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Milan is closely associated with the historical figure of Ambrogio, a magistrate turned bishop who advocated for justice and mercy. He is revered by the people of Milan and his name is linked to the idea of independence from Rome. Ambrogio defended the weak and the poor, and even refused to let Emperor Theodosius participate in sacred rites after the massacre of Thessalonica. There are four churches dedicated to Ambrogio in Milan. The current Ambrosian Basilica is different from the original, but still retains its size and orientation. The pulpit, rebuilt in 1201, features a sculpture depicting a communal banquet of early Christians. The basilica also houses a white marble tomb believed to hold the remains of the famous general Stilicho and his wife Serena. The precious altar, made of pure gold and silver with gemstones, was miraculously saved from pillagers. Another archbishop, Anspert, further enhanced the ecclesiastical power of the city and www.redigio.it E la storia continua. Milano e Sant'Ambrogio La figura storica più grande che si trovi nella storia di Milano è quella di Ambrogio. Un magistrato nel vecchio diritto, assunto al nuovo sacerdozio d'amore, che osò per la prima volta insegnare ai padroni delle rige e della forza la giustizia della misericordia e la sovranità della coscienza. Ambrogio, nato a Treveri nelle Gallie, che governava Milano qual consolare delle miglie e della riguria, in una disputa popolare fu acclamato vescovo dai cittadini concordi. Tentò egli dapprima di rifiutare perché, quantunque addottrenato al cristianesimo, non era neppure battenzato. Ma tornati vani i suoi tentativi, nel 7 dicembre dell'anno 374, ricevuti gli ordini sacri, assunse l'ufficio di vescovo di Milano. La sua memoria è ancora tanto cara e viva fra i milanesi che si vantano sempre di essere ambrosiani. Il suo nome si unisce all'idea di indipendenza e infatti lo porta alla chiesa che da Ambrogio ricevette riti che la fanno in un certo modo indipendenti dalla romana. Lo ebbe in comune la repubblica, gli statuti e le monete di Ambrogidi e fu finalmente il grido di guerra dei cittadini che tante volte ricondusse la vittoria. Ambrogio fu il difensore dei deboli, dei poveri, di tutti gli afflitti e sebbene una recente critica germanica tenti di negare l'episodio del vescovo che rifiuta l'imperatore Teodosio di lasciarlo partecipare ai sacri uffizi del Tempio, benché bruntato dal sangue nella strage di Testalonica, pure gli storici contemporanei lo affermano unanime aggiungendo che l'imperatore dovesse piegarsi col pentimento dell'otraggio all'umanità. Quattro chiese ricordo di Ambrogio, quella che porta il suo nome e le altre di San Simpliciano, di San Nazaro e di San Dionigi fu la distrutta che sorgeva nei giardini pubblici. L'attuale basilica ambrosiana è oggi affatto diversa da quella che il fondatore ci lasciò ma conserva la lunghezza e la larghezza e l'orientazione attuale. Nel tempo di Ambrogio si vede il pulpito che fu però rifatto da Guglielmo da Pomo nel 1201. Nella parte posteriore di questo si ammira una scultura rappresentante una agape o banchetto comune dei primi cristiani. Sotto il pulpito vi è un sepulcro di marmo bianco ornato di basso rilievo e di un medaglione con due ritratti e si credono di Stilicone, il famoso generale dell'impero e della moglie Serena, i cui avanzi sarebbero riposti nel sarcopago. L'arcivescovo Agilberto eresse nell'835 l'altare preziosissima opera di Cesello eseguita da volvino in lamine di oro purissimo e d'argento e arricchito di gemme che fu miracolosamente salvato dalla rapacità di tanti e vari nostri dominatori. Un altro arcivescovo, Ansperto di Biassono che approfittando della debolezza dei successori di Carlomagno accrebbe sinfattamente la potenza ecclesiastica del governare la città come vero sovrano ed eresse alla basilica brusiana latrio che è detto dal Verri il più antico pezzo di architettura che abbiamo dopo i romani ed è di struttura assai bella se si considere che fu fabbricato nel secolo IX. Gli archi sono semicircolari e tutto l'edificio ospira una sorta di grandezza e di maestà in confronto delle meschine idee di quei tempi. Ha la figura di un rettangolo circondato da un portico di tre archi di fronte e di sei per ciascun lato e questi sono sorretti da pilastri sostenuti con mezze colonne i cui capitelli di selce vanno ad orni di figure bizzarre rappresentanti animali favolosi fogliani e gelogrifici strani. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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