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The history of the Church of Sant'Erasmo is connected to the hospice of Bonvesin della Riva. The church was dedicated to Saint Erasmus and had its solemn feast on June 2nd. In the past, many people attended the celebration and made generous offerings to the church. The church and hospice were important stops for pilgrims on the Via Francigena. The old building of the hospice was demolished and rebuilt in 1925. The church underwent various renovations and restorations over the years. Today, it serves as the chapel for the Legnano hospital. La storia della chiesa di Sant'Erasmo è legata all'ospizio di Bonvesin della Riva, tra le sue origini medievali al rifacimento del 1925, per la prima volta le sue campagne diffusero il rito dell'Ave Maria. La chiesa, dedicata a Sant'Erasmo, pontefice e martire, annessa all'antico ospizio, se non fondato, certamente riorganizzato da Bonvesin della Riva, e aveva la sua festa solenne il 2 giugno. La ricorrenza veniva celebrata ogni anno, regolarmente alla domenica successiva teredata. In passato la celebrazione doveva rivestire una certa importanza, se il 18 aprile del 1777 Papa Pio VI l'arricchì di indulgenza plenaria e la sera della vigilia i canonici del Capitolo di San Magno intervenivano con il canto dei primi Vespri. C'è da dire che la chiesetta fino allo scorso secolo era ausiliaria di San Magno, successivamente passò di competenza alla parrocchia del Santissimo Redentore. Dalla lettera che leggiamo si rileva che un tempo i fedeli vi accorrevano in gran numero e contribuivano con generose offerte al culto del Tempio, considerato la strega di un santuario. È il Reverendo Vitario Generale della Diocesi che in data 18 maggio 1601 scrive al primo prevosto di Regnano Don Giovanni Battista Specio per derimere appunto una questione sorta sulle offerte alla Chiesa e così scrisse Molto Reverendo Signore, intorno alla differenzia che nasce per la Lemosina delle Messe che viene fatta ed offerta dal popolo il giorno della Sorenità di Sant'Erasmo, vengo a imparere che dette Lemosina si scuota senza pregiudizio delle parti sin dalla prima visita del Vigestrissimo Cardinale da uno o due sacerdoti del suo capitolo, assistenti al banco ed altri due deputati parimenti dell'ospitale, i quali poi consegnano da Lemosina al tesaurero del capitolo o a quello che da vostro Signore sarà deputato e che dite le Messe si dicono in quella Chiesa di Sant'Erasmo a ciò che i deputati medesimi sappiano in che si spendono le offerte. Da un mastro conservato nell'archivio dell'ospizio di Sant'Erasmo, tenuto di proprio pugno dal Gian Rodolfo Vismara, che era rettore del periodo dal 1477 al 1484, si rileva che la distinta delle spese per la celebrazione di una delle feste patronali della Chiesa, così è scritto, 1478 a D2 Junio, a cinque sacerdoti, i quali celebrano la Messa e dissero vespro a Sant'Erasmo il D della festa, soldi cinque per uno e a quello che celebrava la Messa grande soldi sei, insomma lire una e soldi sei. Per la festa del 2 Giugno 1777 si spendono lire cinquantasette e soldi due e denari sei, ed è il prevosto Don Giovanni Maria Piantanida che rilascia la distinta con dichiarazione in calce dei vari interventi pagati dal prevosto ai canonici, ai sudiaconi e ai chiericini serventi. A quei tempi la chiesa di Sant'Erasmo e l'ospizio erano ancora circondati da campagna, come lo erano nel 1550. Un altro documento di quest'epoca così descrive questo luogo. L'ospizio di Sant'Erasmo, l'extraburgo legnare, la quarta parte di Miliare, nel luogo di Campestri, seguendo la via Mediolanese, dove sono ospitati i poveri, i malati e i senati, in cui Santa Loca, cioè in questi santi locali, pront'infra ad ospitantum pauperes et ibi annessa ex ecclesi. È comprovata l'esistenza dell'ospizio nello stesso luogo dove sorge attualmente, di fianco alla chiesetta, ancora prima del 1313. Lo conferma un testamento dello stesso Bonvesin della Riva, datato 18 agosto 1304, arrogito del notaio Gabrio di Veggensate, che reca un codicillo appunto del 1313, con quale il monaco designe erede dei suoi beni l'ospedale della Colombetta di Milano, ma detta anche alcuni benefici e obblighi a carico dei fratti dell'ospizio legnanese. In età medievale, nel grande fervore di fede cristiana, gli uomini di ogni categoria sociale si facevano pellegrini per purificarsi o meditare in luoghi santi, e percorrevano i generali cosiddetti francigeni o romei, che partendo dal nord d'Europa giungevano ai passi del Gran San