Alina Skrodan, an artist, is being interviewed by Federico Calloi in Milan. Alina is the main curator of Galleria San Babila and also a philosopher. She believes that philosophy is important in understanding and appreciating art. Alina discusses the significance of figurative art in contemporary art and the symbolism in art throughout history. She also talks about the objectification of women in art and how it has changed over time. Alina explains that artists who obsessively include musical instruments in their paintings may be expressing a compulsion to channel their creative energy. The use of musical instruments as symbols in art has a long history and often had religious or biblical references. Alina concludes that artists can use symbols to convey cultural or emotional meaning in their artwork.
Salve, saluto tutti gli ascoltatori Polish Voice FM da artista Alina Skrodan in audizione Roma, pennello e saxofono. Oggi sono a Milano, proprio per voi farò l'intervista con Federico Calloi. Buonasera a tutti, grazie Alina di questa nostra chiacchierata. Federico, io ti do del tone, così la nostra conversazione sarà più scorrevole. Intanto ti volevo chiedere che figura ricopri in questa galleria e da quanti anni? Allora, ci troviamo oggi qui in Galleria San Babila, zona San Babila di Milano.
In questa galleria ricopro la figura del main curator. In realtà io sono un critico e curatore d'arte ed è una nuova avventura cominciata da pochissimo. Siamo qui a fine aprile quando facevo questa intervista, ma in realtà io è solo dal 17 gennaio, fatta felice, che ho firmato il contratto per la gestione di Galleria. Aggiungo solo, prima che tu mi faccia un'altra domanda, un piccolo particolare. Io ho tutta la vita che mi occupo di arte e che faccio il critico e curatore, naturalmente per una persona come me, anche perché gli anni passano, il sogno nel cassetto era quello di poter gestire una galleria, sogno che si sta verando con tantissimo, tantissimo impegno e tanto lavoro.
Oh, bellissimo, sono proprio felice per te, però io ho letto e comunque mi hai accennato che tu oltre il curatore e critico, ricopri anche un'altra figura importante che è fondamentale, che mi ha incuriosito moltissimo e proprio per questo sono venuta a Corsa qua a Milano perché ti volevo parlare. Sì, allora, forse non so se me lo merito, mi hanno affibbiato da anni questa altra caratteristica perché dicono che io sia un filosofo e quindi molto spesso anche in articoli di giornale o in altre interviste mi chiamano critico, curatore, filosofo, effettivamente insieme all'arte la mia più grande passione quotidiana, oserei dire, è quella della filosofia.
La filosofia, è importante sapere questo, ci sono persone che si dicono ma cosa serve la filosofia? Perché la filosofia? Ma di cosa tratta la filosofia? Bene, se da una parte esiste sicuramente una filosofia che è molto teorica, che parla di argomenti estremamente particolari che ovviamente noi filosofi amiamo altrettanto però la filosofia è una pratica di vita nel vero senso della parola. Eh sì, ne sono convinta, ma io ne sono convinta anche di un'altra cosa che un filosofo guarda l'arte e tutto quello che succede nel mondo dell'arte o comunque nell'opera, nell'artista con un occhio diverso, un occhio che lo vede, che penetra sia all'anima sia nel contesto attraverso dei secoli, è vero? Beh senz'altro sì perché è un approccio da un punto di vista non differente, dico io rispetto all'approccio tradizionale nella critica dell'arte ma è senz'altro a mio avviso un approccio più completo.
