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This is a story about the reign of Anshar and the king who succeeded him. When the law was changed, the other princes disagreed, but there was no rebellion. Anshar married his stepsister, Kishar, and she became his first wife. The dynasty continued under this law. However, there were problems in Anshar's reign - the crops diminished, and there were plagues in the fields. Anshar's son, Enshar, became the seventh king and tried to find a solution to the problems. He studied the celestial revolution of Nibiru and examined the atmospheres of other celestial bodies. The wise men suggested using gold to heal the atmosphere and creating celestial boats to bring gold to Nibiru. Another suggestion was to create weapons to attack the volcanoes and increase their activity to fill the atmosphere. However, Enshar was too weak to make a decision. As time passed, the situation worsened, and conflicts arose. The unity was Questo è il racconto del regno di Anshar e del re che gli succedette. Quando la legge fu cambiata, gli altri principi furono in disaccordo. Ci furono discussioni, ma non ci fu ribellione. Anshar scelse come sposa una sorellastra. Fece di lei la sua prima moglie e fu chiamata Kishar. Così la dinastia continuò secondo questa legge. Nel regno di Anshar diminuirono i raccolti dei campi. Frutti e cereali divennero meno abbondanti. Di rivoluzione in rivoluzione, avvicinandosi al sole, il calore si faceva più intenso. Nella dimora lontana il freddo era più pungente. Ad Agade, la città del trono, il re convocò i saggi che erano dotati di grande comprensione. Istruiti, sapienti, dotati di grande conoscenza, furono incaricati di investigare. Esaminarono il territorio e il suolo. Controllarono i laghi e i fiumi. È già successo in passato, risposero alcuni. In passato Nibiru è diventato più freddo o più caldo. È un destino racchiuso nella rivoluzione orbitale di Nibiru, così dissero. Altri saggi, osservando la rivoluzione del pianeta, disdegnarono di attribuire la responsabilità al destino di Nibiru. Nell'atmosfera si è prodotto uno squarcio. Fu la conclusione a cui giunsero. I vulcani, antenati dell'atmosfera, eruttavano con minore intensità. L'area di Nibiru si era rarefatta. Lo scudo protettivo si era assottigliato. Nel regno di Anshar e Kishar compavano le pestilenze nei campi. Il duro lavoro non riusciva a sconfiggerle. Poi salì al trono il loro figlio Enshar, il sesto della dinastia. Il suo nome significava Signore dello Shar. Fin della nascita possedeva una grande comprensione. Grazie a uno studio intenso acquisì vaste conoscenze. Cercò di porre rimedio alle sventure e studiò approfonditamente la rivoluzione celeste di Nibiru. Nel suo ciclo comprendeva cinque membri della famiglia del Sole, pianeti di abbagliante bellezza. Fece esaminare le loro atmosfere per scoprire come rimediare alle loro shagure. A ognuno diede un nome, rendendo onore agli avi ancestrali, e lì considerò come coppia celesti. I primi due ad essere incontrati, i pianeti gemelli, li chiamò An e Antu. Oltre il circuito di Nibiru c'erano Enshar e Kishar, i più grandi per dimensioni. Gaga invece seguiva il proprio corso fra gli altri, come un messaggero, e talvolta era il primo a incontrare Nibiru. Cinque erano in tutto, ed erano corpi celesti che salutavano Nibiru mentre ruotava intorno al Sole. Al di là, come un confine, il bracciale martellato circondava il Sole, come un guardiano della regione proibita nel Cielo che lo proteggeva con devastazione. Altri figli del Sole, quattro in numero, proteggevano il bracciale dalle intrusioni. Enshar si messe a studiare l'atmosfere dei cinque corpi celesti. Furono attentamente esaminati i cinque nel ciclo di Nibiru nel ripetersi della sua rivoluzione. Tramite osservazioni furono verificate le loro atmosfere e Concarli Celesti li esaminò accuratamente. I risultati furono sorprendenti, le scoperte sconcertanti. Di rivoluzione a rivoluzione l'atmosfera di Nibiru si squarciava sempre di più. Nei consigli dei sapienti si discuteva con foga sulle cure. Si prendevano in considerazione con urgenza i metodi per fasciare la ferita. Si tentò di creare un nuovo scudo che avvolgesse il pianeta. Tutto ciò che veniva innalzato poi ricadeva a terra. Nei consigli dei sapienti furono studiate l'eruzione dei vulcani. Poiché l'atmosfera era stata creata dalle eruzioni vulcaniche, la sua ferita doveva essere causata dalla loro diminuzione. Si inventi qualcosa per incoraggiare nuove eruzioni, che i vulcani riprendano ad eruttare, esclamava un gruppo di sapienti. Ma nessuno sapeva dire al re come realizzare quell'impresa. Con quali strumenti ottenere