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We have been discussing the various meanings of bread. We have reached the sixty-first meaning, which is the Eucharist as food. Jesus chose to be present through the sign of bread, and the Holy Spirit transforms it into the body of Christ. We have reflected on the significance and value of bread as food in our current context. The Eucharist is meant for everyone, but unfortunately, many people have not heard of Jesus or accepted him. We need to spread the message of his word and love to all. Pope Francis said that only the Eucharist can satisfy our infinite hunger and desire for God. It is also a symbol of unity among believers. We need faith to recognize and receive the Word made flesh in the Eucharist. By eating his flesh and drinking his blood, we become one with Christ and with each other. The Holy Spirit plays a crucial role in our unity and in the sacraments. We will further explore the Holy Spirit in our upcoming catechesis sessions. Allora, stiamo approfondendo i vari significati di questo PAN, abbiamo iniziato questo argomento nell'ottobre scorso, portandolo avanti ogni venerdì, concluderemo tra quindici giorni, nel primo venerdì di giugno, concluderemo un po' questi nostri incontri del venerdì sera, e siamo ben arrivati al sessantunesimo significato di questo cibo, l'eucaristia come cibo, e veramente, ecco, abbiamo fatto una carrellata un po' veloce, tuttavia almeno qualcosa abbiamo cercato appunto di illuminare e di spiegare in modo da avere un senso di quale è la grandezza, l'ampiezza e la profondità, l'altezza di questo dono che Cristo ci ha fatto nell'eucaristia. Naturalmente abbiamo sempre detto, e lo ripeto ancora per l'ennesima volta, partiamo dal fatto che Gesù ha fatto questa scelta, e cioè ha voluto rendersi presente attraverso il segno del PANE, attraverso il PANE. Lo Spirito Santo poi trasforma questo PANE nel corpo di Cristo. Quindi partendo da questi due dei grandi fatti a cui ci appeniamo, abbiamo incominciato a riflettere, abbiamo riflettuto in questi mesi sul significato, sul perché, sulle motivazioni, sulle convenienze, convergenze tra questa scelta fatta da Cristo e il significato, il valore del PANE nel nostro contesto attuale come cibo. Qui ad esempio il sessantunesimo significato parla di cibo per tutti. Non siamo creature autosufficienti e che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci, e che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci. Non posso dire al mio corpo di di rendita di quello che ho dato un mese fa o un anno fa. Il mio corpo, seppur poco, però ha bisogno ogni giorno, e se salto un giorno salto due o tre giorni, però poi c'è bisogno di dare un alimento. Abbiamo bisogno continuamente di nutrirci. Era un PANE regalato per l'umanità, invece è stato mangiato solo da qualcuno. Questo anche per il cibo materiale, ma soprattutto anche per il cibo eucaristico. Gesù ha voluto offrirsi a tutti e per tutti. Per tutti è morto ed è risorto. E purtroppo ancora oggi, dopo duemila anni, abbiamo la situazione che poco più di un miliardo di persone, almeno lo conoscono, hanno sentito parlare di lui, l'hanno anche accolto facendosi batteggiare. Cercano di vivere, speriamo almeno un po', questa fede, però rimane sempre il fatto che altri cinque, sei miliardi di persone ancora non hanno ascoltato questo annuncio, non hanno sentito parlare di Gesù, e seppure l'hanno sentito, però non l'hanno accolto. E allora dobbiamo veramente, ecco, darci da fare perché almeno tutti, a tutti, possa arrivare il lieto messaggio della sua parola, del suo Vangelo. E l'amore questo di Cristo verso di noi, e l'amore nostro di Christi, nostro verso Cristo, non