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Patrizia Venturella

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The main ideas from this information are: - Maintaining external silence helps to cultivate internal silence. - Meditation is a way to achieve inner silence and reconnect with our deeper selves. - Removing or suppressing certain aspects of our lives, such as our inner child, can lead to a loss of energy and vitality. - The emphasis on strength and power in society can lead to a disconnect from ourselves and our true happiness. - Spiritual values and practices, like meditation, can help us find inner silence and achieve a sense of completeness. - Meditative and psychological techniques are tools for finding inner silence and observing our accumulated experiences. - Finding silence within ourselves allows us to see ourselves more clearly and authentically. - The ability to elevate ourselves, both mentally and possibly even physically, is connected to mystical experiences. - Cultivating a mystical attitude and practicing meditation can lead to a higher level of existence and potentially e Ognuno continua a mantenere questo silenzio fintanto che poi le persone, insomma, credibilmente se ne stanno qui, non ci sono ritagli, eccetera. Perciò questo è importante, perché il silenzio esterno poi pianino pianino induce il silenzio interno che è quello che noi andiamo ricercando. E la meditazione è soltanto ricerca di silenzio interno al fine di lasciare venire la talla, come dicevo la prima volta. Quindi statevene pieti pieti, non permettendoci di lasciarci disturbare. Ognuno di noi, i psicotreci, si assume la propria responsabilità, ma la consiglia è quella del nobile silenzio, che è nobile in quanto è funzionale al farci riconnettere con le parti più profonde di noi, e quindi ci rende completi, ci rende uniti, altrimenti la nostra vita è in una certa percentuale dissociata. Per dire, ognuno di noi ha una certa età, ma è come se non permettessi al bambino che è in noi, perché nel noi è stato bambino, e circolare, circolare dentro noi come emozioni, come sentimenti, come energia, come vitalità. Vado a dire, se noi rimuoviamo, vi ricordate l'espressione forte del rimuovere è così diversa dal semplice dimenticare, se noi dimentichiamo o rimuoviamo, è forte, no? Sul piano esistenziale queste parti sono momenti diversi dalla nostra vita. Il bambino, l'adolescente, la giovane donna, il giovane uomo, l'uomo più avanti degli anni, più maturo, fino all'anziano, ecco. Se noi rimuoviamo questi aspetti, perdiamo energia, perdiamo la vitalità, quella vitalità su tutto morale, magari sul piano fibrico, con gli anni che procedono, ognuno di noi sul piano del corpo accusa il passare del tempo, evidentemente. Ma se noi riusciamo a dare spazio a questi aspetti, diciamo così, della nostra vita, ecco, attraverso tecniche come quelle meditative, attraverso la meditazione, ecco che permettiamo a tutto quello di venire a galla. Ti venire più facilmente a galla e ne approfitto per dire che il lavoro interiore della meditazione, in ogni caso qualunque lavoro interiore, di preghiera, di psicoterapia, di consapevolezza in qualsiasi modo, di spiritualità, mettiamoci di mezzo anche la spiritualità, in fondo è una maniera di permettere di fare venire a galla qualche cosa che se non riusciamo a vivere esistenzialmente, ci sminuisce, ci fa sentire meno completi. Di solito noi infatti siamo confusi dai rapporti di forza, ecco, questo è un grande pericolo, perché pensiamo la vita come rapporto di forza tra noi stessi e gli altri, e questo è bene guardarsi, laddove il rapporto con noi stessi può essere importato alla intelligenza di noi stessi, alla saggezza di noi stessi, alla conoscenza di noi stessi, piuttosto che alla forza. Ci vogliono davvero milioni di parole per poter giustare, diciamo così, queste esperienze interiori, e se rimaniamo sul piano della forza, e vabbè, si capisce che ci andiamo da fare ad essere forti, potenti, è un impulso anche normale, introcettibile, ma guai se tende a prevalere. Chiaramente da giovani si tende a puntare molto sulla forza, perché è l'esperienza che ciascuno di noi fa, nei confronti di sé stessi e nei confronti del mondo, tant'è che i soldati vengono recutati dai giovani, mica tra i vecchi, perché fanno un'esperienza, diciamo così, di forza, se poi gli dai nelle mani delle armi, Dio mio quanto si sentono forti, se gli hai tra le mani un aeroplano, come a me è capitato di avere tra le mani quando ero militare, se gli hai tra le mani un aeroplano, Dio mio, sono un padre eterno, riuscire a picchiare, a mitragliare, a colpire, come mi sento forte, il benessere può essere confuso anche con sentirsi forte, piuttosto che con sapere, Così perché si vede che se voglio fare denaro, sempre più denaro, sempre più denaro, sempre più denaro, di chi ha più denaro, li conosce da uno a uno come persona affermata, dimenticando per un momento l'altro con lasciarsi il cuore e quindi tale quale che non ha niente in fondo. Anche per questo bisogna dire che il cristianesimo in questo culto della povertà, se potremmo dire la differenza è il buddismo, il buddismo mette un po' meno l'accento sulla povertà, perché il cristianesimo invita a disfalciare dei propri bene e delle loro, perché sono in campo, hanno a che fare con la forza, non hanno a che fare con la consapevolezza. Chiaramente tutto questo è anche funzionale, per poter illustrare bene il discorso, con la nostra felicità. Sappiamo tutti che la nostra felicità non ha a che fare con la forza, è illusorio. Uno di per lui può intuirsi che essendo molto forte è felice, no, per nulla. Più forti quanto puoi essere felici. Se invece a forza che burci un uomo in questo mondo, entri in certe dimensioni, uno non sa neanche i piedi, queste cose sono percepite con senso di intuizione. Allora se prevarca la dimensione della consapevolezza, va beh, puoi essere forte, puoi essere ricco, puoi essere tutto quello che vuoi, ma non ti lasci prendere la mano da queste fantasie, che per esempio nel linguaggio occidentalico si chiamavano fantasie di onnipotenza, un po' come in certe fiame dei fratelli Grimm che qui dicevano che la moglie di quel pescatore diceva sì, sì, sì, voglio essere re, voglio essere qui, voglio essere, voglio essere, il re però no, è inferiore al papa, scrivevano queste novelle, ancora