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In 1164, Emperor Barbarossa stole the sacred relics of the Magi from Milan. The relics were hidden in the Torrione di San Giorgio, but were taken by the archbishop of Cologne and brought to Cologne. Barbarossa saw the relics as a symbol of imperial tradition and divine investiture. The relics were eventually returned to Milan in 1904. The tradition of celebrating the Magi in Legnano began in the 18th century with the construction of the Olmina church. This tradition continues today with religious ceremonies and reenactments of the adoration of the Magi. Perché il Barbarossa trafugò le reliquie sacre dei magi? Federico Barbarossa, che già nel 1160 era tornato per la terza volta ad evattare le terre dei milanesi, seguendo l'itinerario Verano, Briosco, Legnano, Nerviano, Pogliano, Vantago e Ro fino alle porte di Milano, quattro anni dopo effettuò una nuova calata predatoria. Stavolta l'imperatore era accompagnato dall'arcivescovo e cancelliere Reinaldo von Dassel. A conoscenza della venerazione che il popolo milanese aveva per le spoglie dei re magi, il vescovo scismatico di Colonia ritenne non esservi preda migliore. La fece così sottrarre dal Torrione di San Giorgio, dove i milanesi le avevano nascoste nel tentativo di salvarle, e le inviò oltre Alpe con un viaggio in dodici tappe. Il 23 luglio del 1164 la preziosa urna giunse a Colonia e fu collocata nella chiesa di San Giorgio, sulla quale sarebbe stato poi edificato il magnifico Duomo. Il gesto del Barbarossa deve aver visto in un'ottica ben diversa da un comune trafugamento di reliquie, ma nel suo preciso significato politico accreditato dei doti prelati di Colonia. I magi, con l'offerta dei doni alla grotta di Betlemme, erano i primi re riconosciuti da Cristo. Infatti, nell'antichità romana, quando un sovrano riceveva da un re vassallo dei doni, questo atto equivaleva al riconoscimento e alla investitura della sua dignità regale. Tenuto conto di ciò, per l'imperatore Barbarossa il possesso delle spoglie dei magi poteva significare la nascita di una tradizione imperiale che aveva il valore di impegno e di crisma dell'investitura divina della regalità terrena, il simbolo, insomma, della missione spirituale del sacro romano impero, nel quale i magi rappresentavano il massimo emblema. Per questo, gli imperatori tedeschi si opposero alle richieste di restituzione da parte dei milanesi delle reliquie dei magi, respingendo anche quelle autorevolissime di Papa Alessandro VI, dell'imperatore Filippo II e di San Carlo Borromeo. I milanesi, tuttavia, continuarono a celebrare regolarmente il culto dei magi all'Epifania nella Basilica di Sant'Eustorgio. Soltanto nel 1904, nella Basilica di Sant'Eustorgio, la grande area marmorea cessò di essere una venerata cripta vuota, e il Cardinale Arcierescovo di Colonia Antonio Fischer ha consentito infatti su pressioni del Cardinal Ferrari che alcune reliquie dei santi re magi tornassero a Milano nel loro antico sepolcro, e dove sono tuttora conservate in un'urna di bronzo nella cappella detta dei magi. La tradizione milanese della venerazione dei magi, ancora più rinforzata dall'odiosa sottrazione di Federico Barbarossa, rimbalzò facilmente a Legnano a partire dall'inizio del Settecento, epoca di costruzione della chiesetta dell'Olmina dedicata ai tre re d'Oriente. Ebbe così anche inizio la tradizione di celebrare riti religiosi ogni anno nella festa dell'Epifania, con corteo e sacra rappresentazione dell'episodio della adorazione dei magi, da parte di personaggi in costume, dalla leggenda alla storia. La continuità dell'avvenimento biblico delle magi a Legnano si è dunque inserito nella realtà, perpetuando così una mistica tradizione. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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