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Prima Puntata "Morti di film"

Prima Puntata "Morti di film"

Gianmarco Bonelli

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Top dell'anno

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The speaker is discussing various movies, including one called "Godzilla Minus One" which they believe is a great film that could compete with other blockbusters and is a successful reinterpretation of the Godzilla franchise. They also mention a film called "Knock at the Cabin" and discuss their thoughts on the dubbing of certain movies. They praise the film "Dungeons & Dragons" for its ability to appeal to both new and existing fans of the game. The speaker concludes by mentioning their disappointment with Christopher Nolan's recent films and stating that their top pick for a blockbuster film of the year is "Oppenheimer" by Nolan. No, scusate, volevo dire, porco! Esatto, esatto! Vai, vai, rifatto! Vai, vai, è carina, è carina, sì, sì! L'ho intervenuto perché lo sapevo che era di prova, va bene, per me è approvata. Per me va bene. Ciao, ciao a tutti! Madonna, mamma mia! Ciao, ciao, ciao! Ciao, ciao, ciao! E fanno bene! Ma direi di cominciare a parlare delle nostre grandissime e sicuramente molto attese top e flop dell'anno. Ciao, ciao, ciao! Certo! Vai, fai cominciare, vai, esatto! Ciao, ciao, ciao! Ciao, ciao, ciao! Io se l'ho visto! Vai, Mattì, vai, vai, Mattì! Sì, io l'ho visto, l'ho trovato eccezionale, sono d'accordo con Gianluca, è un film veramente delicato nel trattare un tema così forte, insomma, anzi, tanti temi così forti perché ce ne sono tanti in ballo durante, insomma, le quasi due ore di film, ma con una veramente, con un tatto, un'umanità tali che ti fa arrivare il problema esattamente come dovrebbe arrivarti quando un film si pone di parlare di depressione e via dicendo. E quindi qua te lo fa senza compromessi, ti deve arrivare quel messaggio chiaro e forte a costo di, insomma, scombussolarti, e il film cerca proprio di farti entrare in quell'ottica là, ma appunto senza sconti, non è un film che cerca di edulcorare la cosa rischiando anche appunto poi magari di andare a perdere la bussola, invece è un film molto diretto, ecco, l'ho trovato un film molto umano, mettiamola così. Si vede. Non c'è storia. Ambe. Vero. Grande. Bravo Marco. Bello. Sì, quello non lo conosco neanche io, mi sfugge, onestamente. Però The Division to Live, grande scelta. Bellissima. Allora, io siccome spoiler, insomma, dovevo scegliere tra autore e blockbuster per le nostre categorie, ho fatto un po' questo giochino e nel blockbuster ho messo un titolo che poi, insomma, vedrete, e autore, a quel punto mi sono giocato la carta a Godzilla Minus One, perché, insomma, è un film che effettivamente può essere considerato totalmente da autore, visto che il regista, che si chiama Takashi Yamazaki, ha curato gli effetti visivi, perché ovviamente la regia, di conseguenza, e l'ho anche scritto, quindi insomma, diciamo che è un film suo a tutti gli effetti, si può dire. Con un budget, poi, che, insomma, visti i tempi moderni, risulta quasi irrisorio, ovvero 15 milioni, è riuscito a tirare fuori quella che per me, da grandissimo fan di Godzilla, in generale The Kaiju Movie, è uno dei migliori film proprio appunto su Godzilla fatti. Dopo Shin Godzilla, che ritengo un capolavoro, pensavo non si potesse comunque, non dico fare meglio, ma quantomeno pareggiare invece con Godzilla Minus One, ecco qua che ci sono riusciti. Per farla breve, in teoria dovrebbe essere una sorta di reboot, è come se stessi vedendo tu, spettatore, per la prima volta un film di Godzilla. Però con la differenza ovviamente che, tenendo conto del passato tra film americani, Shin Godzilla, ecco, citato da poco, e, insomma, il mood proprio che ha contraddistinto la nuova Kaiju Wave, chiamiamola così, degli ultimi anni, qui sono riusciti proprio a fare un bel mash-up di tutte quelle tematiche, quindi, insomma, percepisci un senso di familiarità che ti piace, quindi non disdegna l'epica che magari si vedeva in King of the Monsters, non disdegna quell'idea di mostro inarrivabile e superiore a qualsiasi altra forma di vita, come lo cercava di inquadrare Edwards nel suo film primo americano, ma ci butta anche la componente, sì politica, ma anche molto umana, che forse a quella mancava, di Shin Godzilla. Shin Godzilla era un film estremamente politico, insomma non è questa la sede per parlarne, però ecco, Minus One, sì, prende gli argomenti della politica, ma li trasla sui suoi personaggi, che sono personaggi molto intensi, hanno veramente