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Intervista Fernando

Intervista Fernando

Giorgia

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Fernando, a homeless man in Rome, shares his experiences and challenges. He lost his parents and wife in a car accident and has been living on the streets for 14 years. He believes that ignorance is the main issue, as people don't understand the reasons behind homelessness. He has taken care of a dog for 35 days and considers him his true friend. Fernando believes that true friendship and help come from the heart, not for personal gain. He also talks about the difficulties faced by other homeless people and the prejudices they encounter. He shares his disappointment with organizations that discriminate between different types of poverty. Despite wanting to work, Fernando cannot due to his responsibilities towards his dog. He expresses his frustration with the system and his intention to abandon the assistance he received from a charity organization. Come ti chiami? Fernando. Ti piace Roma? Certo, sono romano. Io sono 14 anni che sono per strada. Una disgrazia? Mamma, papà e mia moglie sono morti in un incidente stradale, tutti e tre insieme. Il meno di che mi smuove la gente? L'ignoranza. Non capire la gente quando sta pensata perché o voluta o per una disgrazia. Lo sguardo che ti fanno mentre stai qua, che fai la colletta. Ho fatto tutto in generale, le persone che a Roma sono di pancia piena non pensano a quella cosa. L'avevano abbandonato e c'era 35 giorni. Con il mio sacrificio ho fatto fare un mese e mezzo, ho fatto fare tutti i vaccini. Con la mia dignità, la mia forza e voler bene a lui stiamo andando avanti, senza chiedere niente, senza farvi male alla gente. Andiamo avanti così, semplicemente. E poi siamo i giorni, le settimane, i mesi, gli anni. Lui c'ha cinque anni e mezzo, è mio amico, vero. Dopo quattordici anni posso dire che io mi sono comportato così tra la gente, tutte le razze. L'ho preso e l'ho dato. Dopo quattordici anni che sto qua, la gente mi ammazza io per il rispetto che do e per il rispetto che si riceve. Perché pensate a una giungla. Non pensate che quando uno dice io dormo per strada, ecco. Ma quando uno vive per strada è un'altra cosa. C'è gente che è pazza, che mi conosce. Eppure mi conosce da poco. Viene qui e mi dà dei consigli. Posso fare quello, non posso fare quello. Vai io, come fai io. Quindi ho sempre i miei consigli. Ho sempre trovato le persone adulte, di quattordici anni. E spero sempre che i miei consigli siano buoni. L'ascoltano. Ma non per me. Per i giovani pure. Perché ci sono tanti giovani, ragazze, ragazzi, venti, otto, trenta, che stanno per strada, però non sanno che significa per strada. Per strada vedi il giorno, è normale. Però tra le dieci e mezza e poi, in sera, diventa una giungla. Diventando una giungla diventi un po' tarda. Una notte, no. Si deve difendere, si deve capire. La gente che si vuole male, la gente che si vuole aiutare. Poi vi dico sempre, in quattordici anni, vi dico sempre che l'amicizia per strada non esiste. La conoscenza non è l'amicizia. L'amicizia è lui, la vera amicizia. L'amicizia è quando hai bisogno di una carinezza, una spalla, che piange. C'è il taxi, c'è un uomo che torna. Non si fanno cose per ricevere. Si fanno cose con il cuore. E diventi persone che sono poche, pochissime. Non vogliono portarsi il panno con la mano. Però quando ne trovi una, soprattutto il più grande sbaglio che faccio io, come tutto io, in quattordici anni ancora si sbaglia. E' meglio sbagliare perché non si sbaglia la prossima volta. Rimani sempre buggerato, perché pensi invece che lo trovi un vero amico. Poi se ti trovi direttamente l'amicizia, hai il conto. E la conoscenza non la hai. Io lavoravo, avevo il lavoro più bello di me. Io l'ho studiato per ripulire le colazioni in marmo. Poi dopo che è successa la disgrazia, ho voluto abbandonarlo. Perché è successo quello che è successo con la disgrazia, e ho dovuto andare a pagare gli aprilei, ho dovuto pagare l'ultimo affitto di casa, perché io vivevo con la mia compagna a casa di mio padre e mia mamma. Dividavamo l'affitto insieme. Dopo quello che mi è successo, non ho voluto più pagare. Non sono più