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The transcription is about the history and significance of the Battle of Legnano in Italy. It explains how the battle has been commemorated and celebrated over the centuries, and how it has become an integral part of the city's identity. The transcription also discusses the transformation of the commemoration from an external event to an internal one, driven by the people of Legnano. It explores the purpose and meaning of the celebration, and its role in shaping the city's future. The transcription concludes by suggesting that the future of the Legnano celebration lies in its ability to adapt and innovate while staying true to its historical roots. It also mentions the financial considerations and the potential for the event to contribute to the city's tourism industry. www.redigio.it e la storia continua è una strana storia quella di Legnano Sicuramente gli abitanti di quel piccolo borgo medievale dell'orbita milanese ignoravano quando nel 1176 percepirano la ferocia degli scontri armati giungere a culmine quante e quali conseguenze avrebbe avuto per il loro futuro con la battaglia importante ma non certo epocale Innanzitutto non immaginavano che quell'evento sarebbe stato ripetutamente e variamente strumentalizzato oltre che celebrato E l'ampio spettro politico della vittoria di Legnano ha in gran parte contribuito al suo successo fino dai tempi delle prime commemorazioni quando per iniziativa dell'arcivescovo Carlo Borromeo la celebrazione dei fatti legnanesi divenne una forma di rivendicazione, di indipendenza del potere religioso e dell'autonomia milanese nei confronti del governo spagnolo Allo stesso modo non avrebbero mai potuto pensare che lo scontro tra Comuni Lombardi e Impero sarebbe stato usato come modello e punto di riferimento per rappresentare altri mondi e altri luoghi altre idee e nuove tensioni Ma soprattutto nessun legnanese di allora avrebbe creduto possibile che qualche suo lontano discendente nipote dei suoi nipoti avrebbe un giorno di maggio di oltre 800 anni dopo indossato degli abiti per ricreare immagini ed emozioni legate a quell'evento I legnanesi probabilmente non capirono in quel momento di guerra le reali ragioni degli scontri Certo è però che quel fatto d'Arni ha saputo regalare alla città un passato da fare proprio di cui gli stessi legnanesi si sono impossessati a partire dalla seconda metà dell'Ottocento iniziando con l'epopea del monumento al guerriero per arrivare all'attuale sagra del carrozzo Anche a Regnano la politica ha talvolta dettato le regole del gioco spesso infatti le scelte hanno seguito il capriccioso andamento della classe dirigente italiana, quella del momento Quel che conta però è che una celebrazione inizialmente esterna e forse estranea quasi imposta dall'alto per motivi ben più grandi che non i semplici ricordi del passato sia progressivamente e significativamente diventata un fatto interno, vivo e vissuto intensamente dalla cittadinanza E il merito di questa trasformazione è tutto dei legnanesi Non v'è dubbio che la rievocazione della battaglia di Regnano, declinata nella sua forma della sagra del carrozzo si fondi su una tradizione inventata, creata dal nulla, in una fittizia e costruita a continuità con un passato lontano e ha colmato il vuoto storico di una città che per molti secoli era stata una Regnano senza Regnano cioè una città che per crescere e sviluppare la sua identità non ha a lungo avuto bisogno della memoria della battaglia ma che una volta recuperatela e senza e non senza equivoci non poteva non viverla se non a contatto con i modelli e gli idoli del tempo e col mutare di essi La commemorazione legnanese non è però solo un vanto cittadino, non è solo un'auto celebrazione è piuttosto il modo trovato da una comunità per sfidare il divenire storico, i suoi cambiamenti e le sue contraddizioni solo ricordando il passato, Regnano ha potuto immaginare il futuro E se è vero, come ha sostenuto uno storico, che l'uomo non ricorda mai, ricostruisce sempre la città non poteva cancellare la memoria e rinunciare alla promessa di riconquistare uno spirito antico e con esso nuove vittorie Attraverso la sagra, termine intermedio tra comunità e la sua storia, i legnanesi hanno potuto appropriarsi della propria memoria storica che consiste in quel ricostruire, cui allugevano storico, senza il quale non c'è alcun autentico e concreto ricordare La storia, e solo la storia, può aiutarci ad uscire dall'angoscia della memoria come un indistinto continuum Realizzando e inquadrando la memoria, la storia le conferisce un senso E il rischio che conciò tra l'ora ci sia lontani da una verità storica intrinseca che del resto di per sé è