Perché dico questo? Perché io ho stimatissimi colleghi critici e storici dell'arte, io appunto avendo studiato filosofia non sono uno storico dell'arte quando anche mi accorgo a volte quando siamo sul palco a far convegni che devo far finta di guardarli con un sorriso in faccia perché sbagliano magari a volte dati o riferimenti perché conoscevo storie dell'arte Ma sei proprio pignolo lei? No, non sono pignolo, io ho una memoria feroce, una memoria feroce e io la storia dell'arte la conosco perché mio padre e mia madre erano artisti e a casa nostra il lavoratorio di mio padre che era enorme era ricoperto su tutte le pareti solo esclusivamente di centinaia forse migliaia di volumi di arte io quindi da bambino la storia dell'arte l'ho studiata perché impazzivo di bellezza attraverso le figure delle opere e ovviamente volevo approfondire ma detto questo tornando all'approccio filosofico a riguardo della storia dell'arte e a riguardo dell'arte soprattutto quella contemporanea ovviamente il moto di ciascun artista nel realizzare arte è un moto squisitamente individuale e siccome è un moto individuale ovviamente il sentimento e il percorso che ha una relazione col contemporaneo non può che essere attraversato dalla filosofia bene praticamente lei l'amore per l'arte o comunque si è innamorato e si può dire con l'arte materno nella sua casa io quello che dico è che uno che nasce nella vigna non ha bisogno di sapere come si fa il vino perché lo impara da bambino talmente presto che sa quali sono tutte le cose che riguardano l'uva e il vino questo è il mio rapporto con l'arte Signor Federico le volevo chiedere che pensa a riguardo dell'arte figurativa nel contesto del panorama di arte contemporanea è ancora diciamo un tema o comunque un mezzo che ancora è usato o comunque si è abbandonato no anzi al contrario in questo momento della storia contemporanea va di più il figurativo che l'arte astratta informale che dir si voglia c'è un ritorno molto importante all'arte figurativa proprio perché l'arte astratta informale del passato o ha dato tanto o ha dato troppo oppure ha iniziato magari in confusione il fruittore dell'arte quindi in questo momento soprattutto negli States ma non solo naturalmente l'arte figurativa sta godendo di un nuovissimo successo bene invece riguardo il simbolismo nell'arte lei che ha una visione più completa perché io parlo come un'artista io stessa mentre lei ha relazioni con tanti artisti fa tante mostre e comunque ne sa molto di più ha più confidenza dunque il simbolismo naturalmente rappresenta un'espressione particolarmente specifica dell'arte soprattutto poi peraltro tra il 700 e l'800 abbiamo avuto dei grandissimi maestri di simbolismo che hanno prodotto delle opere che sono veramente straordinarie io dico sempre che molti generi dell'arte hanno già dato tanto alla storia dell'arte per cui diventa anche piuttosto complicato chi voglia realizzare un genere di arte o quantomeno percorrere un solco che è già stato tracciato questo non vuol dire che non ci sia la possibilità nell'ambito di questi generi di realizzare qualcosa che possa essere forte però in questi casi diventa molto più complicato ma io le ho fatto questa domanda perché proprio io nei miei quadri mi piace usare dei simboli che rievacuano le memorie storiche dei avvenimenti o delle varie cose dunque insomma mi riferivo anche a questo non avevo dubbi le figure femminili rappresentate e comunque di tendenza dai secoli da sempre dall'arte diciamo preistorica fino a oggi la donna è stata sempre quella che è stata presente molto nelle rappresentazioni artistiche oggi queste rappresentazioni nell'arte la donna è rappresentata come un oggetto con la più tendenza all'oggetto o no? e come un spettatore lo può riconoscere? dunque qui entriamo in un campo dove è difficilissimo riuscire a esprimere questo concetto in poche parole e guarda casualmente c'entra la filosofia in questo allora l'oggettivazione della donna nell'arte fortunatamente è avvenuta tutto sommato secondo me estremamente poco nel senso che mentre appunto purtroppo soprattutto con l'avvento delle società contemporanee del cambio degli usi dei costumi della contemporaneità e con la modernità la donna oggettivizzata è stata oggettivata soprattutto per un discorso commerciale pubblicitario mentre esistono delle culture dove la donna invece è oggettivata dal punto di vista propriamente culturale nonché addirittura purtroppo giuridico nella storia dell'arte la donna invece ha sempre rappresentato, parlavamo prima di simbolismo, un simbolo quindi è sempre stata enormemente elevata anche perché ha sempre scatenato nella fantasia degli artisti quei significati che sono i significati della vita, dell'amore soprattutto di quel concetto straordinario dell'uomo e della filosofia che è il concetto dell'eros non tanto inteso dal punto di vista sessuale ma come potenza generatrice dell'animo umano L'ARTISTA CHE NON C'È L'ARTISTA CHE NON C'È Signor Federico, le volevo chiedere L'artista che ossessivamente mette sui suoi quadri dei strumenti musicali che cosa può significare secondo lei? Bella domanda, allora intanto già c'è un aggettivo qualificativo