può accettare, non può sopportare una cosa di questo tipo. E quindi dobbiamo un po' pregare il Signore perché il suo regno, la sua parola, il suo Vangelo, possa arrivare ovunque. Certo, lui si aspetta da noi che gli diamo una mano, che collaboriamo a questa diffusione del Vangelo in quanto batteggiati, in quanto poi anche abbiamo ricevuto il sacramento della Crescita, in quanto molti di voi hanno ricevuto il sacramento del matrimonio, e in quanti anche, come me, abbiamo ricevuto il sacramento dell'Ordine, soprattutto nel terzo livello, nel terzo grado dell'Episcopato, come successori degli Apostoli. Il cibo non è proprietà privata, il cibo materiale, il cibo fisico, ma anche il cibo spirituale, il cibo eucaristico. Proseguiamo in questa nostra riflessione sui due piani, sui due livelli, mantenendo anche una complementarietà di aspetti e anche di approfondimenti. Ma provvidenza da condividere con la grazia di Dio. Purtroppo abbiamo ancora anche oggi tante e tante persone che muoiono di fame. Sì, è vero, questo coronavirus ha fatto morire tante e tante persone. Però non dimentichiamo anche le vittime a causa di tanti altri mali, tipo la violenza, tipo anche, soprattutto anche la fame, tipo anche tante altre cause che provocano la morte di tanti nostri fratelli e sorelle. Papa Francesco, nella Catechesi della fine marzo scorso, ebbe a dire così, solo l'eucaristia è in grado di saziare la fame di infinito e il desiderio di Dio che anima ogni uomo anche nella ricerca del fame quotidiano. Solo l'eucaristia. Papa Francesco qui ci ricorda quello che ebbe a dire Santa Rostino già a suo tempo, riconoscendo che nel cuore di ogni uomo c'è una fame, c'è una sete di infinito, e il nostro cuore non può essere saziato di questa fame, di questa sete di infinito, se non riposa in te, o Signore. Se non, noi possiamo aggiungere con Papa Francesco, se non viene saziata questa fame, questa sete di infinito dall'eucaristia. Solo l'eucaristia è in grado di mantenerci e di dare a questa nostra fame e sete una finalità e una soddisfazione. E il desiderio di Dio che anima ogni uomo anche nella ricerca del fame quotidiano. Dacci oggi il nostro fame quotidiano. Sappiamo bene che ci si riferisce al fame fisico di cui ha bisogno il nostro corpo, il cibo fisico materiale di cui il nostro corpo ha pur bisogno, ma si riferisce anche il fame quotidiano, si riferisce anche al fame dell'eucaristia, il cibo eucaristico che il Signore Gesù ha voluto regalarci. Altro aspetto, altro significato. L'unità eucaristica analogica. San Filario, in questo discorso sulla Trinità, ebbe a dire così. La naturale unità dei fedeli in Dio mediante l'incarnazione del Verbo e il sacramento dell'eucaristia. San Filario dunque qui vuole illustrare questa unità della natura dei fedeli nell'incarnazione con la sua corrispondenza, la sua relazione con il sacramento dell'eucaristia. E San Filario dunque afferma, è indubitabile che il Verbo si è fatto carne, e che noi con il cibo eucaristico riceviamo il Verbo fatto carne. E' un dato di fatto, che noi nella fede accogliamo che il Verbo, come ci dice San Giovanni, capitolo primo, versetto 14, il Verbo si è fatto carne, l'incarnazione, mediante la Vergine Maria. Lei ha dato il suo accenso, il suo fiac, perché questo si adempisse in lei, nel suo grembo, e il Verbo di Dio fosse concepito in lei per opera dello Spirito Santo. E che noi anche, è indubitabile, che noi con il cibo eucaristico riceviamo il Verbo fatto carne. C'è una continuità, e come ai tempi di Gesù, quando lui camminava nella vita pubblica, annunciando la parola di Dio, il Vangelo, era richiesta la fede, sia per riconoscere in quell'uomo, non semplicemente un uomo, ma il Figlio di Dio, e