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www.redigio.it e la storia continua Legnano, la chiesa dei santi martiri, due significativi anniversarii per la chiesa dei santi martiri, i suoi legami con la battaglia di Legnano, tanta semplicitĆ e molta memoria storica nel tempo dell'Oltre Stazione, le opere di completamento e chi erano i tre martiri patroni. La stazione ferroviaria realizzata nel 1860, il primo treno a vapore si fermĆ² esattamente il 18 dicembre, contribuƬ decisamente allo sviluppo di Legnano con nuove offerte, con nuove officine artigiane, industrie e commerci. Nel successivo trentennio l'incremento delle case di abitazione fu particolarmente consistente al di lĆ della linea ferroviaria, dove si creĆ² un rione sempre piĆ¹ popoloso e vivo. Nell'ultimo decennio del secolo le chiesine degli agglomerati rurali di Massafame, Ponsella e San Bernardino si rivelarono cosƬ insufficienti e inadatte come luoghi di culto e di cura delle anime. Si fece evidente la necessitĆ di far sorgere nell'Oltre Stazione una nuova chiesa. Dal 1890 si cominciĆ² quindi a discutere su dove era piĆ¹ opportuno piccarla. Nel 1900 la inaugurazione del monumento di Enrico Butti, celebrativo della battaglia dei Lombardi contro il Barbarossa, rinfocolĆ² nei legnanesi l'amore e l'orgoglio di memorie storiche legate al Medioevo. Nacque cosƬ l'idea di dedicare la futura chiesa ai tre martiri cristiani, Sisinio, Martirio e Alessandro, le cui reliquie erano coltodite nella chiesa milanese di San Simpliciano, dove era sepolto la Riberto da Intimiano, che donĆ² ai milanesi la croce lobata del carroccio, incitando la rivolta contro Federico I. La proposta di tale dedicazione sarĆ piĆ¹ tardi caldeggiata dallo stesso arcivescovo cardinale Andrea Ferrari. Una delegazione di cittadini dell'Oltre Stazione si rivolse all'allora farroco di San Magno, don Luigi Castelli, che promese di esaudire il desiderio degli abitanti del rione e nel frattempo comitĆ² a destinare come previsorio luogo di culto una baracca in legno. L'acquisto di un lotto di terreno dalla ditta Angelo Ferrario, in via Novara, all'angolo con la via Venezia, al prezzo di 26.000 lire, permise di concretizzare un desiderio cullato per trent'anni. Don Castelli affidĆ² il progetto a don Enrico Locatelli, parroco di Vergiache, disegnatore e direttore dei lavori di un centenario di chiese, tra le quali anche la nostra di San Domenico. La prima pietra fu posta dallo stesso cardinale Ferrari il 4 settembre del 1904 e la nuova chiesa, ultimata nel 1910, fu da lui consacrata il 19 settembre dello stesso anno. Tessa misura 45 metri e mezzo in lunghezza, 21 in larghezza e 21,85 in altezza, occupando appena costruita un'area di 960 metri cubi. La chiesa dei Santi Martiri fu dichiarata sede di parrocchia autonoma il 24 maggio 1911 e primo parroco fu lo stesso don Luigi Castelli, dato che nel frattempo era stato nominato prevosto di San Magno don Eugenio Ghilardelli. La nuova chiesa era stata ideata dal progettista don Locatelli nell'attuale struttura costituita da una grande navata centrale con soffitto piano sorretto da ben 42 colonne, di cui 18 in granito e 24 in mattoni speciali, appoggiate su mensole nonchĆ© da due navate laterali piĆ¹ basse. Le grandi colonne erano state rifinite in stucco pompeiano marmorizzato. Per il finanziamento dei lavori ogni colonna era stata praticamente offerta da una famiglia o da un cittadino di Legnano. L'interno era stato decorato nella parte alta con fregi e colorature bizantineggianti, eseguite dal pittore legnanese Dardino FĆ¼hrer e dal varesino Attilo Bizzoggero. LE OPERE DI COMPLETAMENTO La chiesa era perĆ² ancora incompleta, mancante di rifiniture alla facciata, che fu realizzata negli anni Cinquanta, in cotto e in marmo bianco, in una foggia che stona notevolmente con lo stile interno della chiesa. La pala dell'altare, raffigurante San Giuseppe, ĆØ opera del pittore Matteo Meneghini, autore anche della