successo a pagare. Ma io ce l'ho a lavorare. Io se voglio vado a lavorare, perché c'è la mia titta, la piccola, che è di aprilei. Io quando voglio vado a lavorare. Però non posso andare perché sono lui. Come non posso dormire senza un centro, perché sono lui. Perché loro non mi fanno entrare. Io sto lavorando a Ragazzia Siena, Palazzo Best. E non posso lavorare perché non lo lascerei mai nessuno, lui. E poi perché anche lasciandolo non lavorerei mai con la mentalità. Perché quelli sono lavori molto delicati. Ci sono dei liquidi che ti passano quando il marmo diventa un po' giallo, oppure quando si schiebola un pochetto. Allora quello è un lavoro molto di... che è bello. Per fare quel lavoro che è veramente l'utile, è sereno. Lasciandolo io non ho la mente l'utile, è sereno. È meglio decidere di lavorare, perché chiaramente so, mi sono stancato di ragazza attualmente. E poi perché non muovo meglio come tante altre gente. Mi ricapito che non sia di grazie. Perché c'è gente che sta fessata perché lo vuole. E c'è gente che sta fessata o per necessità o per grazie. Io quello dico, sono una persona che dentro dico qua ci sono i mali, i mali. Perché no? Allora mi dite, fate lunghi e fate salare. Queste persone, vi saggiate, già lo Stato e soprattutto il Vaticano non fanno niente. Allora, lo Stato sud-italiano non prende niente. Lo Stato, sugli extracomunitari, prende 40 euro al giorno. Ecco perché ci hanno visto all'oltre e lavorato. Il Vaticano, ora voi potete rimanere male, però io sto così. Quello che dico è, i predi sono pedofili e le sue ore sono un po' leggere. E io non credo nel cuore e nei predi. Tante volte faccio un predio e le sue ore sono qua. Tu da padre hai una monetina? Non ho tempo. Suora ha una monetina per mangiare lui o la cassa? Allora, se tu sei prede e sei suora e ti hanno segnato di aiutare i poveri oppure i più bisognosi, ma anche no con una monetina, anche con una mano sulla spalla. Perché adesso c'è stato anche il pregiudizio da poveri e poveri? I poveri sono poveri, poveri e poveri. C'è stato un pregiudizio da Caritas che passa. C'è stato un pregiudizio da un povero e l'altro. A me mi è successo l'altra settimana. Una ragazza qua per quattro giorni si può dire povera, però stava per strada. Ha passato tuttina da mangiare, ha passato da me, passa da lei davanti e va via. Allora io mi alzo e dico scusa, ma perché qua la ragazza non è andata da mangiare? Perché è povera. E perché tu come fai a dire che quella è povera o fa qualche problema? E sono andato indietro e ho detto scusa. E quella si è risposto non lo voglio da mangiare perché lei c'ha un pregiudizio tra poveri e poveri. A Bilano 95 c'è l'impermeria. Ci stanno le docce a Bilano 95, c'è il mangiare a mezza e c'è il dormitorio. Io ho dormito due giorni dentro il dormitorio perché mi hanno permesso di ammettere lui. Quando è venuto il responsabile come ha visto il cane ha detto no, il cane deve scendere fuori. Eh, è vero, c'è stato un attimo che è scenduto fuori. Ti fai come ti pare, come ci siamo usciti noi due, è entrata una persona porca che puzzava come da qua l'ha trovato laggiù. Lui è scenduto fuori di noi. La disillusione. Dentro il dormitorio ci stanno persone che vagano e si arricchiscono. Io ho visto persone che stanno due o tre anni da dentro. Ci sono due o tre anni che vagano. Come viaggia la diversità a chi può aiutare e no. Qui mi risparmio tutto perché do rispetto. Dai rispetto e riprendi rispetto. Capito? San Seggidio che è una delle più grandi comunità che sta pure a Cuba all'estero sono andato a chiedere una tenda o una roulotte. Ecco io in una famiglia straniera ho una moglie e due bambini. Hanno chiesto la roulotte e dopo chiedere la tenda hanno dato la roulotte. Alla volta io boom boom ho rispostato. Ma com'è allora che ha dato a me no? Non è la risposta che era stata perché era una escomunità e San Seggidio prendeva i soldi da loro. E da l'italiano non poteva prendere i soldi no? Bello questo. Ora ci stanno a fare i filtri tra poveri e poveri. E' molto brutto e io vado a lavorare così non vado a lavorare non andrò mai a lavorare perché non posso andare a lavorare. Ma io abbandono anche la roulotte quella roulotte.

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