sia anche per accogliere la sua parola come parola di vita eterna. Era necessaria la fede. E così anche noi oggi. Anche a noi oggi è richiesta la fede, per riconoscere nel segno di quel pane il Verbo fatto carne, Cristo e Eucaristia, realmente presente, mediante il suo corpo, il suo sangue, la sua anima, la sua divinità, vero Dio, vero uomo. Tutto questo noi lo affermiamo nella fede, lo accogliamo nella fede, lo riceviamo nella fede, lo attualizziamo nella fede, e lo viviamo nella fede. E poi aggiunge ancora Sant'Ilario, perciò, come non si dovrebbe pensare che dimori in noi con la sua natura, colui che, fatto uomo, assunse la natura della nostra carne ormai inseparabile da lui, e unì... qui è una domanda che lui si pone, perciò, come non si dovrebbe pensare che dimori in noi con la sua natura, colui che, fatto uomo, assunse la natura della nostra carne ormai inseparabile da lui, e unì la natura della propria carne con la natura divina nel sacramento che ci comunica la sua carne. Lui assunse, il Verbo di Dio assunse la natura della nostra carne ormai inseparabile da lui, talmente inseparabile che dopodomani celebriamo l'ascensione di Gesù al cielo e, ascendendo al cielo, Gesù ha portato all'interno della Trinità niente meno che la nostra natura umana, seppure glorificata, risorta, e però effettivamente la natura umana, e quindi tutta quanta l'umanità, tutti quanti noi, che ci ritroviamo in anticipo, in una maniera specialissima, nell'unione di questa natura umana, ci troviamo lassù, all'interno della Trinità. Se uno ci pensa anche a questo è qualcosa di veramente grande e meraviglioso. Per non pensare poi anche a Maria, che lei, essendo assunta in cielo anima e corpo, ha portato la sua natura umana e il suo corpo glorificato all'interno del cielo, tra gli angeli e i santi, al cospetto della Trinità. Quindi abbiamo già un Getù all'interno della Trinità che ha portato la natura umana glorificata. Maria, con la sua assunzione anima e corpo, all'interno del cielo, è presente, ha portato la nostra natura umana. E allora, come non si dovrebbe anche pensare che Lui uni la natura della propria carne con la natura divina nel sacramento che ci comunica la sua carne? E qui è il mistero dell'Eucaristia. La natura della propria carne, la natura divina, che ci comunica, ci mette in comunione, ci dona la sua carne. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita, e la ha la vita eterna. Così Gesù ebbe a dire anche. In questo modo, tutti siamo una cosa sola, perché il Padre è in Cristo, e Cristo è in noi, nello Spirito Santo. Tutti siamo una cosa sola. E' questo che fa lo Spirito Santo in una maniera meravigliosa, sprepitosa. Da lunedì incominceremo anche nella nostra catechesi mattutina, anche a riflettere un po' sullo Spirito Santo. Chi è e cosa fa lo Spirito Santo? Anche perché poi, tra una decina di giorni, precisamente domenica 31 maggio, celebreremo la solelità di Pentecoste. E dunque la discesa dello Spirito Santo. E vogliamo dunque prepararci anche attraverso anche questa specie di novena, di settimana, in cui vogliamo conoscere, approfondire un po' di più questo grande dono che il Signore ci ha fatto, sia a cominciare nel giorno del nostro battesimo, e poi soprattutto nel giorno della nostra crescita. Per non dire poi, ogni qualvolta celebriamo anche un sacramento, c'è sempre l'azione dello Spirito Santo. E allora anche nell'Eucaristia siamo una cosa sola grazie allo Spirito Santo. Tutti siamo una cosa sola. Perché il Padre è in Cristo, e Cristo è in noi. Dunque egli stesso è in noi, per la sua carne. E noi siamo in Lui, dal momento che ciò che noi siamo si trova in Dio. Dio in noi, e noi in Dio. E questa è anche la realtà meravigliosa