obiettivamente inconoscibile al di fuori del lavoro storiografico sta all'interno di un gioco che bisogna giocare e dal quale non si può uscire Ma certo, la manifestazione legnanese non mira, e probabilmente non lo farà mai alla ricostruzione filologica dell'evento storico proprio perché esito di un processo di una parte creativo e ha fatto proprie degli episodi e personaggi dubbi uno su tutti, Alberto del Giussano poi proponendoli come storicamente provati e celebrandone l'immagine Non ha però forse alcun senso discutere sulla validità quella storica e storiografica della celebrazione Quel che si vuol fare a Legnano non è ricostruire la storia ma la propria storia quella vista attraverso gli occhi degli indianesi e in cui questi ultimi si sono riconosciuti e rifugiati La Sagra non è una ricostruzione seminariale della realtà legnanese del 1176 bensì un'autocelebrazione dinamica dell'identità cittadina e del suo divenire storico errori e invenzioni compresi E nonostante questa affermazione comunque non è mancata anche a Legnano la volontà di riqualificare di rinnovare continuamente anche in modo radicale e questo credo rappresenti uno dei più grandi meriti legnanesi la manifestazione Non sono tanto le modalità espressive di allestimento della fesca che come si è visto sono rimaste in gran parte immutate dalla sua istituzione fino ad oggi ad essere cambiate quanto, piuttosto, i rapporti profondi tra la comunità e la dimensione festiva La Sagra ha saputo accompagnare il divenire storico rappresentando un punto di riferimento continuo per la cittadinanza Una volta istituita, l'annuale commemorazione di maggio è divenuta di volta in volta il modo per risanare le lacerazioni all'indomani della guerra una nuova modalità di aggregazione comunitaria o ancora il ponte tra la dimensione locale e nazionale è ora tra identità legnese e un mondo globalizzato A questo punto rimane da chiedersi Cosa resterà domani nella Sagra? Che prospettive potrà avere una manifestazione come quella legnanese nello scontro che è appunto tra locale e globale caratteristico del nuovo millennio? Di certo questa tesi non pretende di dare risposte definitive e di sostituirsi al tempo ma tentare di formulare qualche ipotesi almeno in sede di conclusioni può certamente essere un buon modo di completare l'analisi finchè svolta Si crede innanzitutto che per garantire un futuro a questa incredibile risorsa cittadina il rinnovamento sarà imprescindibile così come ha saputo fare per oltre 50 anni la Sagra non potrà certo permettersi di adagiarsi su un modello indubbiamente consolidato esito dalla volontà di riqualificazione caratteristica degli ultimi 20 anni in una parola Regnano non dovrà mai accontentarsi Il rischio infatti è che forti dei progressi fatti sino ad ora e all'ottimo livello qualitativo raggiunto si pensi di potersi fermare proprio perché la Sagra è una creatura viva e per questo in costante cambiamento e non ammetterà mai la stabilità Credo che una possibilità concreta per dare un nuovo respiro alla Sagra senza per questo stravolgere la natura possa essere quella rappresentata dall'avvicinamento della manifestazione lignanese di per sé una rievocazione storica al campo della ricostituzione storica che rappresenta delle sostanziali differenze Secondo la prima modalità infatti si ricorda il passato proponendo situazioni e personaggi in abiti storici confezionati in base al periodo di riferimento e come succede a Regnano un momento storico viene rievocato spesso in maniera puntuale e filologicamente impeccabile allo scopo di esercitare un'importante azione didattica e divulgativa in modo qualificato e documentato Invece, oltre che a rievocare un preciso avvenimento storico ne mette in scena i fatti e lo svolgimento rappresentando in prima persona la storia e i suoi personaggi e questo è il secondo momento questo timido passo in questa direzione in realtà è già stato fatto nel 2000, per la prima volta anche l'ambiente lignanese ha voluto misurarsi con questa nuova esperienza in modalità di ricordare il passato quando oltre i 200 personaggi hanno dato vita agli scontri armati del 29 maggio 1976 regalando agli spettatori uno spettacolo emozionante con l'impiego dei migliori gruppi di ricostruzione storica medievale d'Italia e degli armati delle Otto Contrade sotto la regia della Genius Temporis società per l'allestimento della storia l'iniziativa ha raccolto un enorme e inaspettato successo tanto da indurre l'amministrazione comunale a proporre per l'anno successivo due intere giornate d'ardimento degli cavalieri ricostruzione storico spettacolare di un torneo medievale con accampamenti, duelli, combattimenti e gare d'abilità guerresche l'evento naturale continuazione della