Details
Nothing to say, yet
Big christmas sale
Premium Access 35% OFF
Nothing to say, yet
The transcription discusses the construction of the Duomo di Milano, stating that it was a result of the citizens' will and Gian Galeazzo's assistance. It suggests that the architect may have been a German named Enrico da Gemunden. The Duomo is described as a symbol of hope and freedom for the oppressed Milanese people. The transcription also mentions the various architectural changes made over the years, including the addition of a Gothic spire and a Romanesque facade. Napoleon Bonaparte contributed to the funding of the facade, which was completed in a combination of styles. The interior of the Duomo is described as majestic and awe-inspiring. The dimensions of the cathedral are also provided. WWW.REDIGIO.IT e la storia continua Milano e il Duomo Fu voto di principe o voto di popolo La costruzione del Duomo di Milano? Ardua è la questione e il cantoso stiene che dopo aver condivisente e critica consultato i documenti della fabbrica che fu opera e volontà dei cittadini e Gian Galeazzo aiutò la costruzione e il popolo la volle molti, osservando la somiglianza che passa fra il nostro Duomo e quello di Colonia eseguito assai tempo prima credono che si possa senz'altro ritenere che l'architetto del nostro Duomo sia stato un tedesco siccome poi a quell'epoca venne di Germania Milano un valente architetto Enrico da Gemunden o di Gamundia così ne attribuiscono a lui il disegno e Giulini provò che questo Enrico invece non giunse tra noi che nel 1391 e una lapide di marmo bianco posta all'interno del Duomo stesso porta scritto in rosa italiano e il principio di Duomo di Milano fu nell'anno 1386 I materiali per la fabbrica furono tratti dalla cava di marmo di fino marmo statuario bianchissimo che si trova a Candoglia presso il Lago Maggiore siccome allora non era ancora il naviglio interno così si trasportavano i marmi per il Ticinello fino a Sant'Eustorgio dove la dettaglia formava un laghetto da questo arrivarono per il borgo di Santa Croce alla fossa della città che ritraeva presso Santo Stefano dove esiste ancora la via detta Laghetto Il disegno del Duomo è semplice si descrisse per la pianta una gran croce e al punto dell'incrociamento si innalzò un altissimo triangolo tutto il rimanente è subordinato a quest'idea principale Noi consideriamo il Duomo sotto un aspetto particolare le sue bugliette che si slanciano eleganti e leggere nell'aria le semi lastrate di santi che dai pedestali alla pescata presentavano i loro martiri estendono da secoli su di noi le marmore e braccia e con le fronte elevate al cielo sembrano innalzare un eterno inno alla divinità Gli aerei fastidi, traforati dei quali traspare l'azzurro purissimo dell'italico cielo è tutta la candida mole che si eleva sublime spiritualizzando quasi la pesante materia per noi non è cosa di più del voto di un principe Il Duomo riuscì colossale perché è lo sforzo potente dell'attività dei cittadini privati da galeazzo persino del nome di popolo I santi narrano per noi i dolori della lunga servitù nella quale agli scultori si limitava il campo dell'arte Le candide buglie si innalzano tanto ardite perché sono una preghiera, una speranza dei milanesi oppressi che cercano conforto e libertà e li trovano nella fede I cittadini concorsero tutti con entusiasmo all'erezione del Tempio I ricchi con i loro tesori le donne con i loro gioielli il popolo consacrandomi parte dei suoi guadagni trasportarono le pietre e i legnami mentre i fanciulli si appannavano ad aiutare gli operai Per la grande coppia dei lavoratori non appena era cavata la terra dai fondamenti che in un istante era trasportata altrove e però fu mestieri, deputare, un canto numero di cavalieri a ciò fossero soprastanti alla moltitudine degli operai per schivare la confusione Sarebbe così impossibile parlare in ordine cronologico dei progressi di questa fabbrica dobbiamo quindi riassumere brevemente la storia L'architettura di questo Tempio, come abbiamo detto, è tutta gotica ma l'essere rimarrito il primitivo disegno lasciò liberi i successori architetti di alterarne lo stile Nel 1490 Ludovico il Moro fece voltare la cupola e ne furono architetti Giorgio Martini e Jacopo Dolcevuono sotto la direzione del nostro Omodeo La grande buglia si cominciò invece nel 1762 la facciata contrasta stranamente con le manette dell'edificio e San Carlo ordinò al Pellegrini, celebre architetto del suo tempo di darne il disegno e siccome in quest'epoca il gotico era chiamato una ignorante mostruosità così quest'architetto pensò di contrapporre nella facciata la romana castigata regolarità di linee alla libera e immaginosa architettura archiacuta Nel 1646 Carlo Buzzi che doveva proseguire l'opera del Pellegrini cercò di rifarare nello sconcio introducendo modificazioni gotiche al disegno romano ma le buone intenzioni dell'ingegnoso Buzzi non poterono togliere il disaccordo che anzi era diventato per opera sua più evidente Nel 1790 si demolì quanto erasi fatto secondo il disegno del Pellegrini ma si rispettavano le finestre elegantissime sebbene disarmoniche e le porte disegno del Ricchini e del Celano fra le quali va sicuramente rodata la maggiore ornata da basso rilievi di Gasparetti Smara Nell'8 giugno 1805 Napoleone Bonaparte fece vendere il patrimonio alla fabbrica che produsse un milione e mezzo e promise agli stessi altri 5 milioni per compiere la facciata di quali ne diede poi solamente due nel 1810 allora con la rapidità che Napoleone sapeva imprimere a tutto ciò che pensava la facciata si compì in breve tempo col disegno del Pollack e dell'Amati i quali per conservare le porte e le finestre non riuscirono a togliere le disarmonie che si lamentava prima L'attuale facciata presenta quindi un'unione di stili che non possono assolutamente trovarsi insieme la scalinata di granito rosso è di un carattere greco le porte e le finestre che sono romane hanno gli ornamenti barocchi e sopra queste si innalzano le gugliette gotiche Ora è indetto un concorso agli archivetti di tutto il mondo per la facciata che sia degna del grande monumento e le porte sono 5 perché 5 sono le navate che divisono il tempio una maggiore e quattro minori a primo entrarvi anche un neoscettico deve sentirsi compreso da misterioso rispetto le navate altissime sostenute da 52 gigantesche colonne a pilastroni ottagonali le volte accuminate i finestroni coi vetri dipinti dai quali una luce scende variamente colorata e riveste di magici riflessi alcune parti del tempio mentre lascia alle altre il vinufio o columne e inducono senza quasi accorsesene al pensiero dell'infinito Non descriveremo l'interno del tempio ci basta accennare che sotto l'altar maggiore Pellegrini fece costruire la confessione e lo scurolo di San Carlo questo scurolo fu rinnovato nel 1817 dall'ingegnere Pestagalli aggiungeremo però le dimensioni della cattedrale lunghezza dalla porta dell'ingresso allo sfondo del coro vetri 148,109 la lunghezza delle 5 navi 57,674 larghezza delle braccia della croce 76,895 dal pavimento della impostatura della lanterna la cupola 64,601 dal livello della piazza ai piedi della Madonna 107,695 e la testa di questa statua è 4,165 metri