che sperimentiamo ogni qualvolta celebriamo l'Eucaristia. Questo Spirito Santo è il sacerdote, il celebrante, lo dice subito dopo la consacrazione. Mediante la potenza dello Spirito Santo fa che diventiamo un corpo solo e un'anima sola. Tutti noi che partecipiamo insieme a questa santa e divina Eucaristia. In che misura poi noi siamo in Lui, per il sacramento della comunione del corpo e del sangue, lo afferma egli stesso dicendo e questo mondo non mi vedrà più. Voi invece mi vedrete. Proprio nel Vangelo di quest'oggi, venerdì della sesta settimana di Pasqua, abbiamo letto proprio anche questo. Per un poco mi vedrete, per un altro poco non mi vedrete. E qui San Pilario riprende un po' queste affermazioni. Questo mondo non mi vedrà più. Voi invece mi vedrete. Perché io vivo, e voi vedrete. Perché io sono nel Padre, e voi in me, e io in voi. Certo, è di una profondità questo mistero che è veramente grandioso e sprezzitoso. Non riusciremo mai a comprendere appieno questo grande mistero di unità che si realizza nell'Eucaristia. L'unità di Dio con noi, di noi con Lui, l'unità fra di noi, l'unità anche con tutto il creato, con tutto l'universo. Perché quel pane e quel vino sono i frutti della terra, frutti dell'attività, del lavoro anche di noi uomini. E pertanto è veramente qualcosa di meraviglioso e di stupendo. Se voleva che si intendesse solo l'unione morale o di volontà, per quale ragione avrebbe parlato di una graduatoria e di un ordine nell'attuazione di questa unità? Io vivo, voi vedrete, io sono nel Padre, voi in me, io in voi. Per quale ragione avrebbe parlato di una graduatoria e di un ordine, di una gerarchia nell'attuazione di questa unità? Naturalmente, è chiaro, non ha voluto intendere solo un'unione di spirito, un'unione di opere, di azioni, un'unione di volontà. Tutte queste sono importanti, questi tipi di unioni. Ma Lui ha voluto anche un'unità eucaristica, un'unità che annasse per oltre anche queste unioni spirituali, morali e di comportamento, di azione, di volontà. Egli è nel Padre per natura divina. Ecco le graduatorie, le gerarchie. Il Figlio è nel Padre per natura divina. Noi siamo in Lui per la sua nascita nel corpo, nel corpo umano e nel corpo ecclesiale. Noi siamo in Lui perché siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, e lo sono tutti, e poi anche perché attraverso la fede e il Battesimo entriamo a far parte della famiglia dei figli di Dio, e quindi nel corpo che è la Chiesa, di cui Lui è il Capo. Egli poi è ancora in noi per l'azione misteriosa dei Sacramenti. Questa è la fede che ci chiede di professare. Secondo questa fede si realizza l'unità perfetta per mezzo del Mediatore. L'Educristo è l'unico Salvatore, è l'unico perfetto Mediatore tra Dio e noi. E ogni persona che vuole andare a Dio, in una maniera e prova, Dio gli ha messo a disposizione una via preferenziale, un'autostrada, che è quella del suo Figlio, che è quella di Gesù. Lui è il Mediatore. Lui crea questa autostrada unione tra Dio e noi. Le altre vie sono espressioni, sono, provano la loro fonte, il loro fulmine, in questa via eucaristica, in questa via che è Cristo Signore. Io sono la via, ha detto Gesù. Io sono la vita e la verità. Noi siamo uniti a Cristo, che è inseparabile dal Padre. Ma pur rimanendo nel Padre, Lui resta unito a noi. In tal modo arriviamo anche noi all'unità con il Padre. Lui fa da collegamento. Certo, lo Spirito Santo ci unisce a Cristo e fa sì che Cristo si renda presente in quell'ospia, in modo che la sua presenza è presenza reale, presenza la più completa, la più perfetta di Dio in mezzo a noi. Per questo che anche noi affermiamo, nella fede cristiana, si afferma che tra tutti i sacramenti, il sacramento