempre di fare film d'autore, cioè è un po' un cliché questa cosa qui, mentre prima i registi di genere appunto western, horror, la commedia così, dopo aver fatto magari una gavetta di aiuto regista, di sceneggiatore e quant'altro, Mario Bava ricordiamo era un direttore della fotografia fantastico. Poi si cimentavano con la regia, quindi arrivavano proprio da un lavoro di gavetta, di maestrato, sapevano utilizzare i ferri del mestiere e quindi arrivavano alla regia dopo dell'esperienza, cosa che magari ora se arriva alla regia dopo aver fatto una scuola e si cerca di fare subito il film d'autore che si porta magari subito al primo Davide Donatello. Non è così che dovrebbe funzionare, anche perché così si va a eliminare tutta quella che è un po' una scuola vera di mestiere, di esperienza. Ruggero De Dato, Aldo Lado che si rammettava prima, sono persone che si sono fatte la gavetta in Francia, hanno lavorato al fianco. Tante volte mi diverto guardando i vecchi film alla televisione, aiuto regista, Ruggero De Dato, magari era una commedia con Franco Franchi, magari no, Lucio Fucci, ora sembra un dio in terra, è morto in povertà e se non la usava i vecchi amici veramente è morto in difficoltà. Però fino all'ultimo ha sempre fatto film, sono morti facendo quello, pensando a fare un film, scrivendo dei film, Aldo Lado scriveva ancora sceneggiature perché era la loro vita, la loro filosofia di comunicare. Ora è un po' più complicato. È un peccato sapere che molti di quei registi sono morti senza riuscire a fare quello che volevano fare perché erano ostacolati dalle case di produzione. Anche Lucio Fucci, che è l'ultimo film che ha fatto, l'ha aiutato Giudamato a produrlo perché se no le porta in incidenti, che poi è un grande film. Davi Argento ha aiutato molto Lucio Fucci nell'ultimo periodo, nonostante la loro rivalità in gioventù perché erano un po' dei galletti nel pollare, Davi Argento aveva altre possibilità anche dovute alla sua casa di produzione, al fatto che veniva da una famiglia un po' più agiata, Lucio Fucci se ne è dovuto un po' più sudare la sua carriera ed era poi un carattere un pochino più ombroso. Però Davi Argento saputo le difficoltà di Lucio Fucci poi l'ha aiutato molto anche nell'ultimo periodo, però ecco la storia di Fucci è una storia amara, amara, molto amara. E' un peccato perché ha fatto dei film fantastici, fantastici. Però la vita è molto poliedrica perché ha fatto con me, anche lui, Wester, Poliziere. Assolutamente, però il suo meglio secondo me l'ha sempre dato con l'horror e il giallo, quello fantastico, non c'è paragone su quello, perché era un carattere molto cattivo, molto spietato, quindi se ci doveva essere un film crudele Lucio Fucci sapeva farlo, ecco, assolutamente. No, è vero. Prima abbiamo parlato di Mario Bava, cosa ne pensi del figlio di Mario Bava, Lamberto, che spesso ha dovuto fattire il confronto col padre, che invece io considero un ottimo regista comunque, uno degli ultimi registi di genere. Un ottimo regista, un regista cresciuto nella corte argentiana, quindi fa parte degli amici fidati di Dario Argento, quindi questo sicuramente l'ha arricchito moltissimo. A me piace, mi diverte molto, non è uno dei miei preferiti, anche perché nel genere horror gli zombie non sono tra i miei personaggi favoriti, io se devo scegliere sono l'anticristo, in primo, poi c'è il vampiro, ecco, se mi fai vedere i film su questo genere qui, tutti li vedo, gli zombie insomma, poi gli zombie di ora non mi piacciono perché sono troppo veloci, a me non mi piacciono gli zombie di Giorgio Romero, quelli che vanno lenti e inesorabili, che sono molto stupidi, quindi se devo scegliere gli zombie scelgo quelli. I demoni di Lamberto Bava è molto divertente, ma lì c'è la mano anche di Dario Argento e la sua produzione, quindi insomma è stato