meglio io. Voglio essere papa, io credo, perché papa è il nostro potere, temporale, spirituale, come è accaduto nel nostro terapismo. Allora questo discorso introduttivo, come sapete, viene considerato meditazione, diciamo, il discorso teorica, ed il nostro, certe idee ci permettono poi di capire il senso della meditazione silenziosa, che è più pertinente alla tecnica meditativa. Fare silenzio dentro di sé per produrre spazio alla consapevolezza piuttosto che alla forza. Osservo lenti a quelli che comunemente chiamiamo valori spirituali. A livello spirituale non è che si possa proprio, come dire, sviluppare attraverso le prediche, bisogna proprio cimentarsi in prima persona e fare silenzio dentro di sé. E trovare anche la via per fare silenzio dentro di sé. La via meditativa, come anche la via psicologica, è una via essenzialmente in ricerca di silenzio interiore, che è sinonimo di silenzio interiore che vi permette di, come dire, osservare, l'accumularsi, come si diceva fino alla prima volta con Antonio, l'accumularsi. Cos'occurre? Poi alla fine fine ti soffoca. Puoi anche essere stranino, come se sei anche accumulato dentro. Puoi essere dipendente di tante banche, no? Ma però c'è il punto schiatti, schiatti non sul piano fisico ma sul piano morale. E poi magari il piano morale si tira appresso il piano fisico. Allora noi possiamo osservare la possibilità che dentro di noi si trunca spazio rispetto all'accumulo di esperienze che si sono appastellate lungo la nostra vita. Quindi continuiamo quest'intenzione di uscire dall'accumulo che ha fatto di noi, ci ha identificato in una certa maniera. Perché quello ultimo è il modo migliore di decollare davvero, non decollare con un aereo ma decollare internamente. Vedete, mi viene proprio in mente in questo preciso istante che decollare o internamente tagliare la testa a uno. Quindi per me è nel senso del decollare, nel senso che evitiamo di pensare, la testa che produce pensieri inutili ai fini spirituali. E così siamo importanti che si riesca a decollare. Come d'altra parte anche un aereo decolla, si alza però verso il cielo, è diverso. Quindi possiamo essere in qualche modo come una possibilità di elevarci, ecco, decollare come alzarsi, alzarsi verso il cielo ed elevarci. E allora dall'alto, un altro che non è quello dell'aereo ma un altro che è quello della nostra personale interiorità, possiamo vedersi in maniera più schietta, in maniera più autentica, in maniera più signorile. Diversamente rimaniamo identificati con l'ultima discussione che abbiamo avuto con i figli, con il conosco. Un po' stendere i terasi, come sono sempre le solite cose che si dicono, dico che siamo, come dire, un po' fregati. Diventiamo ripetitivi, esperimentiamo assenza di spazio dentro di noi che invece ci dà sollievo. Questa cosa di sollievo, che lo spazio ti dà sollievo, è come se veramente potessi, come dire, pensate che ci siano certi metodi di diventazione, io sono molto modo perché sono molto, che consistono proprio, sono soprattutto, aspetta un po', Maharishi Yoga, un famoso yoga, maestro di yoga orientale, di cui mi parlava un mio amico, io lo guardavo con una certa diffidenza perché mi pareva un po' una sciocchezza, però a dire il vero, nel momento in cui la tecnica funziona, non funziona soltanto la tecnica, funziona l'insieme della meditazione, effettivamente Maharishi insegnava delle tecniche di decollo, un po' come decollo anche corporeo, per dire come c'è di santi che lievitano, ecco la parola giusta è lievitare, lievitare, allora la meditazione effettivamente ha a che fare con questo lievitare. Io sono stesso anche venuto da casa a un'altra scelta, insomma perché i consoleri dovevano, come dicevo, a che fare a tirarla giù per questa, lievitava anche con il corpo, tanto aveva sviluppato questa attitudine mistica, creiamo un'attitudine mistica di cui siamo tutti in qualche modo partecipi, normalmente parliamo di livello intellettuale, che livello intellettuale è quella persona eccetera, chi è di basso livello intellettuale? E' un alfabeto ammettiamo, a volte coincido con quello, altre volte è un alfabeto, sono stessi più intelligenti delle persone normali, ma certamente l'intelligenza è un certo grado di elevazione, come dire, esistenziale, chiamiamola così. Esistono ulteriori elevazioni che sono quelle mistiche e alcune passano anche attraverso la capacità di elevazione corporea, di lievitazione. Dari santi, come lo stesso padre Pio di Pietralcina mi pare, oltre a possedere, dicono, il dono d'obieguità, nel senso che si registra la sua presenza in uomini diversi, io non è che sono miscredente riguardo a quello, credo che queste cose siano possibili, sono possibili a certe persone particolarmente dotate e a certe persone che coltivano, per un verso o per un altro, un certo grado di spiritualità. Se qualcuno di voi si incuriosisce può andare a vedere, per esempio, anche dell'esperienza cristiana, padre Pio di Pietralcina, ma io andando in India parecchi anni fa, e mi gode di toccare con Mario, perché davvero certi personaggi sono molto, come dire, datati, è una cosa di cui parlavamo anche recentemente con la signora di Sopraggiunta ed è nuova ad alcuni dei gruppi, però non so fermarsi necessariamente, se ci sono impappate ne ho parlato, perché il nostro scopito è quello di elevarsi interiormente, non possiamo non distinguere tra un'elevazione corporea e un'elevazione, diciamo così, interiore, è possibile anche un'elevazione interiore e quindi coltivare con la meditazione la lievitazione interiore, quindi lo spazio, l'apertura, già quello va bene, va molto bene, anche se non lievitiamo con il corpo. Il nostro scopo di creare spazio, provate a osservare lo respiro che serve, diciamo così, a mettere da parte la testa, anche se non ce la taglio, a decollarsi, via la testa, via la testa è una di quelle teste, soltanto la testa di chi formula pensieri su pensieri, insomma pensieri, emozioni, sentimenti, emozioni, fantasie positive e negative, come pensare a fantasie di occupare qualcuno, di occupare i nemici e portare a quel movimento degli amici di se stesso, vediamo, quindi osservate il respiro per evitare la testa e favorire il cuore. Non so se vi sono spiegati questa immagine, a me dicono molto, speriamo che dicano anche a voi, io decollo, osservando il respiro che entra, fa una pausa, esce e fa un'altra