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The transcription discusses the history of Busto and its districts. It mentions that the Piscina district was actually called Pessina, and the road should be called Pessinunte. It talks about Pessino, an emporium in Frigia, and how it had a market built by the Attalaci or Asian kings. It mentions a temple dedicated to Civere, mother of the gods, and describes the immoral theatrical performances and celebrations that took place there. The transcription also mentions the statue of Civere, brought by the Romans from Mount Ida, and how it was later dedicated in a temple by Giunio Bruto. It talks about the Megalesi games celebrated on April 12, which involved actors performing obscene and immoral acts. These games were associated with the sacred Cine of Civere. The transcription suggests that these games were also brought to Insubria by the Romans. It mentions that remnants of these games can still be observed in Milan and throughout Siamo alla storia di Busto e le sue relazioni. In questa puntata parliamo dei quartieri e le contrade del Borgo. Ma io e da alcune piccole memorie, specialmente dal legato Verfloa del Castoldi che morì circa il 1350, ho appreso che questo quartiere non si chiamava Piscina, ma Pessina e la strada si dovrebbe chiamare Pessinunte. Fu Pessino, un emporio della Frigia e, se crediamo a Strabone, un luogo di mercato costruito dai re attalaci o asiatici, con portici e un tempio dedicato a Civere, madre degli dei, in onore della quale era stata innanzata una statua e si facevano dei frigi dalle rappresentazioni teatrali turpissime, accompagnate dal suono delle tibie e dai timpani. Questa statua, o grande sasso, che per essi fungeva da statua, fu trasportata dai romani dal monte Ida, donde Civere prese il nome di Idea e Aroma e posta suo palatino sotto il consolato di Publio Cornelio Scipione, africano e di Licinio, come attesta Livio nel libro XIX. Ma dopo tredici anni, Giunio Bruto dedicò alla stessa Civere Bereicintia un tempio fatto fabbricare dai consoli Cornelio e Claudio. I romani, poi volerò che il 12 aprile, giorno in cui la statua era stata trasportata a Roma, si celebrassero quei giochi che furono chiamati megalesi, cioè grandi. In essi gli attori rappresentavano sulla scena, con grande lascivia, reazioni più sporche e più turpe, e quella impura superstizione dei romani altri, per altri rispetti onestissimi, abbracciarono e divulgarlo, vagando per le città, senza trattenersi da parole o fatti indecenti. Cosicché furono chiamati i sacri Cine di Civere. E questa idea fu identificata con rea e con vesta e dai romani fu chiamata Pessinuntia, dalla città di Pessinunte. Ora si deve credere che i giochi di questo genere siano stati portati dai romani anche nell'Insubria, perché, essendo pieni di licenza e turpitudine, stimavano fossero gratissimi a tutto consenso degli dèi, che, come scrive Diodoro nel libro quarto della sua biblioteca, si credevano generati da quell'idea, e cioè dal Sole, alla Luna, a Gionone, a Nettuno e a Plutone. Ma ora, tornando al nostro borgo, dopo che i romani ne ebbero il possesso, si deve pensare che vi si celebrassero anche questi giochi, specialmente in questo quartiere dove, già diciamo, che dagli stessi fu erette la rocca. Perciò io direi che questo quartiere fu chiamato Pessina e raccontata Pessinunte, dei giochi che si celebravano in onore di Civere e di Pessinuntia. Alcuni vestigi di questi giochi si osservano ancora a Milano e quasi in tutta l'Insubria. Infatti non vè paese di essa in cui, un giorno stabilito, gli uomini non s'agirenno schiamazzando troppo liberamente e abbandonandosi ad atti licenziosi quasi fossero di venuti passi. Qui, poi, questo costume è più vivo che in altri luoghi perché il 24 luglio gli uomini corrono per il borgo suonando flauti e zampone e percutendo oggetti di bronzo come fossero timpani. I rompono nelle case delle donne di malaffare e in queste azioni si distinguono sugli altri abitanti di questo quartiere e quelli della contraria sciorniago.