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Il Seicento - un secolo di crisi

Il Seicento - un secolo di crisi

MAURIZIO MAURIZIMAURIZIO MAURIZI

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In the 17th century, there was a crisis in some areas of Europe, particularly in Germany, the Iberian Peninsula, and Italy, while countries like the Netherlands and England benefited. The crisis was caused by factors such as a decline in demand for goods, worsening climate, and reduced harvests, leading to a decrease in population. There were also epidemics and revolts against fiscal policies. This crisis resulted in some countries experiencing a return to feudal relationships between nobles and peasants. Italy suffered an economic depression, with the textile industry facing competition from England and the Netherlands, and Genoa and Venice facing competition from Dutch and English fleets. As a result, there was a shift towards investing in land and a growing importance of rural areas. A partire dal 1620 si invertì la tendenza all'aumento della popolazione e alla crescita della produzione agricola che aveva caratterizzato il secolo precedente. La crisi fu particolarmente dura in alcune aree, in Germania, nella penisola iberica e in Italia. In altri paesi invece le cose andarono meglio e questi paesi si seppero anche tra le vantaggio da questa crisi, l'Olanda per esempio e l'Inghilterra. Nel secento, in sintesi, cambiano le gerarchie economiche, le vecchie potenze del sud Europa tramontano mentre si affermano i paesi del nord. Alla base della crisi ci sono diversi fattori, la caduta della domanda dei beni per esempio, il peggioramento del clima, si parla di piccola era glaciale, la riduzione dei raccolti. Tutte queste cause insieme alle epidemie causarono appunto un calo della popolazione. Sin dagli ultimi decenni del Cinquecento esplosero in Europa più riprese gravi pestilenze che assunzero particolare violenza nella prima metà del Seicento e colpirono la Germania e l'Italia settentrionale rispettivamente nel 1624 e nel 1629-31. La peste per esempio che colpì Milano nel 1630-31 è nota anche per la descrizione che ne fece Alessandro Manzoni nei Promessi Esposi. A tutt'esetto si aggiunte anche una serie di volte contro le politiche fiscali dei vari Stati. Particolarmente gravi furono le rivolte che spoppiavano in alcuni domini spagnoli come in Catalogna, in Portogallo e a Napoli, dove il protagonista principale fu il pescatore Tommaso Agnello conosciuto anche come Matagnello. Altre rivolte furono quelle guidate in Francia da Nobiltà, la Fronda cosiddetta. Negli steri parlamentari si rivoltavano contro il loro stesso ruolo. Scoppia la prima rivoluzione inglese. Questa crisi determinò in alcuni paesi come per esempio in Spagna, Portogallo o anche nel Medioevo d'Italia, un processo di rifeudalizzazione, e cioè il ritorno a rapporti di tipo feudale tra nobili proprietari terrieri e contadini. A partire dalla prima metà del Seicento l'Italia iniziò a subire un lungo periodo di depressione economica che colpì vari settori. Per Tessile la crisi colpì soprattutto il comparto della lana che produceva tessuti di qualità molto pregiata e che subì la concorrenza dei panni inglesi ed olandesi che erano più a buon mercato e più leggeri. Nel settore invece dei commerci e della finanza, le flotte commerciali di Genova e di Venezia subirono la concorrenza di quelle olandesi e inglesi, ben più forti e numerose. Genova fu indebolita finanzialmente anche dalle continue bancarotte della Spagna. Tutto questo portò gli imprenditori a investire i capitali derivati dall'industria e dal commercio nella terra, si assiste cioè a un fenomeno di ruralizzazione. Si invertì dunque il rapporto città-contato con quest'ultimo che acquistò sempre più importanza.

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