un cuore, sembrano dei personaggi veramente realistici, mi vorrebbe da dire. E quindi in parallelo con questo nuovo sguardo, con questa nuova visione di Godzilla, lui cerca proprio di raccontarti l'umanità come risponde a questo Godzilla, avallando tutto quello che c'è stato poco prima, perché il film è ambientato poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, o meglio, durante gli ultimi strascichi, quindi loro, reduci da questa guerra devastante, costretti a combattere per il loro Stato, che gli imponeva delle cose folli, di fare i kamikaze, insomma, veramente delle regole al limite dell'indecenza, adesso si ritrovano con un altro nemico davanti, subito dopo senza neanche la possibilità di respirare, ma questa volta con le cicatrici addosso di quello che hanno passato, si rendono conto che questo male superiore, questa maledizione divina, chiamiamola così, va affrontata in gruppo, va affrontata usando il cuore, usando la testa, e non usando più, come dire, la semplice forza bruta, che poi era quella che lo Stato, in fausto, chiedeva. Quindi l'ho trovato veramente una rivisitazione, se vogliamo dire così, eccezionale di Godzilla, e onestamente trovo imbarazzante la distribuzione che ha avuto, perché per me è un film che tranquillamente potrebbe competere con qualsiasi altro blockbuster uscito quest'anno, o film d'autore, infatti ho messo tre film d'autore proprio per questo, quindi secondo me, film d'autore dell'anno, Godzilla Minus One, senza ombra di dubbio. Ci si se. Molto bene. Dici il tuo. Sì. Sì. Sì. Sì. Sì, anche io l'ho visto al cinema d'estate, quindi per forza. Sì. Sì. Sì. Sì. Sì. Sì. Sì. Sì, anche io l'ho visto al cinema d'estate, quindi per forza. Sì, ma sarà un filmone incredibile, veramente incredibile quello. Che tristezza. Esatto. Ci stava benissimo. Per la nostra battuta uno anche peggiore doveva essere di suono. No, io l'ho visto doppiato, purtroppo, perché a mali estremi, come hai fatto tu, a estremi rimedi. Però vabbè, alla fine, o meglio, là il doppiaggio è fondamentale, scusa, la lingua originale è fondamentale perché loro appunto sono stranieri, diciamo, in terra straniera. Però, ecco, per fortuna, diciamo, il dubbio non è un dubbio, il dubbio non è un dubbio, il dubbio non è un dubbio, però, ecco, per fortuna il doppiaggio era quantomeno ascoltabile, non c'erano voci completamente staccate o che non c'entrano nulla col personaggio che vedi come sta accadendo sempre più di recente. Almeno hanno fatto un lavoro discreto, mettiamola così. Esatto, esattamente. Marie Descote ha sempre ragione, quindi va bene così. Marie Descote. Ecco qua. Grande. Bravo. Assolutamente sì. Knock at the Cabin, ovvero Busson alla Porta, lo volevo mettere anche tra i film d'autore, ma ho dovuto scegliere uno, quindi ho fatto, va bene, facciamo una cosa diversa. Esatto. Esatto, però banale, capito, quindi ho detto, va bene, dai. Sì. In questo campo ostinato. Tocca, bravo, toccaci tutto, ma non sciamala. Assolutamente sì, assolutamente sì. Certo. Quello è il Jolly. Verissimo. L'ho visto, io l'ho visto sia doppiato la prima volta, perché appunto al Day One ho dovuto fare De Necessità di Virtù, perché tra l'altro non ci fu neanche proiezione stampa, né niente, quindi insomma, cinema e basta, e poi l'ho recuperato in 4K di recente la Stillbook e l'ho visto in nivo originale, che ovviamente 100 marce avanti. Sì. Sì. Sì. E' ovunque. Sì. Vero, verissima questa cosa, una tristezza, sì sì sì sì sì, vero, orribile. Ma poi guarda, lui grandissimo doppiatore, perfetto secondo me su personaggi appunto come Colin Farrell, ma su Battista, anche poi con quei sospiri non doppiati percepivo proprio che c'era uno spacco veramente troppo grosso. A tanto rettifico ho detto Colin Farrell, ma intendevo Colin Firth e compagnia bella doppiati da Fabrizio Pucci, che mi tipo è qua. Sì, infatti. Sì. Sì, dato che ha già voluto. Niente. Sì. Sì. Vabbè, siamo in tempo tanto. No, no, infatti. Vai. Esatto, meritato. Decide lui, decide lui, se fa gli applausi da solo. Sì. Sì. Vero. Sì. Sì, confermo, confermo, è molto carino. Anch'io ho recuperato in un video, tra l'altro, totalmente senza aspettative, però insomma ecco, abbiamo iniziato a parlare bene, sì, ma niente di che, anche perché non sono un giocatore di ruolo, quindi non faccio parte di quell'universo là, per cui ci sono andato proprio, come dire, con totale disinteresse, ma per capire appunto cosa avessero fatto, e sono d'accordo con Gianluca che è veramente ben riuscito, un film proprio fatto al punto giusto, da come l'ho percepito io, da non giocatore, mi è sembrato un perfetto connubio