particolare qui perché stiamo parlando di qualcosa che si compie ossessivamente e l'artista che compie un gesto ossessivamente sicuramente ha una compulsione e tantissimi artisti hanno avuto delle grosse compulsioni nel voler realizzare qualcosa la compulsione è sempre il sintomo più che altro di un desiderio di scaricare una potenza generatrice, una potenza psichica inespressa nell'opera d'arte gli strumenti musicali come simbolo nell'arte sono una cosa importantissima perché la musica e l'arte hanno sempre avuto una relazione non dimentichiamo che a partire soprattutto dal 1500 fino anche dopo il 1700 il canone che prevedeva che le opere su committenza dovevano avere dei riferimenti specifici erano proprio addirittura contrattualizzate, preso tra la curia e l'artista dove erano spesso i prelati che desideravano che l'artista ponesse dei simboli ai mani, alberi o strumenti musicali perché ogni simbolo a quei tempi aveva un riferimento normalmente biblico mi viene in mente il toro che è San Marco oppure il giglio che rappresenta invece la freschezza anche gli strumenti musicali avevano dei loro riferimenti specifici dal punto di vista simbolico quindi in questo senso chiudo dicendo una cosa, sono due modi per esprimersi simbolicamente conoscendo il significato culturale, il significato semantico dell'oggetto che si pone sulla tela oppure se non si conosce per voler esprimere allora in quel caso probabilmente un sentimento un sentimento, bene e se invece cambiamo aggettivo e non mettiamo ossessivo, ossessivamente ma con piacere e se le dico per esempio uno strumento, il violino, lei che può dire riguardo l'artista che dipinge il violino? questo è un tema complicato nel senso che il violino è uno strumento musicale che tra l'altro ha appassionato nella storia particolarmente molti artisti contemporanei, mi viene in mente Dalì, mi viene in mente De Chirico, mi viene in mente Picasso, Chagall stesso, ma chi era veramente maniaco nel lavorare con i violini era Armand che addirittura lì rifaceva in acciaio piuttosto che in bronzo o addirittura prendeva dei bruni veri e propri per smembrarli, per fare le affette, per fare le sue produzioni artistiche, quindi è evidente che la forma di questo oggetto ha rappresentato sempre un'affascinazione particolarmente potente da parte degli artisti.
Un'altra domanda però sempre legata alla tavolozza, che pensa al riguardo dei colori? I colori influenzano stato d'animo di chi li guarda? Parlo delle gambe cromatiche perché ci sono fredde e ovviamente calde secondo come sono accostate, il colore ci influenza? Assolutamente sì, il colore influenza come lo stato d'animo al punto tale che adesso c'è uno studio sul colore particolarmente dettagliato per esempio in qualsiasi produzione dell'arredamento, del design ma direi, oserei dire quasi in ogni produzione industriale perché sappiamo o non lo so che il verde dà tranquillità, il blu o l'azzurro danno sicurezza il verde dà serenità, l'arancione fa venire fame, il rosso rappresenta la forza e la potenza ma anche l'amore per cui insomma i colori influenzano come lo stato d'animo, naturalmente molti artisti non lavorano particolarmente con questo approccio se non con l'approccio di cercare una cromia nelle loro opere che possa portare a una grande armonia della composizione dell'opera.
Signor Federico, dunque lei con questo mi conferma che il colore induce il nostro stato d'animo a o essere allegri o positivi oppure negativi, giusto? Assolutamente sì, lo fa in modo assolutamente espresso non tanto quanto la musica, prima parlavamo di violini c'è una cosa straordinaria che esistono proprio delle melodie quando noi le ascoltiamo in musica che ci danno subito allegria o tristezza e questo è uno dei grandissimi misteri dell'universo. Allora io sono appassionata della musica, prima abbiamo parlato del violino perché io suonavo il violino da bambina e poi questo violino cominciava a apparire nei miei quadri dunque per questo le ho fatto questa domanda, lo vedevo come una bellezza ma comunque può darsi come un ricordo dall'infanzia e ne sono personalmente convinta che c'è una gamma cromatica accostata in una certa maniera che ci porta il bene e ne sono convinta che ci sono accostamenti cromatici che ci accordano per sentire melanconia, tristezza e questa cosa.
Ovviamente queste percezioni possono variare da uno spettatore all'altro, da una persona all'altro però credo che sia così, lei lo conferma? Che il mio pensiero sia giusto oppure ha un altro? No, sono d'accordo con lei, è assolutamente un pensiero corretto, tanto è vero che normalmente desiderata di chi vuole vedere un'opera d'arte si cerca un'opera d'arte che trasmetta positività, che trasmetta qualcosa, che insomma viri in tutta la gamma dei nostri sentimenti buoni perché anche se ci sono opere che raccontano drammi strazianti, vabbè banalmente mi viene in mente la gara inferiore di Picasso ma mi viene in mente la gara inferiore di Turner non cito altre opere, nonostante la drammaticità del racconto di queste opere però il sentimento che trasmettono queste opere è comunque positivo, nella loro forza fanno riflettere ma non entristiscono.