pausa, e riuscendo a non pensare anche per qualche decimo di secondo, noi ci mettiamo nella condizione di lievitare, almeno interiormente. Accorgersi soprattutto se ci stiamo distraendo, guardate che è così importante non distrarsi, non distrarsi quando pratichiamo il nobile silenzio verso l'esterno e quindi essere catturati per chiacchiere, e non distrarsi quando pratichiamo il silenzio verso l'esterno, è molto più difficile fare silenzio di dentro. Allora almeno accorgiamoci che stiamo, diciamo così, rinocinando, ci vengono in mente delle cose, mettiamole da parte e stiamo con il nostro silenzio, diciamo così, di meditanti e non di pensanti, o si voglia di pensiero. Accontentiamoci anche del senso di benessere, è osticabile, potrebbe pure essere malessere, che ci proviene dal fatto di fare questo lavoro di via vai tra la mente che non pensa e la mente che è occupata da desiderio. Il via vai è tra il respiro, l'osservazione del respiro e l'inevitabile distrazione che a questo punto è tolleriamo, ma l'importante è accorgersi che stiamo, diciamo così, fantasticando e siamo altrove, non siamo qui, siamo a casa nostra, possiamo fare la spesa e non siamo qui a meditare con il gruppo, siamo qui presenti e in quanto presenti con gli altri, presenti in maniera sostantiva e non del tutto occidentale, siamo uniti agli altri, agli altri, in questo caso gli altri sono le persone che stanno qui. Abbiamo un denominatore comune e questa diventa una forza, diciamo così, che ci aiuta rispetto a quando meditiamo da solo. Va bene meditare da solo, ma meditare con gli altri è utile perché ci rafforza in questa, come dire, leggerezza interiore. Il respiro entra, fa una pausa, esce, fa una pausa e per lo spazio di ancora qualche minuto è la cosa più importante del mondo, il resto non c'è una parte. Osserviamo anche che questo silenzio interno, che diciamo come dire, è meditazione ed è preghiera, è raccoglimento. Anche la preghiera propriamente detta, proprio recitare, per esempio, il Padre Nostro e Maria, l'Angelo di Dio è una bellissima preghiera perché viene citata proprio la parola, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dal Dio, è un rapporto con il tutto. Quindi è bene anche meditare usando delle parole, io magari mi rompo con l'uomo andando avanti, e non semplicemente con il silenzio, è un bellissimo progetto. Un'altra bella preghiera, per esempio, del mondo cristiano è Veni Sancti Spiritus, Veni Spiritus Sancti, bellissima preghiera, apparsa, se non ricordo male, non tanto recentemente, non come Maria, il Padre Nostro, il Padre eccetera, non bisogna più. Volte ad esaltare la divinità come Dio, ma si muono più sull'orizzonte del divino che della divinità, ma che sta bene anche con la divinità per chi ci crede, insomma, ma ci permette di fare esperienza, la vita spirituale è qualcosa che distingue rispetto alla vita religiosa, ed è un ampio discorso che spero di fare, certamente la vita religiosa quando funziona bene deve avere un certo grado di spiritualità, istoricamente, quando questo grado di spiritualità si va perdendo, ebbè anche la vita religiosa va un po' a farsi friggere. Ma per esempio, tornando a Sancti Spiritus, è una preghiera cristiana splendida, dell'epoca, diciamo così, inglese tra il IV e il V secolo, se non ricordo male, perché l'Inghilterra aveva una vitalità cristiana spirituale più elevata di quella romana, come si può facilmente intendere, e quindi pensavano delle belle preghiere. Un'altra bella preghiera, la segnalo, poi magari la partiremo insieme, è la preghiera del buon umore, di cui l'autore è Tommaso Moro, un grande, si potrebbe dire un cattolicone inglese, un patruscante in qualche modo, perché allora si distingue da essere una lingua, l'Inghilterra che era prossima alla riforma protestante, giustamente, odevolmente prossima, perché ci fu lo scandalo tremendo dell'indulgenza romana, si vendeva l'indulgenza, si vendeva il paradiso, ma allora, non è mai possibile vendere il paradiso. Allora l'Inghilterra di Tommaso Moro, questo cattolicone che persisteva ad essere, giustamente, alla sua maniera fedele al Papa, è capace di dire poi del sovrano, che però non aveva interesse spirituale, allora di Enrico VIII, e lui propose questa bellissima preghiera, la preghiera del buon umore, che mi dicono anche Papa Francesco, in questo periodo, diciamo, così difficile anche per la Chiesa, non riesce più a fare, propone e raccomanda vivamente. Continuate a rimanere in silenzio, la mia meditazione è guidata, come sapete, no? Magari io posso pure disturbarvi con le mie parole, però è anche la via necessaria per essere condotti per mano, un po' come dicevo qualche giorno fa, o ieri forse, altro ieri, qualche giorno fa, diventa quello, no? E come un bambino, quando fa queste pratiche meditazioni, come un bambino che va in bicicletta, deve essere proprio, come dire, sostenuto, no? Il papà che tiene la sella della bicicletta, in modo che non cada e continua a pedalare. E allora, diciamo così, voi continuate a pedalare, io adesso tolgo la mano, in alcuni momenti tolgo la mano, continuiamo a fare silenzio, a fare il caso, ad essere attenti, non perdiamo di vista l'attenzione al respiro e muoviamo i pensieri, io adesso starò anch'io un po' in silenzio per tre, quattro, cinque minuti, e voi, se ve la sentite, continuate, diciamo così, a stare con il respiro e a mettere da parte i pensieri. Bene. Buona notte. La calma, la reattiva calma, diciamo così, l'attivo rilassamento che ciascuno di noi ha realizzato, sicuramente ha aiutato anche quello degli altri, quindi rimaniamo operati a gruppo, cominciando da me, e insieme abbiamo realizzato una certa calma. Parola banale per dire quanto è importante la calma sul tuo giorno d'oggi, tutti corrono, no? E allora a questo punto, dato che la meditazione, almeno questa prima parte della meditazione è terminata, ciascuno di voi se lo ritiene, faccia delle osservazioni, dica come si è trovato, come si è sentito, in modo che questo può incoraggiare il gruppo anche nel caso che si fosse trovato a disagio, lo dica con stanchezza se riesce, ma no, ma è annoiato, seccato, eccetera. Perché anche questo è un'indicazione circa il superare eventuali difficoltà. Poi, dico sempre, diciamo anche oggi a Clara che non è venuta, ma ha detto che aveva un po' di rovalino, ma probabilmente lei ha già fatto altri