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www.rediso.it per la storia continua Una breve introduzione e una prefazione per quello che si dice in osteria a Milano. Introduzione Il chialetto è l'espressione viva del popolo, in cui l'immediatezza traspositiva del pensiero supera la lingua stessa, sia nella dolcezza politica sia nella frustrante apostrofazione L'osteria rimane ancora oggi l'ateneo del dialetto, forse l'unico sopravvissuto all'ingiuria dei tempi. Dove è finita la scura della lingua del Verde, tanto esaltata dal nostro canoporta? All'osteria si commentano i fatti della vita quotidiana, i splendori e le miserie dei personaggi politici mondani. All'esame dell'osteria non si sottraggono il governo, le tasse, i costumi, i malcostumi. E all'osteria nasce e si rigenera spontanea quella filosofia popolare, collettiva, lontana dalle impostazioni arroganti e dogmatiche, sottile e penetrante che può trovare dell'humus vitale solo in una libera cattedra di pensiero, aperta a ogni orizzonte di vita. Prefazione E ora una breve prefazione. Mi corrego, la prefazione. Scusate, se da sol mi presento, io sono il prologo. Mi fuori stesso, mi sono la prefazione. Nessuno mi legge, nessuno mi vuole capire. E allora oggi, oh brutti lasagnoni, se parli in rima, forse mi ascolterei. E in rima parli, e intanto non è da menzionare che questo non è un libro del futuro, ma un cicciarato, ma di portinare con quei concetti che noi dei professori. Tre stupide cose per ridere un po' della vita, per poter smentire i nostri mali. Che intenzione c'è di impegnare una marionetta? Se ridiamo questa cosa di matte, si vede tutto negro, si perdono i capelli, e ai tei zlipà avvengono anche i pepiati. E tante poesie, ma dei quei di una volta, tutti in dialetto, maferi, e provivei. E per capire le azze, e il nome del poeta, vuoi avanti più che sto parlando in rima. Se il libro è pieno, bene, mi sarò contento. Se è pieno, ciao per come l'è, e ciao.

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