più importante, più completo, è quello dell'eucaristia. Il Battesimo apre le porte, però apre le porte per andare a celebrare l'eucaristia e non andare a celebrare l'eucaristia come turisti, come ospiti, come stranieri, ma grazie al Battesimo entriamo a celebrare l'eucaristia come figli di Dio. Questa è la novità e questo è il grande dono che il Signore ci mette a nostra completa disposizione. E così arriviamo all'unità col Padre per mezzo di Cristo morto e risorto, eucaristico, nell'amore e nella comunione dello Spirito Santo per intercessione di Maria e di tutti i nostri Santi del Cielo. Infatti Cristo è nel Padre, connaturalmente. Vedete come anche qui Santillario usa dei termini che richiederebbero una spiegazione che oggigiorno facciamo anche difficoltà un po' a comprendere, perché forse non abbiamo quella familiarità, quella competenza che ci viene dalla cultura o dalla nostra preparazione, perché da Lui generato, il Figlio di Dio è generato Figlio unigenito del Padre, connaturale al Padre. Ma sotto un certo punto di vista anche noi, attraverso Cristo, siamo connaturalmente nel Padre, perché Cristo condivide la nostra natura umana, e questa natura umana se l'è portata su, nel Cielo, all'interno della Trinità. Dunque, giustamente, Santillario anche dice che sotto un certo punto di vista anche noi, attraverso Cristo, siamo connaturalmente nel Padre, perché Gesù ha questa natura umana, insieme alla natura divina, grazie alla sua risurrezione, alla sua ascensione. È un po' difficile un po' il discorso, penso, che Santillario ci propone questa sera, però penso che sia anche giusto che abbiamo anche a cogliere certi aspetti un po' difficili per non cadere nel tranello di considerare la fede cristiana come roba da bambini, roba che, una volta conosciuti da bambini, ormai non abbiamo più bisogno di approfondire, da crescere, e allora la difficoltà dovrebbe stimolare anche in noi il desiderio di conoscere sempre di più questa nostra fede, i contenuti di questa nostra fede. Dovrebbe stimolare in noi la preghiera di invocazione. Signore, io credo, ma Tu aumenta la mia fede, e dovrebbe anche creare in noi il desiderio di cercare momenti, spazi, luoghi dove possiamo approfondire un po' questa nostra fede, attraverso non solo una ricerca personale del Pai da Te, ma ad esempio attraverso la Catechesi, che nelle nostre parrocchie, nelle nostre diogesi, e certo in questi mesi è venuto un po' tutta a mancare questo. Però attraverso i mass media, come ha fatto anche il Vescovo, come sta facendo anche il Vescovo in queste Catechesi, attraverso internet, attraverso webinar, in modo virtuale, questi collegamenti, che non sono certo la perfezione, perché voi vedete me, ma io non vedo niente, nessuno, se no una telecamerina davanti a me. Però almeno attraverso il collegamento webinar, attraverso Madrid, posso almeno sentire le vostre voci, o almeno ascoltare anche le vostre riflessioni, via chat. Però certo, speriamo che quanto prima, adesso certo andiamo verso l'estate, quindi è tradizione ormai che col mese di giugno, luglio, agosto, vengono un po' sospese un po' anche le Catechesi. Però speriamo che a settembre abbiamo la possibilità di riprendere col nuovo slancio e che anche questo coronavirus ce lo consenta. E' ancora Sant'Ilario che ci offre ancora qualche illustrazione, meditazione. Come si debba intendere poi questa unità connaturale nostra? Lo spiega lui stesso. Chi mangia la mia carne, beve il mio sangue, dimora in me, e io in lui. Nessuno sarà in lui, se non colui nel quale gli stesso verrà. E noi l'accoglieremo come nostro cibo, perché il Signore assume in sé solo la carne di colui che riceverà la sua. Assume in sé solo colui, solo la carne