percorsi, quindi in definitiva le sue osservazioni, che sono da conosco d'anni, probabilmente mi viene in mente che dovrebbe usare altri tipi di pratiche spirituali, perché questa vita è lunga, ce ne sono tantissime, tutti stanno a cercare di rimparle, perché adesso mi sono detto che non ci serve, adesso noi facciamo questo, non ci serve fare questo. E' anche importante trovare la propria strada, diciamo così, nella meditazione, trovare la propria via spirituale, quella che ti, come dire, aiuta interiormente, potessimo dire con stanchezza, sì, quelle pratiche mi servono, quelle preghiere mi servono, mi fanno stare meglio. E nel momento in cui io sto meglio, possono anche stare vendogliate che sono accanto a me, magari non tutti, perché non possiamo andare bene a tutti, togliamoci la testa di poter andare bene per tutti, andiamo bene per qualcuno, magari per un bel gruppo di persone, e rimaniamo contenti di questo, perché questo ci aiuta a vivere, più o meno tutto con noi stessi, perché poi anche da soli riusciamo a stare, e non abbiamo l'ansia di avere amici, di avere conoscenti, di andare di qui, di andare di là, cosa hai fatto a Natale, cosa hai fatto a Pasqua, cosa hai fatto nelle vacanze, per dimostrare di essere al mondo in maniera particolarmente incisiva, no? Partiamo noi stessi da quel punto. Questo lavoro interiore che non consiste nel lasciarvi venire a galla, a galla, a galla, è riuscire a farci animare dal profondo di dentro. Questo per me è stata una scoperta fulgurante, perché io posso anche avere una certità nel senso che sono anche vivo il bambino che sta dentro di me, che era piccolo, e gli anni mi riscarrono di dosso, almeno in quei momenti lì, e quindi sento l'adolescente che sta dentro di me, sapendo benissimo che non sono un adolescente, ma l'adolescente ha i miei vecchi, e il vecchio diventa la saggezza per l'adolescenza. Allora, adesso se qualcuno ha delle osservazioni che non siano dei discorsi lunghi, le faccia anche poi nella privata, nella pochettana, scrive queste osservazioni in maniera più significativa, e se le trasmette la prossima volta che andremo la fortuna di incontrarsi. Per me è una fortuna, spero che lo sia anche per voi. Quindi allora, adesso libertà di parola, nel senso che non di parlare tra di voi, perché è bene continuare ad osservare i doni del silenzio, ma ciascuno di voi può rivolgersi al gruppo e raccontare brevemente la propria esperienza. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS Per un attimo, non so perché, ho inquadrato il volto di quel signore lì in un pentagono. Mi ha pensato per un attimo, per caso di sequestrare, cambiare casa, ho pensato a qualcosa così. E quindi lui rivolge se qualcuno va a parlare per sé, perché rivolge se qualcuno si indurre poi d'altro rispondervi in una questione privata. Chiaramente potete gestire scambiando il telefono in qualsiasi momento. Ma io intendevo così, c'era un atto per caricarlo. Allora? Io avevo pensato a questa cosa. Poi ho preso coscienza che in effetti sono delle persone che vogliono continuare a fare tante cose e io a volte mi sento inadeguata perché a me a volte piace anche stare tranquilla. E quindi, non lo so, forse bisogna attaccare quelle persone che mi riempiono di parole, a volte anche inutili, perché mi tolgono il mio pensiero personale. Ha detto le cose essenziali. Adesso terminiamoci qui e sentiamo anche quelli che dicono altri. Direi che ha detto le cose importanti per lui, perché chi di noi, cominciando da me, non si trova in uno stato d'animo, come quello che lei ha detto. Allora, ebbene, a quel punto dire le cose sono tante, le cose mi fanno anche sentire inadeguato per grossi errori di percezione che andiamo facendo e che in questo momento sarebbe, diciamo, troppo lungo di esprimere, no? Ma che tutti quanti dicono cose così. Allora, la cosa importante è trovare il modo di dire lasciamo andare le cose e mi metto a stare tranquilla e calma, perché nella tranquillità e nella calma e nel rilassamento riesco anche poi a ridimensionare le cose che mi mettono fretta e che mi fanno sentire inadeguato. Va bene? Sentiamo qualcun altro. Si ha voglia, si capisce, eh? Si ha voglia di parlare. Sì? Io ho fatto questa riflessione che ho fatto in altri anni in meditazione, ma non ero mai riuscita, come in questo momento, a veramente rilassarmi e anche a distruggere i pensieri che a volte ti affinano. E quindi, come diceva lei, ognuno deve trovare la sua strada e il suo momento. Probabilmente questo sistema, questo modo che ha lei di parlare e con il suo nome, perché sono riuscita a rilassarmi e addirittura quando è stato un attimo tempo ad avere una specie di sogno o qualcosa che si è interrotto quando ho iniziato a parlare. Per cui ero proprio veramente, non addormentata, ma in uno stato un po' di rilassamento che non mi è successo antimai perché sono stata abbastanza ansiosa. Quindi faccio fatica a rilassarmi. E quindi ci tenevo molto a fare questo corso con lei perché ho capito che anche l'anno scorso mi era sentita insomma. Si ripete, a distanza di tempo, è chiaro che è anche un'ipotesi di ricerca personale, di differenza da tanti, come dire, insegnanti che ho avuto modo di frequentare e con cui non condividevo il loro modo di pensare, che di per sé, intendiamoci, poteva andare bene per tanti, non andava bene per me. E devo dire, non va bene di nuovo per, diciamo così, noi occidentali. Quindi non è strano quello che dice lei, assolutamente. Non è strano perché se a un certo punto questi insegnanti di meditazione hanno che fare semplicemente, chiamiamolo così, andiamo giù pesante, con le tecniche orientali, che magari hanno preso anche andando in India, che so io, in Oriente, insomma. Non hanno fatto tanto gli americani, gli inglesi, nel giro di un centinaio di anni c'è stata proprio questa incredibile riscoperta dell'Oriente meditativo. Perché non è che l'Occidente cristiano non sia altrettanto meditativo, ma lo è in luoghi più limitati, come poniamo, monasteri. Ma di nuovo, per me è coniugare psicoterapia e meditazione, che per me, oggigiorno, è la carta vicenda che ti permette di scoprire che la meditazione non può essere trasferita dall'Oriente, e io sono un'autorità minima in questo ambito, però un colosso del pensiero come Carl Gustav Jung, grande psicoanalista, tra i fondatori di quella che possiamo chiamare oggi, dal