un connubio. No, ti ripeto, se devo scegliere della corte argentiana preferisco Michele Suavi, a me piaceva, mi piace tantissimo, proprio lui mi dispiace tanto, mi dispiace che non ha potuto seguire un genere a lungo di horror perché ovviamente era quello che mi piace di più e mi dispiace. Un ottimo regista Michele Suavi, anche lui è andato un po' a scomparire, adesso fa film, tentati leggeri che magari non è quello che vorrebbe realizzare, è andato nella fiction anche lui mi sembra. Se devi vivere devi fare quello che ti viene fatto fare. Però è un peccato che li sfruttino male alla fine, non gli fanno fare quello che vorrebbero veramente fare e che avrebbero le doti di fare, è un vero peccato. Anche Michele Suavi ha realizzato dei film molto belli, anche negli anni 90, quello con Rupert Revere, Dall'amore e tra la morte, è un film da rifiutare internazionale, è un film stravagante, eccentrico, uno dei film più originali realizzati in Italia negli anni 90. Sì, forse secondo me è stato l'unico che ha colto un po' quella che era un po' l'erevità fantastica di Larry Argento, più che l'orro, la visione gotica fantastica di Larry Argento, rendendola molto intima, questa era la cosa che mi piaceva di più. Mi piaceva anche quando si cimentava un po' con il poliziesco, mi pare che lui abbia fatto quella serie della Uno Bianca che era molto bella. Sì, mi piace l'occhio che ha lui nel racconto, però se poi li fanno fare la Befana, penso la Befana e c'è poco da fare. Che spreco però. Adesso invece mi piacerebbe parlare con te di un altro regista per cui hai sempre nutrito una profonda simpatia, anche perché come vi ho detto prima della registrazione è come te Toscano, ovvero Francesco Nuti, deceduto a giugno dell'anno scorso. In occasione della sua morte hai scritto in suo onore su Fintv un post molto bello e sentito, uno scritto tenero, sincero, originale e affettuoso, un post che mi ha colpito davvero molto e per cui ti faccio i miei complimenti. E volevo chiederti cosa ne pensi della sua comicità e del suo cinema, cinema spesso distrattato e maltrattato dalla critica e a cui invece anch'io, pur riconoscendo dei difetti, sono molto affezionato. Allora, Francesco Nuti, io sono una fan della prima ora di Francesco Nuti, a me piaceva tantissimo quando era con i Giancattivi, col suo gruppo, insieme ad Alessandro Benvenuti e Atina Cengi, quindi per me erano dei geni loro e mi piaceva moltissimo la loro comicità. E poi lui negli anni Ottanta è stato una bomba, poi io mi chiedo sempre, non so nel resto d'Italia, ma qui in Toscana si aspettava il film del Nuti come un oracolo, il film del Nuti ci voleva tutti gli anni assolutamente, faceva al pieno delle sale, ma alle file fuori assolutamente. Mi ricordo Per Stregati, Karuso Paskowski, cioè se non andavi a vederlo poi non sapevi con chi parlare di cosa con le persone, bisogna parlare del film del Nuti, assolutamente. Poi la tenerezza che mi ha fatto quando è entrato in difficoltà personale, avendo tutti i suoi problemi personali con l'alcol e quant'altro, sono entrata un po' in empatia, nel senso mi ha fatto tenerezza, ho capito che è stato schiacciato e sfruttato moltissimo, perché è stata una macchina per soldi e ne ha fatti fare tantissimi, poteva fare qualunque cosa, è stato sicuramente circondato anche da persone poco affidabili, ma nel momento del bisogno, nella legge crudele dello spettacolo, in questo caso il film l'hanno veramente abbandonato ed è stato un peccato, lui aveva delle capacità, un talento pazzesco, però è stato vittima di se stesso, secondo me, e non è stato aiutato forse abbastanza da chi gli stava accanto, non lo so, mi ha dispiaciuto tanto, sia quando ho avuto l'incidente che è rimasto invalido per tanti anni, poi tutte le varie vicissitudini che ha avuto, le cadute, i maltrattamenti, ha