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“Non posso farci nulla, sono fatto così!”
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“Non posso farci nulla, sono fatto così!”
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The saying "Chi nasce tondo non può morire quadrato" means that our character traits are inherent and will stay with us throughout our lives. However, humans have the ability to adapt and change their behaviors in different situations. This raises the question of how we can overcome difficulties by modifying our actions and shaping new scenarios while still staying true to our innate nature. It is a constant conflict between our instincts and rationality, influenced by our experiences. Experience helps us evolve and change our goals, but it doesn't mean we completely change who we are. So, while we are born round, it is possible to become square, except for the stubborn ones. This is Evaristo Tisci's podcast called "Perché, ma forse lo cambio." Chi nasce tondo non può morire quadrato. Questo modo di dire mi è risuonato spesso nella mente in questi ultimi tempi. Sta a significare che si nasce con dei tratti del carattere ben definiti, e che ci accompagneranno fino alla fine dei nostri giorni. Quante volte abbiamo potuto sentire non posso farci nulla, sono fatto così, e eppure l'essere umano è progredito nei millenni proprio per la sua capacità di adattarsi, di cambiare radicalmente il suo modo di agire, e di essere resiliente in tutte le condizioni e in tutti i più disparati scenari, climatici e sociali. C'è quindi una contraddizione di fondo? Intendo dire, se la nostra indole è quella, immutabile e distintiva da un individuo all'altro, com'è possibile che si riesca comunque a superare le più svariate difficoltà semplicemente modificando i nostri comportamenti e plasmando le nuovi scenari che si sono prospettati? È evidente che sto parlando di due situazioni molto diverse fra loro. Una cosa è il nostro temperamento, un'altra è l'evoluzione del pensiero e di azione in base ai mutamenti che quotidianamente viviamo. Succede perciò che se la mia personalità innata tenderebbe ad essere per esempio irruente e istintivo, la parte più razionale analizza quali comportamenti o reazioni ad una determinata situazione siano le migliori da attuare. Quindi se Mike Tyson mi taglia la strada con la sua auto e il mio istinto tenderebbe ad affrontarlo con epipeti e gestaci, il mio cervello andrà a consigliare di reagire con un sorriso enorme ed un saluto amichevole con la mano. Ora, fatto salvo che nell'esempio precedente sarebbe sempre opportuno reagire come il cervello consigliava, anche se non fosse stato Tyson ma una dolce e un po' ciecata vecchina, il costante conflitto fra impulso e razionalità c'è sempre, anche in una situazione opposta, quando un animo troppo gentile e remissivo viene spronato dall'encefalo ad agire con più intraprendenza e decisionalità. C'è poi un terzo aspetto che va ad influire e mediare tra i due contendenti, l'esperienza. L'esperienza non è altro che una parola gentile ed accattivante che usiamo come sinonimo di becchiaia. Il passare del tempo, la maggiore acquisizione di informazioni e lezioni dateci dal nostro quotidiano, il mutamento delle esigenze che va di pari passo al cambiamento delle stagioni della vita, modificano anche i nostri obiettivi e ciò che realmente è importante per noi. Questo non significa mutare totalmente la nostra personalità, il nostro essere tondo, anzi, spesso succede che il ventenne che alberga sempre in noi, in un corpo che dei vent'anni ha una vaga somiglianza, se non altro per lo stesso nome sul documento, ecco, il ventenne ci spingerebbe a compiere azioni che nella migliore delle situazioni ci farebbe fare delle figuracce epocali. Quindi, per esperienza, potremmo dire che si nasce tondi e non si muore quadrati, ma forse la quadratura del cerchio a volte si può verificare, per tutti, tranne che per i testardi. Sono Evaristo Tisci e questo è il mio podcast che si chiama Perché, ma forse lo cambio.