Ho capito. Signor Federico, io ho ottenuto delle audizioni per i nostri radioascoltatori sul tema come scoprire il talento, lei mi ha detto che è molto afferrato in quel tema, dunque che mi puoi dire? Dunque io ho scritto un capitolo intero del mio libro che riguarda il talento e sul talento le dico una frase veloce che dico sempre anche a volte quando parlo in pubblico il talento è veramente una cosa stranissima, c'è chi ne è dotato in tutto e per tutto, qualcuno creda nel Signore, in Dio che sia ateo, una cosa è certa che ci sono delle persone che sono dotate di un talento straordinario, persone che suonano, fanno musica, scrivono oppure che hanno una mano felicissima dal punto di vista pittorico se l'argomento è la pittura e persone che non ne sono dotate per nulla, appunto il destino, Dio, chi per lui dispensa questo talento in maniera totalmente dispari, a chi tutto e a chi assolutamente niente è una cosa molto strana e addirittura persone che hanno un talento il destino o chi per lui glielo toglie completamente, mi dispiace dirlo in radio ma faccio un esempio vero guardate Edoardo Bennato che ha scritto 4 o 5 album musicali sconvolgenti, bellissimi e poi 40 anni che non sforna qualcosa che sia veramente potente, vuol dire che evidentemente a lui non ne ne voglia, ha perso evidentemente il talento, una cosa importante però da sapere sul talento è che il talento è nulla senza la disciplina, va assolutamente coltivato e un piccolo talento può diventare anche un grande talento ma se non lo si ha purtroppo non si va da nessuna parte allora intanto confermiamo che il talento è un dono che si riceve già alla nascita, può essere un talento 2, 3, 5 come il testo biblico che parla, ovviamente ci sono le persone che lo possono nascondere, non sviluppare esatto che hanno un talento ma poi non lo svilupperanno mai nella loro vita anche perché appunto se non esercitano disciplina nella gestione del loro talento questo talento non sfocerà mai in qualcosa di grande per chi non ce l'ha e gode del talento degli altri perché tutti godiamo del talento degli altri quando abbiamo un cantante sconvolgente come Freddie Mercury o quando vediamo un artista straordinario come Michelangelo o non so che cosa noi non talentuosi godiamo immensamente di quanto questi giganti ci hanno regalato il loro talento giusto il talento messo a frutto e per il bene dell'umanità e per essere condiviso e goduto da altri, per il bene e per la gioia dell'umanità ma gioia è un bene il suo colore preferito? Giallo, il mio colore preferito è il giallo.
Che significa giallo? Giallo è il colore del sole, il colore del grano, il colore della natura, il colore dei fiori in primavera, giallo esprime secondo me la gioia leggera della vita, i momenti in cui siamo in una primavera dove fa caldo, dove si sa bene ma non è ancora quell'estate dove il caldo diventa troppo fastidioso Il frutto preferito? Il mio frutto preferito io direi sono indeciso tra le ciliegie e le pesche. L'animale preferito? L'animale preferito è il lupo, il lupo solitario però perché io sono un lupo solitario Signore Federico, io l'anno scorso ho fatto a Roma una mostra importante per me, una mostra omaggio alla città eterna con il titolo Roma danza nel blu, ho scelto il colore blu e la danza, la danza classica che per me era molto significativa perché mia figlia fa ballerina di danza classica e volevo in questa maniera rappresentare Roma in maniera bellissima, bella, quello che potevo tirare da me, da una cittadina di Roma di 30 anni.
Lei ha visto qualche quadro sicuramente mio, che emozioni ha provato, che pensiero mi può dire al riguardo delle opere che ho dipinto? Dunque sì, ho visto tutte le opere che sono nel web a riguardo alla sua mostra, peccato onestamente non essere stato presente fisicamente perché come sempre vedere dal vivo le opere è sempre nettamente più bello che poterle vedere virtualmente nel web e ormai ci siamo abituati tutti a vederle nel web. Io dico che un artista quando si esprime su un tema o quando si esprime su un tema ancora di più così bello, così importante come la città eterna, il collegamento con la danza classica, sono quei traguardi credo nella carriera artistica di un artista che assolutamente devono esserci perché appagano i desideri dell'artista finalmente di riuscire a mettere un punto fermo nel proprio percorso della storia personale dell'arte.