di colui che riceverà la sua. Vedete quanto Sant'Ilario è anche profondo in questa sua discorso, in questa sua meditazione. Il sacramento di questa perfetta unità l'aveva già insegnato più sopra dicendo, come il Padre che ha la vita ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me, vivrà per me, grazie a me, vivrà con la finalità che potrà donare tutta la sua vita a me, come io dono la mia vita a te. Così dice Gesù. E chi vive in virtù del Padre. E noi viviamo in virtù della sua umanità, così come egli vive in virtù del Padre. Sant'Ilario, io non ho avesso presente quanto tempo fa hai vissuto, ma almeno più di mille, mille cinquecento anni fa, penso che, eppure vedete come già allora aveva tematizzato, aveva illustrato, con parole molto anche forti, questo discorso dell'unità eucaristica, mettendola in riferimento all'unità dell'incarnazione, ma soprattutto all'unità trinitaria. E allora abbiamo questi tre poli, unità trinitaria, unità d'incarnazione, unità eucaristica. Sono legate insieme tutte e tre. E vedete come Sant'Ilario cerca appunto di collegarle. Dobbiamo rifarci alle analogie per comprendere questo mistero. Sì, mistero è. Ma quando parliamo di mistero, intendiamo una realtà talmente grande, talmente profonda, che abbiamo bisogno continuamente di conoscerla. Guai se pensassimo mistero dunque non esiste. No, è una realtà così grande, così immensa, così luminosa, così splendente, che la nostra piccola mente deve fare continuamente uno sforzo di crescita, di approfondimento. La nostra vita divina si spiega dal fatto che in noi uomini si rende presente Cristo mediante la sua umanità. E mediante questa viviamo di quella vita che egli ha dal Padre. È la stessa vita che circola dalla Trinità all'incarnazione a noi per ritornare di nuovo al Padre. E allora, e l'inno l'abbiamo già pregato e vissuto insieme già la volta scorsa, e allora mi permetto ora di richiamare un po' tutti i 62 punti, aspetti, che ci siamo un po' da ottobre fino ad oggi cercato di, non dico di illustrare, ma almeno di accennare. Ecco un po' l'indice. Anzitutto siamo partiti un po', se ben ricordate, a ottobre, con l'importanza del pane nell'antichità, e ne in alcune varie culture di allora e di adesso. Poi, sull'avvento del cristianesimo, abbiamo cercato appunto di cogliere questi vari significati importanti del pane, e abbiamo cercato di, anche questi, anche solo di accennarli. Abbiamo anche detto che ognuno di questi 62 significati sono legati l'uno all'altro, sono complementari. Dovremmo vedere, come adesso, queste sintesi, questi 62, come un grande mosaico formato da 62 tasselli. E nel mosaico ogni tassello prende significato valore dagli altri tasselli, e nello stesso tempo dona anche valore, significato, agli altri tasselli. E dunque, ecco, vorremmo vederli un po' così, l'uno collegato all'altro, l'uno che integra, completa, che richiede l'altro. E allora, leggiamoli anche solo questi, uno dietro l'altro, questi significati, che, torno a dire, abbiamo solo accennato, non ho certo preteso di approfondire e di esaurire l'argomento di ognuno di questi significati. Il pane, segno di Dio stesso, segno di ogni dono divino, richiama il mistero pasquale, richiama l'unione con Cristo e tra di noi, richiama lo status del pellegrino, richiama alcuni aspetti dell'amore. L'ospia bianca richiama la purezza, richiama l'incarnazione. È frutto della terra e del lavoro dell'uomo, dato a tutti, che ha una prefigurazione nella manna. Il buon profumo del pane, il pane del cielo, pane azzimo, perché? Chi Cristo, chicco di grano. Due pani, mense, l'unità, la mensa della parola, la mensa del pane eucaristico, unità fra i due. Pane per essere mangiato, ma non solo, per