punto di vista culturale, quella rivoluzione del pensiero che è costituita dalla psicoanalisi. Ebbene, Jung, che è tra i fondatori, insieme a Freud, di questa rivoluzione del modo di pensare se stessi, che è detto sinteticamente, pensare se stessi vuol dire prendere coscienza delle proprie parti celate, nascoste, dei proficioni dell'inconscio di andare. Cosa non facile da fare, vedete. Dunque, la propria psicoanalisi... Allora, Jung dice che la psicologia del profondo, la psicoanalisi, è lo yoga occidentale, è la meditazione occidentale, che è come dire, sì, noi possiamo anche apprendere queste tecniche di raccoglimento e di andare nel nostro intimo, di cui gli orientali, a partire dal Buda, ma anche dall'induismo, sono maestri. Però loro parlano una lingua diversa dalla nostra, hanno tradizioni diverse dalle nostre. E allora, imparare quella lingua, vivere in quella gente, accetterebbe maggiormente, diciamo così, le proposte orientali. Allora, quando i maestri, anche americani, europei, vengono in Europa e sono stati addestrati in Oriente, è come se parlassero per la maggior parte della gente in cinese, in giapponese, in... adesso esagero un pochino, no? Perché per me, che mi sono messo a frequentare questi personaggi, non ho avuto la fortuna, per esempio, di frequentare più santi, non strani, piuttosto che dei monaci, che non fossero dediti ad orge, ma piuttosto alla vita, sui fatti che erano stati monaci. Se uno dice il nome della rosa, ne vengono fuori delle belle, no? Io credo che potrebbe essere il monachesimo, come dire, delle tradizioni che sono perdurate, che so io, da benedettine a tantissimi altri. Allora, è una testimonianza buonissima, che se si mette insieme la psicoterapia, come ormai fanno da anni in America, perché sono stati i primi a colonizzare spiritualmente l'Oriente, o essere colonizzati dall'Oriente, no? Da un punto di vista di pensiero, se entusiasti, si potevano fare dei lavori e scrivere e dimostrare come gli americani, tanti americani, tante scuole di meditazione, effettivamente hanno lavorato moltissimo sulle esperienze che hanno fatto andando in loco, certamente hanno andato in loco, ma io stesso sono andato in loco, frequentando per qualche tempo l'ashram di Sai Baba, no? E' di nome che dice, però alla fine sono ritornato con me, con la mia psicoterapia, che è la mia formazione interiore, al di là della qualifica di psicologo, che è una qualifica universitaria, niente di più, quindi non c'entra niente con la maturazione spirituale. Ecco, ho risposto un po' chiaramente a lei, non per togliere spazio agli altri, ma perché ritengo che queste parole potessero servire anche ad altri. Se ci sono altre domande... La maturazione spirituale? Allora, Antonio, coraggio. La maturazione spirituale? Sì. Sta per? E' maturazione... La grossa difficoltà, infatti, è pertinente la sua domanda, perché è in sintonia con quello della signora. La signora implicitamente, la signora Bruna, parla anche di un dispiacere di non riuscire nel corso degli anni di motivarsi a praticare la meditazione, pur frequentando, probabilmente, degli ambiti meditativi, perché non si sentiva a toccare nell'intimo, no? Ma non riusciva a farsi toccare nell'intimo perché, probabilmente, la trasmissione di questa cosa, che è apparentemente così semplice, perché, in definitiva, che cos'è? Un monaco arriva qui, dal Nepal, mettiamo e dice «Avanti, mettiti seduto, mettiti nella posizione corretta, mettiti seduto in terra a gambe incrociate, perché è meglio», e poi osserva il respiro, per esempio. E dopo aver osservato il respiro, osserva le sensazioni che ti ruovano al corpo e non pensare. Di per sé lo spirito della meditazione si può dire con una decina di parole, però a quel punto lì non ti viene, tu non riesci a fare esperienza ancora di quel che vuol dire applicare queste cose così banali, dette come l'ho detto un attimo fa, no? E allora ci vuole davvero, io lo dico sempre, tante parole per illustrare e per entrare nel merito di quello che io poi alla fin fine ho mollato tutti quanti, mi sono andato per la mia strada, con i miei pazienti, con me stessi, con i gruppi che mi capito di condurre qua e là, propongo questo insieme che è da una parte psicologia del profondo e dall'altra parte tecnica meditativa. E illustro anche le tecniche meditative usando parole che generalmente in giro non usano. Per dire guardati, questo vuol dire questo, vuol dire quell'altro, quell'altro ancora, eccetera, eccetera. Non posso che risponda in maniera così limitata e sentiamo che ci sono altre osservazioni a quel riguardo, perché aiuta, no? E chiaramente poi uno si motiva, un'altra cosa che si può senz'altro dire, frequentando a lungo, no? Uno lo fa per conto proprio, non mi succede un conflitto sempre, ma frequentando un gruppo come questo, idealmente potremmo frequentare, io stesso che lo conduco, tra qualche giorno parto per Genova, poi chissà se mi danno, poi quando anche sono a Torino non ho lo spazio, quando sono a Torino è periodo di vacanza, la maggior parte della gente via, insomma non è facile insegnare meditazione e psicoterapia qui all'Università della Terza Età, però accontentiamoci di quello che riusciamo a tirare fuori, anche già l'incuriosire una persona come lei, che viene per la prima volta, ci sta e guarda, però mi ha provocato, ho sentito qualche cosa di diverso, la prima volta, no? Che poi non è tanto diverso dall'accumulo che provarei, l'accumulo di preoccupazioni, questo e quell'altro, e potermi sedere tranquillo, guarda un po', che curiosità, andiamo avanti, perché la meditazione non si impara in 4-4-8, eccetto che uno abbia dei natali, abbia dei natali particolari, nel senso che nasci in un ambiente così, che allora ti predispone, non ti tiri neanche fuori, in quel senso, perché poi a me è capitato, ho citato qualche volta, anche uno come Gustav Rohr, non Gustav Jung, ma Gustav Rohr, che vive a Torino, aveva grani pesanti, pur essendo un uomo profondamente spirituale, e anche con delle dimostrazioni che poteva produrre da se stesso e a proporre agli altri circa, diciamo così, l'intensità della vita spirituale che oggi non passa per la maggiore in giro. In giro di solito la gente corre di qua e di là, non per motivi spirituali, ma corre di qua e di là per fare la spesa, per andare in banca, per lavorare, per guadagnare, per fare quello che fanno