tra un modo per attirare nuovi potenziali giocatori e non tradire chi invece gioca già da tanto. Cioè io guardandolo mi sembrava che stessero facendo tantissimi riferimenti a qualcosa che probabilmente esisteva, sicuramente Gianluca me lo confermerà, ma al tempo stesso io da novizio mi godevo quello che vedevo erano belle idee, erano sfruttate bene, erano messe bene in scena, cioè tutto è funzionale, non c'è nulla di ridondante, di estremamente fanservice, c'è una trama semplice, lineare, ma scritta molto bene, molto pulita, i personaggi funzionano, ognuno ha il suo minutaggio, ognuno ha i suoi poteri specifici e tu quindi capisci che determinate situazioni andranno a creare delle gag magari, oppure delle sequenze d'azione particolarmente interessanti in base a chi è coinvolto, cioè sembra proprio che abbiano messo realmente qualcuno capace di saper gestire questa cosa, non solo da regista, ma anche proprio da giocatore e da persona che deve rispettare il materiale che sta trattando, che potenzialmente è infinito, perché c'è una lore gigantesca dietro Dungeons & Dragons, quindi per me va benissimo un film così, anzi ad avercene... Eh, vedi, vedi, beh sì, tra di noi era bruttino, eh, sì era bruttino, madonna mia! Ne parleremo, ne parleremo. Vai, vai. Lo hai lasciato a me, dai. Ci sta. Beh sì, sì. Digerirlo. Per espiarlo. Scusa. Scusa. Verissimo. Sì, la scelta ovviamente ricade su Oppenheimer di Nolan, un film che sembrerà banale metterlo in una top dei film di blockbuster dell'anno, però insomma ecco, per me era veramente inevitabile perché facendo un piccolissimo preambolo io venivo da due delusioni abbastanza grosse da parte di Nolan, che è un regista che ho sempre apprezzato molto, fino a Dunkirk. Da Dunkirk, che purtroppo non sono mai riuscito a farmelo piacere, Dunkirk come si chiama, insomma, non sono mai riuscito a farmelo piacere come magari è redovuto, non lo so, poi passando per Tenet, che l'ho trovato ancor più difficile da digerire rispetto al lavoro precedente, avevo delle aspettative più basse, proprio in generale, per quale sarebbe stato il prossimo progetto di Nolan, poi vedendo appunto come si sono evolute le cose, vedendo i primi trailer, poi vedendo effettivamente il film in sala, mi sono reso conto che con Oppenheimer probabilmente lui ha trovato finalmente, non perché prima non avesse una quadratura, ma adesso ha finalmente trovato una quadratura che non lo faccia risultare un regista un po' freddo, perché sarà un blocco comune, ma Nolan, a me che l'ho sempre amato, tra Rush and Interstellar, mi è sempre sembrato un regista un po' freddo. Qui mi sembra che è riuscito finalmente a trovare quel modo per comunicare tutto il calore, tutto l'amore che lui prova per il cinema e la bellezza che ha nel farlo, perché a livello registico non gli si può dire nulla, lui è un esteta assoluto, mettiamola così. E qui con Oppenheimer ha finalmente, ripeto, trovato il modo proprio di fare un film che dica sono un film di Nolan, ma non sono il Nolan cervellotico supercalcolatore, superperfezionista di un tempo, lo sono, però sono riuscito a diventare un po' più caldo, mettiamola così. E questa è una cosa che ho apprezzato tantissimo. Poi il modo in cui dirige il cast per tutto il film per me fa veramente invidia a tanti altri film, perché gestire un cast del genere in modo così oculato, così perfetto, dove tutti sono valorizzati, tutti sono estremamente in parte, poi mi ha fatto impazzire come utilizza anche i piccoli personaggi, i personaggi come quello di Rami Malek, che lo vedi pochissime volte ed è interpretato da un premio Oscar. E proprio per questo, nonostante uno potrebbe pensare che viene sprecato, in realtà te lo mette in una scena chiave del film ed è una svolta per tutto il destino dello stesso Oppenheimer, quel personaggio lì di Rami Malek. E quella comunque è una bravura registica, è saperlo mettere nel punto giusto, saperlo inquadrare nel modo giusto, dargli una rilevanza. E lo fa con tanti personaggi all'interno del film, tutti i personaggi che tu li vedi, che dici, ah, guarda, quell'attore lo conosco, guarda, il ruolo sembra piccolo, ma poi bene o male tutti hanno un'importanza nel collettivo, nella complessità del film. E questa è una cosa che ho trovato veramente eccezionale, tralasciando chiaramente poi tutti i vari tecnicismi a livello di montaggio, di sonoro, che non competono solo a Nolan, per carità, però insomma quelli sono sempre su livelli eccezionali. Quindi ecco, Oppenheimer, senza dubbio, per come la vedo io, è uno dei migliori film di Nolan. 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