Bernardo, Cotardo, Sempione e attraversavano l'Italia con Metea Roma e la Terra Santa per la quale ci si imbarcava a Bari o a Venezia. I pellegrini, che dalla via romea del Sempione erano diretti alla città serenissima, avevano tra le tappe obbligate anche l'ospitare di Sant'Erasmo nel borgo di Legnano. E la chiesa di questo ospizio, sempre nella realtà religiosa di quei tempi, ha avuto un'altra particolare prerogativa importante per l'intera cristianità. Infatti, il poeta e monaco dell'Ordine degli Umiliati, Bonvesin della Riva, come ricordato nell'epitacio delle Lapide sulla sua tomba che era nel convento di San Francesco in Milano, fervente e devoto della Vergine, per primo instaurò l'uso di suonare le campane al tramonto per invitare, con i loro rintocchi, a recitare una preghiera alla Madonna nell'ora cosiddetta dell'Abbe Maria. Si può presumere, quindi, che proprio dalla chiesina di Sant'Erasmo Bonvesin della Riva iniziò questo rito nei primi tempi e solo serare. Il vecchio edificio dell'ospizio, abbattuto e ricostruito nel 1925, era di fuori già duecentesca e all'interno già esistevano una cappella d'uso dei monaci con un atare dedicato a Santa Margherita, come si rileva anche dagli elenchi delle chiese e cappelle lasciati dallo storico goffredo da Bussero. Quando l'ospizio crebbe di importanza, sorse la necessità di realizzare a nuovo la chiesa, in sostituzione dell'oratorio conventuale. Esattamente nel 1490 fu costruito, nell'attuale posizione, il nuovo edificio religioso per iniziativa e su finanziamento del nobel legnanese Gian Rodolfo Vismara, che in questa occasione donò anche una pala d'altare, atrittico, raffigurante al centro la Madonna col bambino, che intiene in mano una rosa. Sulla sinistra Sant'Erasmo, la destra San Magno Benedicente. Questa pala sarebbe attribuita a benvenuto Tisi, detto il garofalo, che era solito firmare i suoi quadri ponendo un garofalo in basso a destra. Tenendo conto di ciò, secondo l'architetto Marco Turri, questa attribuzione è azzardata, in quanto il Tisi non ebbe modo di dipingere nel legnanese e quando i fiori raffigurati nel quadro sono esclusivamente rose. Per la composizione delle figure e per il cromatismo, Turri inquadra piuttosto quest'opera nelle produzioni artistiche del legnano fine XV secolo e potrebbe essere quindi ascrivibile a Cristoforo Lampugnani, che, dopo Melchiorre, aveva lavorato per i nobili legnanesi. Agli inizi del 1800 il pittore legnanese Antonio Maria Turri affrescò la cappella maggiore con un maestoso volo d'angeli attorno a un compiaciuto padre eterno. La chiesetta di Sant'Erasmo subì un nuovo intervento nel 1677 con il rifacimento completo della facciata in lesene e portale a timpano triangolare. L'ultima trasformazione avvenne nel 1925 per iniziativa del comandatore Fabio Vignati, per dieci anni potestà di legnano, quando fu decisa la demolizione dell'edificio medievale dell'ospizio per allargare la strada statale d'Essempione. Le pareti esterne dell'antica costruzione spittagliera avevano i resti degli affreschi 3-4 centeschi illustranti in martirio di Sant'Erasmo. In questa occasione tali dipinti andarono in parte distrutti e in parte se ne conservò almeno la memoria con strappo riporto su tela degli affreschi recuperabili, intervento del quale fu incaricato il pittore Gersam Turri. Il frutto di questa operazione permise di conservare alcuni frammenti al museo civico e altri poi collocati negli uffici amministrativi dell'ospedale civile e uno nella cappella di sinistra della chiesa di Sant'Erasmo, quest'ultimo poi spostato nella canonica. Della stessa chiesa vennero modificati i muri esterni, fu eliminata la facciata del XVII secolo rifatta in mattoni a imitazione foggia trecentesca con una lunetta che sormonte il portale e un rosone cieco al centro della facciata che si sviluppa a capanna. Tali opere furono terminate nel 1927. Gli ultimi lavori di restauro e di trasformazione dell'interno della chiesa risalgono alla fine degli anni trenta ed esattamente il 2 giugno del 1939 il cardinale Ildefonso Schuster consacrò il nuovo altare maggiore offerto da sacerdote inanese Donna Ambrogio Chiesa nel venticinquesimo della sua ordinazione. In tale circostanza venne realizzata anche la balaustra in marmo. Questa chiesa, sede di cappellania dell'ospedale di Legnano, svuoglia tutte le funzioni di culto oltre che per lo stesso nosocomio anche per l'annesso ospizio e la contrada di Sant'Erasmo che vi ha conservato la croce del carroccio per ben dieci volte in altrettanti anni di vittoria al palio.