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La rivoluzione americana (2^ parte)

La rivoluzione americana (2^ parte)

MAURIZIO MAURIZIMAURIZIO MAURIZI

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Il rapporto tra la corona inglese e i coloni americani; la 'Proclamation line' e il lo 'Stamp act'; il Boston tea party; la 'Dichiarazione d'Indipendenza americana' e la guerra tra coloni e impero britannico. La Pace di Versailles del 1783; l'approvazione della Costituzione federale a Filadelfia (1787) e la nascita degli Stati Uniti d'America

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Until the mid-1700s, there was no conflict between England and the North American colonies. However, tensions arose when England began exerting more control and imposing new rules on the colonies. The Proclamation Line of 1763 restricted colonists from settling west of the Appalachian Mountains. The introduction of the Stamp Act in 1765, a tax on newspapers and legal documents, angered the colonists who had previously been exempt from taxation. England also sent an army of 10,000 soldiers to the colonies. The Stamp Act and other oppressive measures led to protests and associations such as the Sons of Liberty. The Boston Tea Party in 1773 was a response to England granting a tea export monopoly to the East India Company, which harmed American merchants. England reacted by closing the port of Boston and passing the Intolerable Acts, which stripped Massachusetts of its autonomy. These events eventually led to armed conflict between the colonists and England. The Continental Army was forme Fino alla metà del 1700 l'apposto tra la colonna inglese e le colonie nordamericane non fu conflittuale. Le colonie commerciavano con l'Europa esportando grano, tabacco, riso, pelli e pellicce e ancora navi, legname, pesce e canapa. Il 40% della sorta inglese era costruita nei cantieri americani. Tutti questi traffici però erano solo tollerati perché il governo inglese almeno ufficialmente applicava le regole del mercantilismo in base alle quali i prodotti delle colonie potevano essere venduti solo nella madrepatria e viceversa. Il commercio delle colonie dunque era di fatto commercio di contrabbando tollerato dalle autorità inglesi. Dopo la guerra dei Sette Anni però l'Inghilterra iniziò una politica imperialistica cominciando ad esercitare un maggior consuolo sui suoi possedimenti americani e imponendo rispetto delle regole. Nel 1763 la colonna stabilì il diveto di colonizzare le terre che si trovavano ad ovest della linea rappresentata dalle catene dei monti a Palachi e a Legheni. Si trattava della Proclamation Line. Praticamente i coloni americani non potevano più occupare terreni e territori che stavano diciamo al di là di questa linea, a ovest di questa linea. Ancora più grave fu quando nel 1765 l'Inghilterra introdusse nelle tredici colonie lo Stamp Act, una tassa, un borro sui giornali, sugli atti legali e sui documenti commerciali. Una tassa nelle colonie rappresentava di fatto una novità assoluta perché le colonie e i coloni non pagavano le tasse. Ecco, allo scopo di imporre tutti questi provvedimenti l'Inghilterra, peraltro, in aggiunta, inviò nelle tredici colonie un esercito di 10.000 soldati. Quindi questo fu effettivamente un provvedimento che ai coloni, alla maggior parte dei coloni, non piacque per niente. Lo Stamp Act sollevò l'indignazione dei coloni perché, come abbiamo detto, era la prima vera e propria tassa che la colonia inglese imponeva loro. Fino a quel momento, in effetti, le colonie non erano state soggette a tassazioni in base al principio che non possedendo una rappresentanza politica nel Parlamento di Londra, esse non potevano essere soggette a nessuna tassazione. Secondo il principio, no tassation without representation. La questione dello Stamp Act, che fu abolito, peraltro, nel 1766, ebbe effettivamente gravi ripercussioni politiche perché sollevò, in molti coloni, la questione del loro diritto ad autocoronarsi. Nacquero, allora, nelle tredici colonie, delle associazioni come quella, per esempio, dei figli della libertà, Sons of Liberty, e furono stipulati accordi tra i mercanti per voi costare le merci importate dall'Inghilterra. Nel 1773, Londra concesse alla Compagnia delle Indie Occidentali il monopolio dell'esportazione del tè nelle colonie americane. Questo fatto danneggiò i mercanti americani che importavano di contrabbando, come abbiamo visto, il tè dalle colonie olandesi. La risposta fu il famoso Boston Tea Party, quando diversi figli della libertà, travestiti dai indiani e americani, saliti sulle navi della Compagnia delle Indie Occidentali, ancorati nel porto di Boston, e gettavano in mare un grande quantitativo di tè. Il governo inglese reagì chiudendo il porto di Boston cancellando l'autonomia del Massachusetts e annullando i poteri dei tribunali americani. Sono le cosiddette leggi intollerabili. Fu proprio allora, a seguito di questo episodio, che si passò presto dalle discussioni accese alle armi e nel 1775 i coloni crearono il primo esercito continentale al comando del generale virginiano George Washington. Il 4 luglio del 1776 il congresso delle colonie riunito a Philadelphia approvò la dichiarazione d'indipendenza che venne stesa in gran parte dal futuro presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson. Non tutti nelle colonie volevano l'indipendenza dalla Gran Bretagna, numerosi erano i realisti e i motivati. Prevassero però i radicali, i veri e propri patrioti e la guerra ebbe così inutile. Da una parte c'era l'esercito inglese più numeroso, più professionale e meglio armato e dall'altra c'era invece, come abbiamo visto, l'esercito continentale meno esperto, raccogliticcio, meno numeroso ma più motivato. Dopo una serie di piccoli scontri interlocutori si sdunse alla vittoria dei ribelli americani a Saratoga nel 1777. L'appoggio militare della Francia di Luigi XV fu determinante e compostò la decisiva vittoria dell'esercito americano guidato da Washington nella battaglia di Yorktown combattuta nel 1781 che indusse Londra successivamente a firmare la pace di Versailles nel 1783 a riconoscere infine l'indipendenza delle tredici colonie americane. Ciascuna delle colonie costituiva uno Stato a sé con una propria assemblea, con proprie magistrature e propri organi di governo. Dopo la fine della guerra si fronteggiavano due posizioni quella che propugnava uno Stato federale, uno Stato, un solo Stato federale con poteri sull'esercito, sulla gestione della politica estera e su quella della politica economica. Poi c'era la posizione che propugnava invece una confederazione di Stati, un'unione di Stati in cui il potere centrale fosse molto, molto limitato. Prevate la soluzione federalista e nella convenzione di Finatecia del 1787 venne approvata la Costituzione degli Stati Uniti d'America, una repubblica presidenziale federale. Il primo presidente della nuova Repubblica degli Stati Uniti fu appunto il generale George Washington.

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