un aumento delle eruzioni? Nei regni di En-Shar lo squarcio dei cieli divenne sempre più grande. Le piogge furono trattenute. I venti soffiavano con più intensità. Dalle profondità non scaturirono le sorgenti. C'era una maledizione nelle terre. I segni delle madri erano inariditi. A palazzo regnava l'angoscia. Una maledizione se n'era andata impadronita. En-Shar aveva preso come prima moglie una sorellastra, rispettando la legge del seme. Nin-Shar era il suo nome, la signora degli Shar. Non diede un figlio maschio al re. Il re ebbe un figlio maschio da una concubina. Quello fu il suo primo genito. Da Nin-Shar, prima moglie sorellastra, non ebbe nessun figlio maschio. Per la legge della successione, il figlio della concubina ascese al trono. Fu lui il settimo a regnare. Du-Uru era il suo nome reale, che significava creato nel luogo di residenza. In realtà era stato concepito nella casa delle concubine, non a palazzo. Du-Uru scelse come sposa una fanciulla che amava fin da quando era giovane. La prima moglie fu scelta per amore e non in base al seme. Da-Uru era il suo nome reale, che significa colei che è al mio fianco. A corte imperversava la confusione. I figli non erano eredi, le mogli non erano sorellastre. Nel paese cresceva la sofferenza. I campi avevano dimenticato la loro abbondanza. Fra il propolo la fertilità si era ridotta. A palazzo la fertilità era proprio assente. Non nascevano né figli né figlie. Sette furono i sovrani dal seme di Han. Poi il trono fu privo del suo seme. Da-Uru trovò un bambino sul cancello del palazzo e lo accolse come figlio. Infine Da-Uru lo adottò, nominandolo erede legittimo. Il bambino fu chiamato Lahma, che significa eredità. A palazzo i principi mogugnavano. Nell'assemblea dei consiglieri c'erano lamentere. Infine Lahma accese al trono. Pur non essendo dal seme di Han, fu l'ottavo sovrano. Nei consigli dei saggi c'erano due suggerimenti su come sanare lo squarcio. Uno diceva di usare un metallo chiamato oro, che su Nibiru era estremamente scarso, ma che abbondava nel bracciale martellato. Era l'unica sostanza da cui si poteva ottenere una polvere finissima, che lanciata in alto nei cieli rimaneva sospesa. Così con i riempimenti avrebbe sannato lo squarcio e migliorato la protezione del pianeta. Si costruiscono barche celesti, che una flotta celeste procuri l'oro a Nibiru. Si creino armi del terrore, fu l'altro suggerimento, armi che scuotano il suolo e frantumano le montagne. Con missili per attaccare i vulcani, scuoterli dal loro sonno, incrementare la loro attività e riempire l'atmosfera per far sparire lo squarcio. Lahm era troppo debole per prendere una decisione, non sapeva quale scelta fare. Nibiru completò una rivoluzione, continuò a contare due char. Nei campi la sventura comunque non diminuiva, l'atmosfera non veniva riparata dalle eruzioni vulcaniche. Passò un terzo char, un quarto ne fu contato. L'oro non fu ottenuto. Nel territorio i conflitti abbondavano, non così l'acqua e il cibo. L'unità era scomparsa, le accuse abbondavano. A corte i sapienti andavano e venivano, i consiglieri si affrettavano dentro e fuori. Il re non prestava attenzione alle loro parole. Cercava consiglio solo presso la sua sposa, il cui nome era Lahm. «Se il destino deve essere, imploriamo il grande creatore di tutto», gli disse lei, «e dalle invocazioni e non dalle azioni che ci viene l'unica speranza». A corte i principi erano in agitazione, accuse venivano rivolte al re. Insensatamente, senza ragionare, ha prodotto calamità ancora più grandi invece di trovare rimedio. Dagli antichi depositi furono recuperate le armi. Si parlava molto di ribellione. Un principe nel palazzo reale fu il primo a bandire le armi. Compromesso immobilitò gli altri principi. Alaluh era il suo nome. «Che Lahm non sia più re», gridava, «che la decisione prenda il posto delle esitazioni. Venite, attacchiamo il re nella sua dimora, facciamogli abbandonare il trono». I principi prestarono ascolto alle sue parole e accorsero al cancello del palazzo. Nella sala del trono, il cui accesso era vietato, irruperò come acqua impetuose. Il re fuggì sulla torre del palazzo, inseguito da Alaluh. Nella torre ne fu un combattimento. Lahm cadde a terra morto. «Lahm non sia più!», gridò Alaluh. «Il re non sia più!», proclamò esultante. Alaluh si precipitò quindi nella sala del trono e vi si insediò. Senza diritto e senza che si riunisse il consiglio, si proclamò re. Nel territorio l'unità era perduta. Alcuni si rallegrarono per la sua morte di Lahm, altri provavano tristezza per l'azione di Alaluh. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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