stato una vita difficile per i noti e in Toscana però è rimasto molto amato, l'hanno amato sempre, non è mai stato dimenticato, poi abito veramente vicino a Prato, nell'alibi dove era lui e quindi è un piccolo divo, si fanno sempre manifestazioni in suo ricordo, gli è stato dedicato un teatro cinema, è sempre molto ricordato e mi disteceva che non avrei potuto non scrivergli qualcosa, io che sono Toscana, sono nuti, così come lo feci per Carlo Monni che è stato un grandissimo del cinema e poi qui in Toscana è stato veramente un personaggio, quando passava il Monni ci se ne accorgeva, si sentiva a distanza arrivare, era veramente unico, sono quei personaggi che non ci sono più e quindi quando vengono a mancare poi bisogna ricordarli, bisogna ricordarli veramente per come erano e io ho scritto questo post giocando, come ti dicevo prima, con il teatro, i suoi primi film che sono poi quelli più sinceri, Madonna che silenzio c'è stasera, che non è la sua regia ma praticamente è fatto da lui, Adovers di Faverino che è fatto con dei personaggi cattivi che racchiudono un po' il suo mondo, il mondo delle case del popolo, il mondo della piazza, di parete, delle persone eccentriche, che lo ha saputo raccontare così bene che noi qui in Toscana si conoscono benissimo, non bene, quindi si Francesco Nuti, Carlo Monni, sono dei personaggi veramente incredibili, incredibili, mancano tanto, Francesco Nuti non aveva potuto dare ancora tanto al cinema, è stato veramente uno spreco, un peccato che sia andato a finire così. Un vero peccato perché era veramente un grande comico. Io rivedendo alcuni suoi vecchi film magari alcuni mi rendo conto che sono un po' invecchiati, che erano adeguati al tempo in cui sono stati fatti, negli anni 80, spregati, ma anche altri rimangono carini però forse se un ragazzo della tua età lo vede oggi tante cose gli sfuggono perché sono proprio contestualizzati in quel periodo lì. Mentre la comicità legata ai Giancattivi e ai suoi primi film è rimasta più universale, più senza tempo perché era grottesca, era legata più ai costumi e non alla moda del momento, quindi penso che Nuti si ricorderà più per le cose iniziali forse che per gli ultimi tipi di film. Francesco Nuti anche ce l'ha molto nel cuore perché quando ero piccolo, che avevo 7-8 anni, in tv passavano spesso i suoi film, soprattutto Madonna che silenzio stasera o Willy Signori e quindi ci sono molto attenzionato. Anche in Willy Signori c'è quello di Alessandro Haber che fa il fratello. Sì perché poi scriveva tutti quei tormentoni che venivano poi ripetuti e ripetuti all'infinito, quindi il segreto del successo era anche quello. Poi lui aveva una mimica facciale che era pazzesca, bastava un'espressione e stringeva gli occhietti in quella maniera così unica. Ora non potrei paragonarlo a nessuno con quella mimica che aveva a lui. Aveva veramente delle doti eccezionali proprio a livello di movenza, di posture, aveva una padronanza del corpo eccezionale, oltre alla capacità di inventarsi sempre questi tormentoni, questi mori di dire all'infinito, che poi passavano da un film all'altro, quindi te l'aspettavi in un film. Poi anche lui ha cercato una vena un pochino più autoriale e quindi forse lì si è un po' smarrito. Per esempio un film come Tutta colpa del paradiso che all'epoca fu molto ben considerato dalla critica e tutto. Oggi mi sembra molto invecchiato quel film, mi sembra molto lento, molto stanco, non ci ritrovo con le cose che avevo visto all'epoca. Quindi penso invece che il suo ruolo era più comico, ma un comico nel senso profondo della parola. Ti ripeto, lui ha cercato un percorso un pochino più impegnato e lì si è perso, o non è stato capito, non gli sono stati dati gli strumenti per esprimersi al meglio. Però, questo non lo so dire, penso che abbia voluto percorrere una strada