usualmente, ma che in certe popolazioni, per esempio, non si fa così. Quindi ci si motiva attraverso anche la pratica di ambienti che ci aiutano. Ci sono altre persone? Ecco, benissimo. Però non ci sono... A questo punto vorrebbe la pena, caro, dunque aspetta un po', dove è già il mio amico? Eccolo, rischia la luce. Una mezza luce, insomma. Ma, insomma, così, pretende... ma no, ma la... è un vero fastidio quella luce? No, è un vero fastidio. Assolutamente, no. Non la facciamo mai registrare, mi raccomando. No, no, ma registro col mezzo. Allora, accendi... è un vero fastidio la luce? No, no. E allora accendi. Accendo. Asperduma. Asperduma tranquilla. Asperduma... pensate che belle espressioni. Asperduma tranquilla. Asperduma tranquilla. A me piacciono i dialetti, no? I dialetti mercolese. Per chi è la faccia? È la faccia. È la faccia che... a volte non è una faccia tanto benevolente, perché è una faccia un po' guignà, vuol dire ridacchiare, ridacchiare chi degli altri. Fammi noi guignà, no? Asperduma. Ci guardiamo in faccia, via. Allora, io anche a me, come diceva Bruna, non è mai capitato di meditare, perché era una tecnica che proprio rifiutavo. Dicevo, no, non sono cose... cioè non le accettavo, mi sembrava una cosa un po' di fissate. Invece adesso mi ha imbuciosito questo corso qua e ho provato e questa... oggi, a differenza delle altre volte, non sono scivolata nel sonno, come mi capitava, ma l'attenzione era destra, anche se non sentivo proprio bene, però veramente mi sono sentita alleggerita, alleggerita, quindi ho sentito che qualcosa si era morso, cioè non era più quella pesantezza da dimenticare, no, invece era destra, insomma. Ho sentito una sensazione di benessere. Ecco. Perfetto. Grazie a Vero, lei, ecco, la signora Vero, è un'altra testimonianza interessante, incuriosente e motivante. Cioè lei ha già fatto anche esperienze precedenti, è già venuta nel gruppo, addirittura, che devo dire, questa cosa mi fa addormentare, definitivamente. Vediamo, vediamo se riesco, insomma. Ecco, Nicola. Parliamo di tecnica. Lei predilige la luce spessa, perché aiuta a concentrarsi o perché aiuta il gruppo a meditare? Io devo dire che la luce accesa è quando dobbiamo parlare e guardarsi in faccia, ma sennò è meglio la luce... è meglio, usiamo questa parola più generale, evitare stimoli esterni. E la luce è anche uno stimolo, come uno stimolo sono le parole, anche giusticatissime, normali, che la gente si scambia le parole, che ne sono a televisione o a leggere. Quindi la meditazione è favorita da un ambiente silenzioso e non troppo illuminato. Anche una luce tenue, io sto per capire, non andando a sbattere... Nonostante gli occhi chiusi. Nonostante... ma qui di nuovo non ci sono ricette, perché uno si trova bene con la luce accesa e a quel punto gli chiudo gli occhi e mi sta bene, perché chiudendo gli occhi non manca l'università della luce. Ma la tenda pure accesa, la tenda pure accesa... Qui, quanto sia in gruppo, poi si usa una via stereotipata in qualche modo, che va bene per la maggioranza, insomma. Poi quando uno è per conto proprio, si mette nelle condizioni migliori per replicare, interpretare a modo proprio quello che ha preso frequentando un gruppo come questo, per esempio, come altri gruppi. Quindi va benissimo. La tecnica è in questo senso. Ecco, Adriana? La mia esperienza... Io sono una chiacchierina, sono una curiosa e parlo sempre, e faccio. Io invece diciamo che in questo corso, io invece non faccio neanche più le domande. Cioè il fatto di stare zitta mi ha imparato anche a non fare domande. È una testimonianza di oggi, Lucio, è il culo! È il culo! Non stare zitta, non stare, non fare domande, no! Ma sa, allora, è come se lei fosse stata raggiunta da questa esperienza con il suo punto debole. Che di noi non ha punti deboli? E per lei il punto debole è quello di fare un po' di casino, insomma, fare domande. Di... è come dire che, per esempio, c'è una storia dietro. Entendiamoci. È possibile che ci sia una storia, come dire, se non mi sentono parlare come se non ci fossi e non toglierlo di stare zitta perché gli altri, a quel punto di vista, non mi considerano. Cerco di essere simpatica. Eh, per esempio. Voglio presentarmi come una persona che... Ma soprattutto, scusi, una persona che cerca il fatto che parla. Ma questa è un'esperienza in cui non mi hai compreso, mi hai compreso, per carità. Allora, poter accettare, invece, il silenzio, ma lo accetti in virtù del fatto che riesci a guadagnarci di dentro e non per il fatto del silenzio di per sé. Perché ti vedi continuo pure a parlare, continui pure a fare casino. Se ci puoi andare a arrivare alla televisione e qualcuno ti... Ah, io sono arrivato alla televisione che è uno dei miti d'oggi. Quando arriva alla televisione viene ascoltato da milioni di persone e a quel punto lì può essere, avere illusioni, chissà che cosa ha raggiunto. In realtà, passata la festa, come dicevo, ho cambiato di fanta. Nessuno, nessuno... Chiuso la televisione non ci fai più caso, no? Bisogna stare... Guai si è aperto quel posto lì perché stando lì mi vedono in tanti e se mi vedono in tanti allora quella diventa una conferma per me del mio esserci. Perché abbiamo tutti sommato in funzione delle sofferenze di fondo la prima nobile verità, vi ricordate, no? Ducca è quello di non esserci, è quello di scomparire. In altre parole poi la paura della morte, no? Che personalmente in questa sede si può affrontare, io l'ho già affrontato. L'ho tento di affrontare, a volte colgo degli aspetti piuttosto che altri. Il timore dell'annientamento. L'annientamento di essere usciti da nulla e di ritornare a nulla. Comunque peraltro viene anche teorizzato da filosofi e tali c'è poi questa grande disperazione, no? Il potersi, come dire, e la via, per esempio, del budismo ma come anche la via del cristianesimo è interagibile, ma il cristianesimo spirituale, no? Il cristianesimo politico, tanto per intenderci, non il cristianesimo politico storico sfarzoso, romanaggio, cardinalizio, papale, tutto quello che volete, no? Il cristianesimo profondamente spirituale i primi monaci del deserto è un cristianesimo, come dire, quanto più io sparisco al mondo ma lo stesso Gesù Cristo, scusate, lo stesso personalità di Gesù Cristo è una personalità intonata, è una spiritualità profonda e ha il duto di arrivare, diciamo così, ad annullarsi