ricostruzione dell'anno precedente si svolse nella settimana precedente il paglio di cui rappresentò il prologo ideale il 19 maggio infatti furono allestiti accampamenti con tende e padiglioni medievali fuochi, bivacchi notturni ronde e allestamenti militari in attesa che il giorno successivo tanti cavalieri proponessero la ricostruzione di un torneo medievale tutti intorno al castello il pubblico osservò l'attività di un tipico mercato medievale e il lavoro degli artigiani mi sembra che questa modalità di rapportarsi alla storia alternativa e per molti aspetti complementari rispetto alla formula della rievocazione storica propria del quartiere lenianese possa rappresentare un'interiore possibilità di rilancio della sagra che potrebbe in questo modo diventare una manifestazione più dinamica e variedata rispetto a quanto non sia stato fino ad ora naturalmente un elemento determinante da valutare per poter ipotizzare il futuro è il fattore economico per allestire una manifestazione come quella lenianese occorrono infatti ingenti somme di denaro che a loro volta dipendono dalla risposta del pubblico o nel nostro caso, degli spettatori quella alla proposta festiva per il momento non è possibile pensare la sagra lenianese all'interno di un reale sviluppo turistico della città a differenza degli altri centri italiani infatti per cui la festa del paese diventa un'occasione e una promozione turistica se non addirittura un pretesto per potenziare le strutture ricettive riqualificare altri eventi ed eventuali siti di interesse storico o culturale e sfruttare al massimo le proprie risorse le attuali caratteristiche della città di Leniano industriale e fortemente urbanizzata le rendono impossibile ipotizzare un medesimo percorso il futuro potrebbe però regalare delle sorprese inaspettate anche da questo punto di vista che dipenderanno dalla capacità della città di guardare a se stessa fino a questo momento infatti la sagra ha rappresentato per tutti una sospensione del tempo quotidiano e una conseguente difficoltà di integrare questo giorno molto particolare con la vita cittadina e di tutto il resto dell'anno il bilancio economico di una città presuppone naturalmente una forte progettualità e volontà di rinnovamento ma una nuova rivelazione forse è possibile la sagra come punto di partenza per un ripensamento che non investa più solo la Leniano amante del paio ma l'intera comunità cittadina proprio quella riqualificazione tanto voluta e tenacemente raggiunta potrebbe essere il primo passo per la nuova Leniano anche in questa circostanza hanno rilevato alcuni passi significativi uno su tutti il restauro del castello cittadino risalente al XIV secolo e acquisito negli anni 70 dall'amministrazione comunale che è stato inserito in un importante progetto di recupero artistico e culturale dal maggio del 2005 in occasione del 50° anniversario della fondazione del collegio dei capitali il castello è divenuto la sede dello stesso collegio ma soprattutto è stato aperto al pubblico e restituito alla cittadinanza in tutto il suo splendore molto però resta ancora da fare naturalmente si tratta di una sfida lanciata dalla città ai suoi cittadini e proprio ai lenianesi bisognerà guardare per pensare il futuro è indubbio che la manifestazione lenianese sia cresciuta negli anni tanto da raggiungere un invidiabile livello qualitativo oltre ad un innegabile valore storico e culturale motivo di vanto e orgoglio per cui annualmente vi partecipa e investe dal punto di vista economico ed umano allo stesso tempo però quella macchina della sagra è tanto spesso ricordata non si muove da sola sarà scontato ma troppe volte ci si dimentica che dietro a questa emozionante e meravigliosa creatura dei lenianesi ci sono migliaia di persone che lavorano togliendo tempo alle famiglie o addirittura alla propria occupazione quotidiana pur di vedere i costumi della propria contrada risplendere sotto il sole di maggio e sperare di essere tra i fortunati che caricheranno sulle spalle la croce a realizzazione di un sogno lungo un anno e come in qualsiasi iniziativa a forte continuità basata sul lavoro volontario quella del ricambio generazionale è una questione da non perdere di vista benché non ancora esplosa in tutta la sua complessità il problema del futuro inizia a farsi sentire in tutte le contrade seppure in forme e modalità diverse spesso condizionate anche dai risultati ottenuti fino a questo momento infatti a reggere le otto contrade sono state quelle generazioni entrate per la prima volta nei manieri di una ventina di fa e cresciute all'ombra dei propri colori questo percorso umano e contradaiole insieme ha reso questi quarantenni di oggi degli ottimi uomini di paglio proprio