che non era forse proprio la sua, un po' fu suffuscato da altre cose, è stato deviato in quel senso lì. No, può essere, anche dopo magari gli insuccessi di Occhio Pinocchio in cui aveva comunque investito molto. Il suo ruolo l'ha sfroncato proprio, ma sai, nella vita di tanti registi c'è sempre il film che ti dà le gambe, che poi per rialzarsi diventa complicato e devi essere un grande per farlo. Lui purtroppo aveva altre problematiche che non gli hanno aiutato e quindi è stata la sua tragedia quella, la sua condanna. No, è vero. Poi mi è ricordato anche che Carlo Bonni mi ha fatto piacere perché è un altro attore che amo molto. Mamma mia, ma lui era un grandissimo. Il Bonni, guarda, mamma mia, è stato un dispiacere quando è morto, ma lui era veramente una persona del popolo. Se te andavi a Firenze lo trovavi alle cascine, in ciabatte, stessi per una chiacchierata. Lui era una persona veramente eccezionale. Era lo spettacolo in teatro, come in piazza, come a una bancarella. Lui era lo spettacolo. Era sempre se stesso, si sapeva recitare a memoria la divina commedia senza fare tutte le strombazzate di Benigni. Ecco, voglio dire, quindi era veramente un grande. Il Bonni, tantissimo, mamma mia. E distingui Alessandro Benvenuti dopo che si sono sciolti da un cattivi? Cosa ne pensi? Lui è bravo. A me piace molto Alessandro Benvenuti. Benvenuti in Casagori, mi torno in Casagori, sono i miei film di Natale. Se non ci sono quelli, insieme a Pacienti Serpenti, non è Natale per me. Lui è cattivo, è cattivo, è proprio Toscano vero in questo. Anche lui è senza pietà, fa dei ritratti spietati. Quindi mi piace moltissimo. Zitti e Mosca, me li sono visti tutti. Lui però ha avuto, nonostante anche lui abbia un carattere difficile, è riuscito a trovarsi una sua strada, una sua identità anche televisiva senza essere la macchietta di se stesso. È stato molto bravo e intelligente in questo, molto capace. No, è vero. Visto che sei Toscana, ti chiedo anche di Benigni, cosa ne pensi del cinema di Benigni? Benigni io ora non lo sopporto. Quando è in televisione giro canale, proprio no, ora non lo reggo. Che ti devo dire? Io l'ho adorato, tante volte per farmi due risate mi vado a vedere Berlinguer Ti Voglio Bene. È stato eccezionale. Delle cose fuori… però io già la vita è bella, a me non piace, quindi sono forse una delle pochissime che non sanno il film come un tizio perché ha fatto bene, è evoluto in maniera intelligente e capace, di questo bisogna darle atto. A me piace molto quando viene diretto, quando lavora con Giarmos mi piace moltissimo, quando ha lavorato con Fellini mi è piaciuto tantissimo, quando si dirige da solo non mi è piaciuto. A me non mi piace neanche Gianni Stecchino per intendersi, non mi piace. Non ci resta che piangere, anche il titolo di Caffà mi fa morire a ridere. Quando lui è diretto mi piace molto, quando lui si dirige negli spettacoli mi piace molto, quando si dirige nei film non mi piace e non mi piace ora, non mi fa più ridere, non mi divente più ora la televisione, ora sembra un po' una macchietta di se stesso e non mi sembra più sincero, non mi sembra più sincero e quindi quando una cosa non c'ho più fiducia viene a mancare il divertimento. Adesso vorrei parlare assieme a te di un altro regista italiano, Nanni Moretti e di la sua ultima opera, Il sole dell'avvenire, che è stato acclamato dalla critica italiana, mentre è stato massacrato dalla critica estera, tranne quella francese, dato che in Francia Nanni Moretti è sempre stato considerato un vero e proprio maestro. Cristina Nolan, per esempio, che è una critica inglese mi sembra, l'ha descritto come un film sincero, ma goffo, dalla stranezza irritante, un film qui carillon di personaggi, flashback, i canti e i bali non riescono mai ad adattarsi al flusso della narrazione, mentre