anche fisicamente perché, guardate, vi dimostro, no? Vi verrete quasi di finire, no? Che anche se ci sono elementi romani e dico anche quello che sta vicino a me sulla croce, domani sarò in mezzo al paradiso, magari oggi sarò in mezzo al paradiso. Che aiuto! Ecco, certo, la grazia di Dio, eh, ci sarebbe da dire a questo riguardo. Comunque mi fermo qui per non togliere la parola ad altri. Io devo dire... Ecco, cara... Io... mi stupisco veramente sempre di più e mi piacerebbe capire perché chi magari avvenza a fare meditazione ha delle sensazioni indubbiamente di benessere ma io quando sono con lei e con gli altri, con voi, io cado in un... proprio... mi stacco proprio sono in un'altra dimensione. Senti che controllo qua, beh, sta andando avanti. E quasi addirittura di tanto è il benessere che quasi mi dispiace ritornare e però c'è la meraviglia e lo stupore e la curiosità ma com'è possibile che io riesca a tanto e gli altri a tanto? Allora io mi domando, no? È lì che mi viene da pensare evidentemente se tu da sola e io lo faccio, me capito a casa zaiata, seduta, lo faccio ma è una sensazione più amplificata quella di gruppo è amplificata e penso di poter parlare ascoltando i miei colleghi penso che anche lei che inizialmente si addormentava ma adesso invece ha questa sensazione di benessere di tranquillità e allo stesso tempo riesce a essere vigile e la meditazione di gruppo ha un'alchimia che il singolo individuo non potrà mai dare perché come se in realtà all'unisono tutti quanti ci mettiamo a fare la medesima cosa ognuno con i propri strumenti e ognuno io non so se la sto avvicinando non so se voi sicuramente ma parla per te io parlo per te e lo proprio c'è quindi neanche la postura perché poi l'ascoltare e il respiro certo è che un conto è se uno si mette con la schiena allineata certo che hai una percezione ma quando tu arrivi a un punto tale di rilassatezza io mi stavo quasi sciogliendo mi stavo proprio credendo in me stessa perché convinta anche io sono abbastanza di mio flessibile ma credo che questo stato d'animo che poi è anche singolare la tempistica perché uno dice ma com'è possibile che in un tempo così breve cioè tra quando tu inizi e quando poi percepisci dove sei e che ti sta succedendo e hai questa sensazione completa di abbandono e io mi spisco tutte le volte ok il concetto è si spiace se lo commento allora di nuovo bellissimo anche quello che dici tu secondo me perché mi venne bene di dire esistono dentro di noi delle energie come dire noi la meditazione ce la portiamo di dentro in realtà il punto è smuoverla e suattentizzarla e farla venire a galla un po' come hai fatto bene a citare grazia perché grazia ecco ha usato proprio le parole anche giuste storiche è venuta e mi fa dormire e com'è che è qualche cosa maturato dentro di lei che è prima di tutto dentro di lei e che certamente in questo ambito di gruppo certamente anche condotto da me dove voi però cioè c'è una sorta di incontrarci in questo silenzio interno su cui io come dire questo riuscire a gettare un ponte tra di noi ed essere collaborativi in questo silenzio interno in questo vuoto interno in questa capacità di distacco dai cosetti problemi quotidiani che noi confondiamo tendiamo a confondere con l'insieme e la complessità della nostra vita essenzialmente è questo allora questo è e allora questo va coltivato certamente è una bella scoperta che poi in fondo avete detto un po' tutti dire che ti dici la stessa cosa un parole diverso cominciando da Bruna per esempio che dice ma tu guarda è chiaro che noi nel nostro profondo siamo tremendamente delicati mettiamola anche su quel piano allora abbiamo bisogno di essere disciplinati perché sono una disciplina come se io cominciassi a venire qui e dire guarda tu te l'ho ripetuto tre volte quante volte cinque volte fai così, fai così no, non è quello lì ma io stesso ho allo spaglio un lungo itinerario che come vi ho detto ha voluto dire poi mollare delle cose inutili perché se uno dice meditazione non è così evidente non è così evidente che basta osservare il respiro basta osservare la sensazione del corpo basta leggere un libro per poi ci vuole una maturazione sia io in sostanza ho fatto semplicemente un po' più di esperienza di voi e da quel punto vi posso trasmettere questa esperienza ma non sono tanto diverso da voi perché in tutti i momenti mi capita di essere travolto o di rischiare di essere travolto da appassionarci oppure da, ecco, usando di questo psicanalo da ignorare attraverso il sonno rifugiarmi nel sonno come farei perché non voglio affrontare determinati problemi, determinati conflitti perché sono pesanti i conflitti stare al mondo si può dire anche stare in conflitto vogliate mica stare in pace magari si potesse stare in pace vedete bene, no? come è così difficile nel momento in cui si riesce a trovare la pace dentro un gruppo eh, quello è è un angolo di paradiso potremmo dire infatti secondo me è speciale il fatto che lo testimonia anche chi come lei appunto a differenza magari di tante altre persone ha una esperienza di meditazione eppure anche lei adesso è arrivata come noi tutti badate che però anche questa esperienza, quanto più riuscita a riattivarla anche per quanto vostro è tutto ideale perché qui ci diciamo tante belle cose però anche qui succede quel fenomeno mentre la testa è gabbata in sangue questo è poco ma sicuro si rientra inevitabilmente dentro la confusione personale io forse un po' meno di voi forse forse, ma si capisce che io pratico da tanti anni anche nonostante tante difficoltà eccetera una misura in cui ho intuito che ho intuito in qualche modo, ve lo posso dire verbalmente così che una certa difficoltà anche nei rapporti personali non mi schiaccia ma posso diciamo così affattarmi intanto nel silenzio esterno ma poi anche recuperare dentro di me e quindi far tesori di lunghi anni di pratica poi bastano anche un quarto d'oro a volte mi basta anche la lettura di un libro la lettura di un libro che ha parlato al mio cuore, non di qualunque libro entriamo su questo piano vi avevo già consigliato pensate come era il significativo di quel libro che tu stesso Bruno vedevo che maneggiavi se il mondo mi crolla addosso te lo ricordi? e allora qualcun altro forse era Carlo si era Carlo e veniva Carlo scoraggiato io poi volevo telefonarlo e Carlo veniva e poi queste cose qui è restringente