perché l'attaccamento al gonfalone è stato da farne una vera e propria ragione di vita è inutile dire che oggi la situazione si è profondamente cambiata per molti giovani legnanesi potenziali capitani a castellane di domani la sagra non sempre rappresenta una delle più affascinanti ed entusiasmanti esperienze in cui investire il proprio tempo e le proprie energie l'offerta di luoghi di svago ed aggregazione si è moltiplicata a dismisura e questo evidentemente basta per rendere molte persone diffidenti che esistono gli oratori ancora oggi forse è un punto di riferimento per molti ragazzi ed esistono le associazioni sportive o molto più semplicemente le discoteche e i bar che quotidianamente spuntano ad ogni angolo della città è ovvio quindi che rispetto a qualche anno fa sia necessario uno sforzo in più per spiegare alle nuove generazioni quale incredibile avventura possa essere la vita di Contrada sono convinto infatti che molti legnanesi non sappiano esattamente cosa sia il palio certo è probabile che abbiano osservato o applaudito molte volte la sfidata storica affacciati ai balconi o accalcati ai bordi delle strade ma purtroppo questo non basta naturalmente anche un po' di sano inconsapevole tifo fa venere la manifestazione ma non è garanzia del suo futuro perché Regnano non sia mai costretto a fare i conti con l'esaurimento di questa incredibile e preziosa risorsa costruita con fatica per oltre 50 anni è necessario che quelle stesse persone non si limitino ad ammirare il corteo ma entrino nei manieri veri ingranaggi della macchina e come è stato dimostrato nella trattazione non esiste più almeno nella società che è stata definita moderna una reale dimensione comunitaria a garanzia di questa nuova modalità festiva perché anche le Contrade non muoiano quindi è necessario trovare un linguaggio nuovo e capace di creare e rinnovare continuamente la comunità su cui essi si sono costruite diverso dalla semplice vicinanza territoriale fino a questo momento molto efficace solo in questo modo si potrà superare l'opposizione che a mio parere è molto forte tra chi a Legnano vive il paglio e chi al contrario non riesce nemmeno a comprendere il motivo di tanto lavoro è inutile nascondersi dietro un dito Legnano non è Siena la città non coincide con il suo paglio come accade invece nell'illustre modello toscano è evidente quindi che sono necessarie nuove strategie per far avvicinare all'ambiente pagliesco un numero sempre maggiore di persone energie e risorse nuove da inserire in una struttura molto consolidata la crescita delle singole Contrade che a un tempo era causa e conseguenza della generale crescita della manifestazione non può fermarsi proprio adesso perché si possa continuare su una certa strada tracciata di decenni di storia saranno necessari molti linguaggi capaci di rendere le otto Contrade dei veri e propri laboratori di socialità e nuove proposte creative e partecipative oltre che aggregative potrebbero essere la strada per far diventare il paglio una parentesi della quotidianità cittadina piuttosto che una semplice sospensione fino a questo momento la questione era stata affrontata istituendo nuovi momenti che come nel caso dei manieri aperti si rivolgono a quanti vogliono magari timidamente capire qualche cosa di più di questo mondo quella ricordata è una giornata organizzata nel 2004 per iniziativa del Collegio dei Capitani e delle Contrade durante la quale gli otto manieri aprono letteralmente le porte a visitatori e curiosi o comunque a chiunque voglia ammirare la propria in prima persona il patrimonio artistico e culturale contenuto in ognuno delle sedi delle Contrade occasioni come questa mostrano l'evidente volontà o forse la necessità di portare nuovi legnanesi all'interno dei manieri ritengo però che paradossalmente debbano essere i contradaiori a dover uscire dai manieri e a dimostrare alla città che i manieri non sono chiusi circoli chiusi, ne esclusivi ma sono un punto di partenza per la costruzione di un grande progetto comune in cui qualsiasi tipo di aiuto è vitale e necessario mi piace ricordare questo proposito la frase di un ex capitano che rispondendo qualche anno fa dalle colonne di un giornale di Contrada a chi gli chiedeva da dove la sagra attingesse la sua inesauribile vitalità rispose al senso di festa che è bisogno profondo e inestimibile dell'uomo la festa infatti è il tempo del senso manifesta ciò in cui crede la comunità non esprime le attese cosmiche sociali, individuali risalda i legami istituzionali affettivi dei partecipanti evidenzia i miti e i riti fondamentali della società l'importante a questo punto è che gli indianesi non se ne dimentichino mai Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org