addirittura un'altra critica inglese, Peter Bradshaw, lo considera addirittura una pellicola incredibilmente orrenda, confusa, mediocre e metatextuale, nonché una completa perdita di tempo, spredente e spugnata. La tua posizione, come abbiamo già detto, pur meno severa rispetto alle critiche estere appena lette, è più vicina alla sproncatura. Come mai? Ci puoi spiegare un po' le ragioni di questa tua posizione? Allora, a me Nanni Moretti piace tantissimo. Infatti quando ho criticato questo film in maniera creativa, sono stata a una volta criticata di non essere una morettiana. Ecco, cosa vuol dire essere morettiana? Vuol dire sapere tutte le battute a memoria, vuol dire difenderlo in maniera incondizionata come faccio un po' io, come Dario Argento? Allora va bene, allora non sono morettiana nel senso che conosco le battute a memoria, però non lo difendo in maniera così come posso con Dario Argento. Questo film non mi è piaciuto, non mi è piaciuto e se non ricordo male nella recensione l'ho paragonato a un caro zio anziano al quale si vuole molto bene, che racconta sempre le solite cose quando siamo seduti alle tavolate di famiglia, ma che poi dopo un po' insomma vengono a noi, ecco, allora poi fai finta di starla ad ascoltare ma pensi ad altro. E il film di Nanni Moretti mi ha fatto questo effetto qui, cioè all'inizio l'ho visto in maniera, anche ero ben disposta nel senso ero andata a vederlo pensando che mi potesse piacere perché gli ultimi film mi erano piaciuti quindi non pensavo che non mi piacesse in questa maniera. E invece dopo un po' mi sono resa conto che era semplicemente un elenco di cose autocitate, di suocitazioni insomma dei suoi film, fatto forse per i suoi famorettiani, ecco, questo l'ho capito forse dopo, ma lì per lì a me mi ha deluso tanto, in alcuni momenti addirittura ero imbarazzata, cioè la parte dove fa tutti questi salutoni ero imbarazzata per lui, come lo può essere appunto una parente accanto a uno zio, a tutti uguali bene, che sta però dicendo degli sfondoni, ecco, è stata una brutta sensazione e ho avuto la stessa sensazione con gli ultimi film di Woody Allen, ecco, il paragone mi è venuto di farlo con questo, altro regista che amo tantissimo, ma gli ultimi film di Woody Allen per me sono brutti, sono brutti e imbarazzanti, ecco, e quindi l'ho un po' paragonato a questo effetto qui per me, io poi i motivi per i quali lui avrebbe voluto fare un film di questo genere qui come film di saluto, non ne capisco il motivo, non ne aveva il motivo secondo me di fare un film di questo tipo là, però io ci sono rimasta male, quando sono uscita l'ho veramente delusissima, poi io mi arrabbio quando ci rimango male, vengo delusa negli aspetti, quindi poi scrissi forse la recensione su quest'onda di malumore che c'avevo, però ecco, non è che sono andata, mi ricordo che c'è avuto anche dei commenti sotto che poi vi allacciavano le discussioni su altri argomenti ancora, c'è una confusione, ha creato sto film che ognuno ci vuole fare poi una sua lettura, invece secondo me è molto banale, molto più banale di quello che si pensa alla fine, ecco, questo è un po' il mio giudizio, forse sono troppo transgenre, però ecco, non riesco a trovare una mezza misura. Sì, è un film che ha diviso molto, ma anche gli ultimi di Woody Allen quindi non ti sono piaciuti, anche l'ultimo francese che ha fatto. Penso di non averlo neanche visto, proprio per non avere delusioni di questo tipo, no, no, con Woody Allen purtroppo guarda che a me piace moltissimo, mi fa ridere tantissimo Woody Allen, ma negli ultimi film non ne piace, no, quindi purtroppo l'europeo non è la sua zona di conforto. Vabbè, cambiando argomento, tra le altre tue recensioni mi ha colpito molto anche quella che hai fatto su Cruising, una delle opere più distortate e controverse del grande resista