Quindi sono sempre alla fine traguardi da vedere con grande soddisfazione. Io spero che verrà il mio prossimo appuntamento che quando inizio personalmente come artista, come pietrice un capitolo e questo è un'apertura di un capitolo mi sento di non essere mai sazia, dunque continuerò questo tema, queste opere e sicuramente rifarò seconda edizione, allora lei non potrà mancare. Accetto ben volentieri questo invito e vedremo compatibilmente con i miei impegni cercherò di fare il possibile per essere presente. Io quasi sono tentata a strapparmi una promessa davanti ai radioascoltatori Polish Voice FM che lei giura, giura che viene alla mia mostra a Roma.
Farò il possibile. Benissimo, siamo arrivati alla fine della nostra piacevolissima chiacchierata, qui a Milano con la giornata piovosa però qui dentro questa galleria si è illuminato il sole, io sono piena di gioia perché quel nostro appuntamento desideravo da tanto tempo, ci siamo sentiti prima e qui ecco oggi sono qua. Signor Federico, lei che artisti desiderebbe ospitare nella sua galleria? Allora, intanto devo dire come prima cosa anche per me grazie per avermi concesso questa intervista, dato la possibilità di parlare con gli ascoltatori è gradevolissima anche per me questa occasione, questa intervista.
Ma dunque noi abbiamo un progetto di galleria molto ben definito perché appunto come dicevo prima è da solo l'inizio dell'anno che ha preso in gestione questa galleria e dobbiamo fraghettare questa galleria entro un anno a fare in modo che questa galleria possa proporre per davvero seriamente il futuro dell'art, quali artisti noi cercheremo. Vogliamo fare in modo che gli artisti di oggi, gli artisti contemporanei, vogliamo cercare degli artisti di altissima qualità, è un momento particolare questo nell'arte italiana, è un momento maturo perché è più di dieci anni che in Italia va quasi solo il pop, è una malattia un po' italiana.
Non che il pop non sia bello, io amo tantissimo il pop ma io ho la fortuna di poter girare un po' il mondo e se uno va a New York, a Londra, nelle altre capitali europee, in giro per il mondo il rapporto è ribaltato, qui abbiamo il 90% di pop e il 10% di altri generi artistici, nel mondo il pop è stato superato almeno da vent'anni e non che non sia presente nelle gallerie o nel mercato ma è presente in quantità del 10, del 15%.
Credo che a breve sarà stufata l'Italia di questo eccesso di pop e anche il mercato dei soliti noti, soprattutto storicizzati, qui parlo proprio di mercato puro, è arrivato anche a dei prezzi così sottili che non ci sono più tanti gradi margini per gli operatori del mercato. Questo fa sì che sono cicli che avvengono ogni 10, 15, 20 anni, si sta per presentare un ciclo dove il mercato sarà pronto a nuove proposte, la nostra galleria, Galleria San Babila, qui in discontinuo drone, Milano vuole fare in modo che ci siano degli artisti talmente di impatto, talmente di qualità, talmente rappresentativi del contemporaneo nel futuro da colpire, da stupire, da far innamorare per la loro potenza.
Bene, io le auguro questo, praticamente qui avverrà una rinascita nell'arte, rinascita dell'arte italiana, degli artisti italiani e diciamo anche del tutto mondo, perché possono proporsi anche qua, possono proporsi da lei anche artisti del tutto il mondo. Come possono scrivere a lei? Che contatti può dare ai artisti? Quindi basta che si scriva in Google Federico Caloi, qualche riferimento per trovarmi, oggi è ancora più facile attraverso i social media, Instagram, LinkedIn o anche Facebook, basta mettere il mio nome e cognome, mi si trova e mi si contatta.
Benissimo, allora invito gli artisti che vogliono contattare Galleria San Babila e signor Federico Caloi per portare e proporre le sue opere qua. Salutiamo tutti i radioascoltatori Polish Voice FM, io e Federico Caloi, buonasera a tutti. Buonasera, grazie per davvero Alina, grazie, non so come ringraziarti per questa gradevolissima intervista e saluto calorosamente tutti i radioascoltatori. Vi ha parlato Alina Skroban, pitrice, nell'audizione Roma, pennello e saxofono. Arrivederci, a presto. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS