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www.rediso.it e la storia continua Milano, una città d'Italia e gli archi Il più bello Il più fastoso degli archi milanesi è quello del Sempione detto anche Arco della Pace monumento che meglio d'ogni altro ricorda le vicissitudini del primo impero Napoleone aveva mandato fra noi il suo figliastro Eugenio Borne il quale vice re e quanto quando questi giunse in Milano con la sposa Maglia di Baviera nel 1806 il municipio fece rigere a Porta Orientale per riceverlo un arco in seta e legno con disegno e stile classico del Marchese Cagnola quell'arco piacque tanto che fu stabilito di riprodurlo in candido marmo a capo della strada del Sempione che doveva unire l'Italia alla Francia e il 14 ottobre 1807 si pose la prima pietra il marmo fu tratto dalle cave di Creola e furono chiamati a lavorarvi i più celebri artisti del tempo alla sommità doveva sovrastare la vittoria in memoria di Iena Thorvaldensen e aveva scolpito i trionfi di Cesare i fatti napoleonici dovevano essere espressi nel marmo attorno all'arco da altri famosi scultori ma gli avvenimenti del 1814 lo trovarono a mezzo e allora poco nobilmente si pensò di dedicarlo a nuovo vincitore invece delle glorie dell'impero si scolpirano le feste della restaurazione la vittoria che doveva coronare questa grandiosa opera decorata con tanto splendidezza venne sostituita con la pace modellata grisamente dallo scultore Abbondio San Giorgio effusa in bronzo dai fratelli Manfredini la rivoluzione del secolo scorso voleva ritornare l'umanità alla Repubblica Romana e anche l'architettura risentì di questa inclinazione ritornando al pretto classicismo degli antichi Cinque Ordini gli edifici di quell'epoca anche a Milano non furono più che greci o romani un altro esempio dato dall'arco di porta ticinese e come i lettori possono vedere è esso in ordine ionico, severo, maestoso costruito a guisa dei portici onorari che si innalzavano nell'antica Roma quando Napoleone il 15 giugno 1800 fu un'altra volta vincitore a Marengo 94 cittadini pensarono di erisere un arco che ricordasse quella vittoria e l'architetto fu Luigi Canonica ma l'opera era ancora incompiuta nel 1814 quando il Semidio cade dalla vertiginosa altezza della sua gloria e come per l'arco del Sempione le epigrafi preparate furono poste in disparte ora sull'alto si legge in latino alla pace liberatrice dei popoli triste pace quella del 1814 che le aveva resi tutti schiavi l'altra porta di cui c'è un disegno non è fra le più belle di Milano e purtroppo nessun caro ricordo cittadino va unito a questi marmi è la porta che prima del 1859 si diceva Comasina perché metteva lo stradone per Como e che in quell'anno dalle vittorie garibaldine di Varese e di Sanfermo si disse Porta Garibaldi l'arco fu eretto nel 1826 a onorare l'imperatore d'Austria e non ci voleva meno del nuovo e patriottico battesimo per disperdere la memoria dell'arte avvilita al punto da scolpire nel marmo la schiavitù del paese

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