William Friedkin, anche lui vorrei ricordare scomparso la scorsa estate. Finché la tua uscita ha suscitato molte polemiche e proteste, mi piacerebbe parlarne un po' con te, si spieghi perché Cruising di William Friedkin sia un grande film sottovalutato? Allora, tanto stiamo parlando di uno dei miei resisti preferiti, ovviamente perché ha fatto l'esorcista, quindi lo avrebbe potuto fare anche solo quello, invece ne ha fatti tanti altri, uno più bello dell'altro, quindi è un genio, non lo so, assolutamente. Cruising io l'ho visto per caso, per sbaglio, una secondissima serata, se non terza serata solo ai movie, quindi veramente una rarità e è rimasta folgorata, un film meraviglioso, un film meraviglioso che ovviamente parla di un argomento scottante, che mi immagino in quegli anni deve essere stato molto tabù e sicuramente per questo è stato distrattato così, però è un film eccezionale che dovrebbero vedere in continuazione tutti, ma prima di tutto per il tipo di linguaggio che lui utilizza, è il suo linguaggio, il suo stile, va bene, però lì è proprio esasperato questo notturno sempre horrorifico, perché poi è sempre questa ossessione per l'ambiguo, rende partecipe lo spettatore in questa atmosfera che non riesce mai a capire se quello che stai vedendo è vero oppure è soltanto immaginato dal protagonista, il protagonista che poi è un grande alpacino, che prende le sembianze di Howard Reed in questo film quasi, un poliziotto che praticamente per scoprire un serial killer di omosessuali si infiltra in quest'ambiente un po' così ambiguo, dei locali notturni gay del New York City, se non mi sbaglio è ambientato a New York, e piano piano appunto chi guarda il film non riesce più a capire se il protagonista ci sta credendo in quello che sta facendo, se gli sta piacendo quello che sta vivendo, se è lui il serial killer, se non è lui, cioè si crea tutto questo stato di ansia, di agitazione, ma non tanto con la narrazione del film in maniera proprio della storia del serial killer che poi diventa quasi marginale, quanto proprio nella psicologia dei personaggi che è stato sempre il fiore all'occhiello di questo regista che ha sempre saputo raccontare così bene gli ambienti e i contesti storici attraverso le psicologie dei suoi personaggi, questa è stata la sua vera grandezza secondo me, a mio parere non mi importava se lo facesse l'esorcista piuttosto che il braccio violento della legge che è un altro film esagerato o cruising, lui si concentrava molto sul personaggio e il mondo diventava il personaggio, tutto quello che era fuori rappresentava quello che stava vivendo il personaggio e di conseguenza lo spettatore, quindi tutti i notturni così bui, così foschi sono poi appunto le ombre della psicologia del protagonista e poi immancabilmente diventa anche dello spettatore, almeno io entro molto in simbiosi con questi tipi di personaggi, io sono sempre attratta dal negativo, ma io tengo sempre per il cattivo, il buono mi ha sempre annoiato tantissimo, ho sempre sperato che vincesse il cattivo e quando si parla appunto dell'esorcità, quando vince il diavolo io sono contenta, mi dispiace doverlo dire così, ma della bambina non me ne fregava niente, speravo che fosse il diavolo averla vinta, è la parte divertente nei film di Frederic che vince quasi sempre male, nel braccio di vento della legge il poliziotto che perde di vista qualsiasi etica per arrivare al suo fine, e beh come fa a non conquistarti, cioè su quella macchina che va all'impazzata è adrenalina pura, io invidio sempre molto le persone che non hanno visto certi film che magari possono avere il privilegio di vederlo la prima volta, perché io mi ricordo le mie prime volte al cinema o alla televisione a vedere questi film, è stata una botta di adrenalina pazzesca, assolutamente, lui è un grande, questo è un film sottovalutato ma non tanto per la qualità del film cruising, quanto per la tematica ovviamente, l'omosessualità, gli ambienti omosessuali, il fatto che erano implicati in certi ambienti proprio dei personaggi che dovevano essere al di fuori politici, poliziotti, lui invece lì non fa sconto a nessuno, fa vedere proprio come anche l'impensabile era nella feccia insieme all'ultimo della regista, quindi per questo era stato sicuramente un po' fuscato il film, mi ha meravigliato che sia stato ripescato in seconda serata su Rai Nuovi, questo mi ha fatto molto molto piacere, spero che magari per la prima volta l'abbia potuto vedere qualcuno che non ci pensava neanche a vedere un film come quello. Un grande film, voglio parlare velocemente assieme a te di un altro film del regista, un altro film che è andato un po' a scomparire, ovvero il Salario della Paura, del capolavoro di Cruso, vita è venduta. Poi è uno dei tuoi film preferiti. Assolutamente, Salario della Paura è fantastico, sono dei film meravigliosi questi, dove c'è l'adrenalina pura, ho visto per tanti anni quando ero ragazzina la televisione, poi ho avuto la fortuna di rivederlo al cinema durante il festival cinematografico di Lucca, è stato su un grande schermo, è veramente un'avventura diventa, entri in empatia con i protagonisti, io c'ho il gatto qui, scusa, c'ho il gatto che mi sta miagolando, ora non so com'è mai, è veramente un salario da paurata, anche quello non lo passano mai alla televisione. Ma pochi film di Trieschi vengono passati in tv. L'esorcista, per un pochino, ecco. E ogni tanto il brazzo più dentro della led, ogni tanto. Ecco, vanno visti, come una buona medicina, sai l'integratore? Va visto, tutte le volte che lo passano alla televisione va visto, l'esorcista, il brazzo più dentro della legge, poi la cosa di Cronenberg, questi film quando gli danno la televisione vanno sempre visti, perché fanno bene, ecco. No è vero, di Trieschi, peraltro ho visto da poco uno dei suoi ultimi film che è Bug, la paranoia contagiosa, non so se l'hai vista, è uno dei suoi ultimi, guarda perché l'hanno sproncato tutti, io però che sono amante del regista ho deciso di recuperarlo di vedere, è bellissimo, è del 2009, è uno dei film più belli realizzati in America nel nuovo millennio, è veramente un ottimo film. Sì, mi ha dato una bella dritta. È veramente bello, però non viene mai citato, è passato anche quello molto in sordina, non capisco perché. E ti ricordo, lui, come mi viene sempre da dire Dario Argento, però quando fai dei picchi così alti nella sua carriera, come l'esorcista, l'esorcista è il brazzo dentro della legge, per forza il resto, anche se è molto buono e molto bello, passa in cavalleria, capito? Che peccato. Vabbè, comunque siamo quasi giunti al termine della nostra intervista, ma prima di concludere vi riporto un'ultima domanda. Mi potresti fare i nomi di tre titoli usciti dal 2020 ad oggi che ritieni davvero straordinari e che puntando una monetina scommetteresti che rimarranno nell'immaginario collettivo cinefilo e non solo cinefilo? Allora, devo dire che dal 2020 a ora non ho visto tanti film. Un po' per la pandemia mi medicavo guardando vecchi film, quindi i nuovi film, poi ce ne sono stati pochi, relativamente pochi, perché non si può andare al cinema, quindi e non frequentando le piattaforme importanti, non è che abbia visto tantissimo. Però ci sono tre film che mi sono piaciuti veramente molto, ma tantissimo, e uno è Vortex di Caspar Noè, dove c'è Dario Argento che c'è nella città, per me è bellissimo, quel film mi ha commosso alle lacrime, è un film duro e pazzesco con Dario Argento, è bravissimo, è veramente nel suo, mi è piaciuto tanto, mi ha convinto tanto. Sinceramente avevo iniziato a vederlo un po' così, un po' prevenuta, dicendo vabbè come mai, poi oltretutto è un film improvvisato, senza un testo scritto, senza una sceneggiatura scritta, poi dialoghi, doveva essere tutto impostato sull'improvvisazione, invece è veramente un film innovativo, mi ha piaciuto tantissimo, questo sicuramente è un film che purtroppo avranno visto pochi perché non è stato distribuito per niente, però spero che col futuro magari possa essere recuperato da qualche parte sulla sua piattaforma, mi pare fosse Movie la piattaforma che lo distribuiva, ma non ne sono sicura. Poi un altro film che mi è piaciuto tanto, perché è piaciuto che mi ha scioccato, è stato Boa Paura, quello di Ari Aster, quello proprio, a parte che sono andata a vederlo senza sapere che durava tre ore, e quindi già quando ho staccato il biglietto al cinema la bigliettaio mi ha detto che durava tre ore, ho detto eccoci, ora io che sono tre ore imprisionata al cinema, no, perché a me la durata di un film è così lunga, mi penalizza tanto, e invece praticamente il primo tempo l'ho passata in apnea, e il secondo tempo l'ho passata a cercare di capire che cosa stava succedendo, quindi è un film che mi ha scioccato tanto e che mi è piaciuto, mi è piaciuto tanto, perché poi ho capito con l'età che nel film che vado a vedere, più che il film che mi piace, che ovviamente se c'è la storia bella, gli attori bravi, il regista bravo, è ovvio che poi il film ti piace, lo vedi volentieri, però quello che mi rende il film speciale è il modo in cui viene raccontata la storia, quindi magari anche se all'inizio mi pare ostica, poi mi rendo conto che mi incurisisce, mi piace e mi ha lasciato qualcosa, il modo di raccontare, e Ariasters mi piace, a me mi è piaciuto tantissimo, Midsommar, quello proprio mi è piaciuto tantissimo, tantissimo, e anche questo mi è piaciuto molto, Hazzardato, è stato eccessivo, veramente, ora dopo di questo non so che cosa si inventerà, non lo so, però è stato veramente eccessivo, e poi l'ultimo film che sono andata a vedere è La zona di interesse, e quello effettivamente mi è piaciuto tanto, tanto, tanto, mi è piaciuto per garrone, perché Io capitano era un film per il quale tifavo tanto, mi è piaciuto, però sinceramente lottava contro un gigante, La zona di interesse è stato un film, è un film importante, sicuramente penso che avrà anche negli anni poi, sarà valutato molto, perché è un film importante, che dice una cosa importante, di spessore, e spero che il messaggio venga accolto, purtroppo non sono riuscita neanche a scriverci una recensione, mi sono rimasta talmente, ci ha mandato talmente noia, che non riuscivo neanche a scriverci, e io se non ci scrivo subito, poi dopo passare dei giorni non riesco a scrivere una recensione, se sono passati troppi giorni, mi ha voluto un po' di tempo per metabolizzarlo questo film, non ce l'ho fatta, forse se lo vedo una seconda volta poi ci scriverò qualcosa. Perfetto, siamo ormai giunti alla conclusione della nostra intervista, ringrazio tantissimo Alessandra per questa straordinaria chiacchierata, e per aver voluto parlare assieme a me della sua passione per il cinema, e per aver condiviso con me la sua vasta cultura e conoscenza in questo campo, grazie Alessandra. Allora, io vi ringrazio, forse è un po' troppo lunga perché sono un chiacchierone di mio, saluto tutti gli amici e gli utenti di Fintv che è un sito bello, è una casa più che un sito per me, infatti quando entro sul mio profilo mi sembra come andare alla casa del mare, rispolverare un po', rimettere un po' in ordine, metterci qualcosa di nuovo, ecco io ormai la vivo così, la mia presenza sul sito, e quindi mi fa piacere che sei un ragazzo giovane che ha intrapreso questa nuova cosa del podcast, che per me è tutto nuovo, quindi spero che funzioni tutto, e alla prossima! Ora sono gasta, scusate. Saluto anche a tutti, a risentirci nella prossima puntata.