via Crucis. Costituita da apprezzabili tele ad olio e raggruppate in un unico politico sul lato destro del finto transetto presso la porta laterale, che dĆ sulla via Marco Polo. Nell'altare di destra il pittore Meneghini affrescĆ² anche una pala che raffigura i tre martiri, cui ĆØ dedicata la chiesa, con un'ambientazione paesaggistica che richiama la Valle di Non, dove furono uccisi e un volo di angeli in un cielo compleo. Questo altare fu inaugurato il 29 maggio 1919, anniversario del martirio dei Santi Patroni della parrocchia. Ai lati dell'altare spiccono anche due lapidi con i nomi dei parrocchiani morti nelle ultime due grandi guerre e i nomi delle cittĆ aderenti all'antica Lega Lombarda. Mancava ancora il campanile, che si cominciĆ² a realizzare al termine della Prima Guerra Mondiale, esattamente nel febbraio del 1920, e portato a termine nel giro di due anni. Questa torre campanaria ĆØ alta 53 metri, e la spesa per la sua realizzazione 113 mila lire, e fu pagata con una pubblica sottoscrizione. Alla fine degli anni Sessanta l'interno subƬ dei rimaneggiamenti e la parte bassa della chiesa fu tinteggiata con colori chiari, eliminando alcune decorazioni, cosƬ come le colonne furono riverniciate, togliendo loro la tinteggiatura marmorizzata che le rendeva caratteristiche. In questo stesso periodo venne eliminato, forse perchĆ© non piĆ¹ recuperabile, l'organo che si trovava in fondo all'abside e del quale restarono, quali elementi decorativi, le due piĆ¹ alte canne. Gli ultimi lavori erano stati eseguiti nel 1974, anche per adeguare il Tempio alla nuova liturgia. Scompare cosƬ la palaustra. Viene sostituito il vecchio altare in legno, sistemato nella cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, con uno molto moderno ma abbastanza ingombrante, costituito da un blocco di marmo grezzo proveniente dalle cave di Carrara. Nuova sistemazione anche per il tabernacolo, sullo sfondo del quale ĆØ stata realizzata una struttura orizzontale in travertino inciso, opera del pittore Enzo Pagani, raffigurante la creazione del mondo. Dello stesso autore ĆØ la cruce alta, circa 4 metri e mezzo per 2 dieci di larghezza, che si staglia nella cornice dell'abside. Ć realizzata in blocchi di porfido grezzo policromo che erano posti per un lungo tempo nella pavimentazione di alcune vie della cittĆ . Quest'anno, 1997, la parrocchia celebra due anniversari, il sedicesimo centenario del martirio dei Santi Patroni e il sessantesimo della morte del suo primo parroco, Don Luigi Castelli, avvenuto il 18 gennaio. I resti ossei di questo fondatore della comunitĆ riposano nelle mure della stessa chiesa dal 17 settembre del 1993. Ma chi erano i tre martiri patroni? Sisinio, Martirio e Alessandro erano nati in Cappadocia e ancora i giovinetti, nel IV secolo, vennero mandati a Milano per essere istruiti alla fede del grande vescovo Sant'Ambrosio. Attratti dall'ideale missionario furono quindi inviati dal vescovo di Trento, San Virgilio, che li destinĆ² nel 387 ad evangelizzare l'antica regione Anna Aunia, attuale Valdinone. Dopo dieci anni di intenso lavoro a servizio della gente di quella valle, il 29 maggio del 397 furono trucidati durante una festa pagana nella localitĆ di Mecra, ora San Zeno, dove sorge una basilica a loro dedicata. Le reliquie dei tre martiri furono successivamente trasferite a Milano e costruite nella chiesa di San Simpliciano. A Sisinio, Martirio e Alessandro ĆØ legato una leggenda popolare, nata anche dalla coincidenza della loro morte con il giorno della battaglia di Regnano del 1176. All'intercessione dei santi martiri, le genti lombarde attribuiscono la vittoria di Regnano. Si narra, infatti, che nel giorno dello scontro tra le milizie milanese e barbarossa, tre colombe uscirono dalla chiesa di San Simpliciano in Milano, dove, come si ĆØ detto, erano costruite le loro reliquie e andarono ad apposarsi sulla croce del carrozzo, rimanendovi fino al termine della battaglia.