essere adorato, adorato. Ecco perché anche noi in questi tre mesi di pandemia, ogni sera, abbiamo cercato di esprimere la nostra adorazione nei confronti di Cristo solennemente esposto qui nella cappella del Palazzo Vescovile, qui nello sensorio. Pane eucaristico indica l'insufficienza del pane materiale. Il pane segno della nostra debolezza e della potenza di Cristo. Chicco dalla famiglia e alla famiglia, il chicco di grano. Chicco sfiga, simbolo di fertilità. Grano, segno di ricchezza, a cosiddetta come in alcuni paesi si dice la grana. Soldi, segno di ricchezza. Pane e nutrimento. Qui abbiamo approfondito quattro aspetti complementari. Concorporeo e consanguineo di Cristo. Anche queste sono espressioni che abbiamo cercato di spiegare almeno superficialmente. Il pane dà forza alla carità. Pane, cibo ordinario quotidiano, prefigura la straordinaria gloria del cielo. Il pane e i due corpi di Cristo, il corpo eucaristico, il corpo ecclesiale, e poi c'è anche il corpo fisico. Pane e eucaristia, cibi indispensabili. Pane, cibo scandaloso. Il pane del perdono. Pane, situazioni di vita. Pane, parola di Dio. Pane e regno di Dio. E ospitalità. E benedizione divina. Pane e bisogni immediati e definitivi, dal pane eucaristico al pane reale. Pane speciale. Segno della potenza di Dio. Pane della condivisione dei beni soprattutto spirituali. Pane e segno del bisogno. Nel pane eucaristico Dio stesso è dono e donatore. Dono e donatore. Pane dell'amarezza. Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Pane non virtuale spirituale, ma reale. Dalla condivisione del pane alla condivisione del proprio tempo, dei propri talenti, dei propri doni. La fragranza del pane e la solidarietà. Richiama Giuseppe, dell'Antico Testamento, e i granai del regno di Dio. Il pane eucaristico, il migliore. Il pane del cosmo. Pane corpo di Cristo nella duplice realtà. Eucaristia, un cibo e un posto. Il pane e le mani dell'uomo. Pane e lavoro. L'incontro di due azioni, verticale e orizzontale. Pane mangiatoia vetelenne. La grandezza di Cristo pane. Un pane dagli effetti speciali. Cibo. Gesù eucaristico. Cibo eucaristico. La radice della vita cristiana. Pane dei laici. Cibo per tutti. Unità eucaristica analogica. Ecco, abbiamo un po', dato almeno una visuale panoramica di tutti questi vari elementi, tasselli, significati. Voi, chi non avesse partecipato un po' a tutte le nostre catechesi, voi potete trovare tutto questo, anche tutti i nostri incontri, le nostre catechesi del venerdì sera, nel sito internet, che se voi andate, se voi tenete presente quell'allegato che vi ho inviato ieri, mi pare, o altro ieri, lì verso la fine è indicato anche come raggiungere un po' le catechesi degli anni precedenti. C'è un link che lì vi indica come arrivare a queste catechesi. E le trovate, qui grazie anche all'aiuto del nostro tecnico Mirko, voi le trovate già anche un po' tutte quante, tranne le ultime, le ultime 3-4 catechesi, ma tutte le altre le trovate già sul sito internet e potete leggerle, e potete anche condividerle con gli altri, con calma, quando avete un po' di tempo e quindi potete un po' alla volta gustarvele, riprendervele. Ecco, naturalmente trovate solo la catechesi, cioè del venerdì, quella dalle sette alle sette e tre quarti, non trovate invece le domande e le risposte. Questo anche per una questione di privacy, non abbiamo voluto presentare le domande, le riflessioni, perché avrei dovuto chiedere un po' a tutti quelli, soprattutto che sono intervenuti, con la loro voce, se non d'accordo lì. Ma abbiamo preferito quindi fare questa scelta, anche per una questione di privacy. Bene, allora a voi la parola anche per queste vostre riflessioni e vostri interventi. Grazie.