è un luogo depresso è un luogo depresso però sa che adesso pensando al fatto che a noi indicativamente si è vero poi prendo gli altri corsi ma nel momento in cui uno pensa mi manca anche il posto quando viene la bella stagione non potremmo organizzare non avessimo dove andare di farlo all'aperto perché no? ecco queste sono proposte di organizzativo che per adesso si possono anche minimamente affrontare ma pensateci su perché non possiamo andare poi avanti a parlare io ho indicato da una parte c'è la risorsa del mio studio però vuol dire 5 persone l'ideale è una casa privata e poi prima di tutto prima ancora di fare queste cose che possono essere inutile farle per adesso terminiamo il corso qui terminiamo le 12 seduti che passi il convento il convento Campra e l'organizzazione dopodiché pensiamo la possibilità di proseguire se Dio lo vuole no? appunto con altre proposte ma non parliamole per adesso perché altrimenti ci distraiamo è bene praticare credetemi il nobile silenzio fino alla fine eccetto che non sia una comunicazione di questo tipo dove uno parla della propria esperienza e poi chiude mi raccomando quindi alla fine concludendo ci salutiamo con un gesto di pace con un gesto di sempatia come questo se ci viene di fare toccandoci in una persona piuttosto che in altra e ce ne andiamo per la nostra strada portandoci dentro qualcosa come questa esperienza più simpatica lezioni? noi siamo arrivati a 6 lezioni no aspetta 5 5 lezioni 5 altre 7 in tutto sono sono 12 lezioni di 2 ore 12 lezioni in 2 ore per adesso abbiamo fatto 14 ore eventualmente voi sareste interessati qualora ci fosse la possibilità organizzativa di farli magari il sabato e la domenica piuttosto che durante la settimana che ci si va a incastrare con gli altri corsi per caso così giusto per ovviamente certo voi no? no no no no indicativamente perché magari potrebbe anche essere potrebbe anche essere non ho capito se possiamo evitare che nel senso che se come si fa magari lo rimetto vediamoci nelle condizioni adesso di terminare senza procurarsi problemi diciamo che non sappiamo scegliere diciamo tu hai gli indirizzi comuni con queste persone vi va e non vi va perché dopo domani venisci un peggio scuri non pensa proprio di questo no no no no no io dicevo se magari voi indicativamente ma poi comunque c'è anche Francesca non c'è solo Carla che manca anche Francesca è una partecipante assidua che adesso si sa è diciamo che è un periodo ancora delle feste di Natale però no io dicevo per eventualmente perché magari indicativamente le persone tendenzialmente il weekend lo passa con la famiglia io lo dicevo se magari perché qua siamo già in tanti poi magari chiaramente bisogna chiedere ci fermiamo con queste parole per cortesia confondiamo bene qui e poi abbiamo tutto lo spazio allora ci rimane ancora un quarto d'ora io direi ritorniamo in silenzio anche dopo questi scambi per conto nostro e anche magari con la luce accesa prendendo gli occhi così non c'è bisogno di alzarsi e tanto io continuo a dirvi quello che mi viene in mente in funzione della nostra meditazione che è ricerca interiore ritorniamo all'intenzione silenziosa attraverso come dire questo lieve impegno se noi non lo facciamo stiamo semplicemente in silenzio esterno se riusciamo anche a recuperare il silenzio interiore anche nel spazio siamo proprio bravi osservando semplicemente il respiro e magari le sensazioni che ci arrivano da avere i piedi per terra guardate che banalità avere anche capacità curiosità sapersi mettere in questione non della mattina ma almeno quando ci si mette lì per conto proprio ed è a quel punto di sentimento in questione riesci a trovare la strada per i fatidi che ci sono riesci a trovare la strada per i fatidi tuoi per uscire da automatismi che affiniscono la nostra vita ad un certo punto per adattarci all'ambiente all'ambiente particolare nel quale viviamo abbiamo bisogno sia di automatismi automatismi quotidiani possiamo pianare alzarsi, fare colazione mangiare di più, mangiare di meno uscire fare le cosiddette cose quotidiane preoccuparci avere le relazioni più o meno brillanti, più o meno facili più o meno difficili e poterci come dire uscire dalla sequenza automatica dei gesti e delle parole che facciamo uscire dalla reattività verbale per esempio ci devo fare i conti emoticamente anch'io di potermi fermare quando mio padre dice delle cose che in quel momento lì non centrano o magari io stesso dico delle cose che non centrano in questa situazione così viva che stiamo vivendo e quindi fermarsi e guardarsi dentro e controllare però controllarsi è pericoloso non ci desidero un controllo ecco uno che ho usato è un aggettivo che atteno a un controllo come dire troppo ferreo ma un controllo delicato, un controllo amorevole come una madre che chiaramente di fronte a un bambino che può attraversare la strada non può non acchiapparlo con l'energia ma nel momento in cui non c'è il pericolo le mani che attraversano lascialo correre e poi lo vai a ripescare questa è una vera metafora perché anche con le parole corriamo, mica corriamo soltanto quando non abbiamo possibilità quando non siamo anziani come me per esempio si corre, si corre, si corre e allora ecco anche poco fa il rischio di tutti ma anche il mio effettivamente ma anche poi parlando dal telefono con la nostra brava organizzatrice si corre avanti no, non vale la pena di correre troppo avanti stiamo ai fatti così come si svolgono e la quotidianità senza però farcene come dire diventare subiti di questi fatti e allora rifugiarsi in un silenzio ma per guardare la meditazione di per sé può durare l'intera giornata tutto il giorno si può stare in meditazione potenzialmente in meditazione io penso per esempio anche quando scegli sì, ok stare in meditazione perché non ci si costringa a farlo perché fa bene, mettiamo no attenti alla nostra spontaneità come ce n'è dato l'esempio per esempio la grazia prima prima quel sonno era inarrestabile era automatico, era bloccare non puoi dirgli a uno non devi dormire in questo ambiente qui in questo momento se il giorno è costato che ti viene il sonno e basta e poi dai tempo al tempo si interrompe l'automatismo del sonno così come si interrompe l'automatismo che si stanca nel corso della giornata ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 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