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Viola

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Rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeith gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn yn gweithio'n fawr iawn, ond rwy'n gobeithio y byddwn sono Viola Carducci e faccio parte della quarta B del liceo delle scienze umane e oggi parlerò di due opere, una realizzata durante il periodo del rinascimento e l'altra durante il periodo della Shoah. Parto con l'indirica e dopo il successo della Mossa Gray il MEI ha aperto la sua sede espositiva nel dicembre del 2017. Questa data segna un passaggio cruciale nella crescita del museo. Il rinascimento parlaebraico illustra per la prima volta la vicenda del dialogo tra gli ebrei e la società circostante che era principalmente di cultura cristiana. La prima opera di cui parlerò fa parte del periodo rinascimentale e il suo titolo è Medaglia di grazia nazi la giovane. E' stata realizzata circa nel 1558 da Pastorino Pastorini ed e' oggi conservata a Parigi. La domanda che viene posta riguardo a quest'opera e' il duca o la principessa? Per spiegarla bisogna però prima fare riferimento al contesto storico. Nelle attestazioni ferraresi e' risolta importante la voce delle donne ebree. Possiamo dire che il matrimonio, le doti e l'eredita' sono le storie attraverso cui il mondo femminile entra piu' largamente nei resoconti e negli atti notaribili. Far valere i propri diritti di promesse spose e vedove e' risolto un compito difficile. Ci troviamo di fronte a personalita' volutili che si impongono su una scena, quella degli affari e patrimoni, ovviamente di prevalenza maschile. Sono presenti però anche spazi del tutto o quasi femminili. In 19 ottobre del 1479 l'ebrea consola, tutrice di Stella e Rosa, agisce per recuperare la propria dote dai beni di suo marito, Israele, investiti nel banco di campo in distretto di Vicenza. Insieme alle doti di altri due ebrei, Sara e Fresca. Tutto ciò teme un pacifico accordo tra le donne coinvolte, cioè si mette una contrattualita' parallela a quella maschile. Nel 1453 il vescovo di Ferrara fa promettere a Salomone, un ebreo, che segnalera' le eventuali riapparizioni dei suoi due nipoti, Anna e Consola, fuggiti dopo essersi convertiti al cristianesimo. Nel caso però in cui Salomone non dovesse denunciarle, egli dovra' pagare l'esercimento di 208 cati d'oro. Beatriz de Luna Aglias Grazianassi nel dicembre del 1548 compare come una meteora nella citta' estense. Rimane per poco, ma lascia di se un indelebile ricordo del storio grafico. E' nata a Lisbona nel 1510 da una famiglia ebraica che però si converte forzatamente al cristianesimo. Nel 1528 sposa Francesco Menders, però dieci anni dopo arriva a Rarvedova, cosi' proprio come la sorella Brianda, che era sposata con Diogo Menders. L'inquisizione e Maria d'Asburgo si interessano alle fortune di Menders, per questo motivo Beatriz fugge nella tollerante Venezia, insieme a sua figlia e sua sorella, anche quest'ultima con la propria figlia. Essi si muovono al livello piu' alto della societa', adulata anche dal governo di Venezia. Vengono stessi corteggiati da uomini di alto rango, il maggiore interesse però era ovviamente il loro denaro, e veniva tralasciato il fatto che erano rimasti ebrei dietro la facciata della conversione. Brianda e Beatriz sarebbero mostrate un'altra sfera di collegamento con il rinascimento. Si tratta dell'ambiente dei conversos, detti anche marranni, giunti in Italia da Spagna e Portogallo. Questi erano affuggiti dalle persecuzioni, cristiani al loro valgrado, e erano altrimenti in bilico tra appartenenza ed esclusione. Proprio per questo vengono benvesti da stati e statarelli italiani, in cerca di riscatto economico in tempi di mercati difficili. A dividere Beatriz e Brianda è la gestione del patrimonio familiare, che Beatriz cerca di accaparrarsi. Brianda ovviamente si oppone, e porta il conflitto davanti alle proprietà veneziane. Beatriz dopo questo litigio fuggirà a Ferrara, e ad accoglierla ci sarà il Ducal Ercole II. Beatriz qui inizia a farsi chiamare Grazia Nasi, gestisce gli affari internazionali e protegge la stampa e gli scrittori. Qui viene introdotta la Bibbia ebraica e spagnola, e sono presenti due edizioni, una è dedicata a Ercole II e una alla stessa Beatriz. In ebraico la parola Nasi significa principe, perciò ci si chiede chi prevale sull'altro, il duca o la principessa. Nell'anno del 1553 la società di Ferrara ha due patroni e protettori, uno maschile e l'altra femminile, uno cristiano e l'altra ebrea, questo è proprio ciò che raffigura il rinascimento. L'altra opera di cui parlerò invece riguarda il periodo della Shoah. L'opera che ho scelto è un ritratto di una giovane ragazza, realizzato da Leo Prochovnik. Prima di spiegare quest'opera vorrei però dare qualche informazione in più dell'artista per stegare il contesto storico. Egli è nato il 18 giugno del 1875 ed è stato un pittore, incisore e illustratore tedesco di figure, paesaggi e marine. Nel 1925 Leo Prochovnik entra in contatto con intellettuali ebrei attraverso il lavoro di sua moglie Gertrude, che aveva rivelato il gruppo di lavoro per i certificati di lavoro ebrei a Berlino. Egli ha realizzato una serie di ritratti di giovani ebrei incontrati nella casa del popolo ebraico. Originariamente era prevista l'edizione in libri di ritratti. Egli morì poi nel 1936 dopo una lunga malattia, mentre sua moglie Gertrude sopravvisse all'era nazista, nascondendosi con Joanna, ed emigrò a Londra attraverso l'Australia. Alcune opere di Prochovnik furono ritrovate poi nel seminterrato dell'ospedale ebraico di Berlino, dopo la Seconda Guerra Mondiale. L'opera di cui ho deciso di parlare si tratta di un disegno fatto a mano, creato con l'acquarello. I materiali che sono stati utilizzati per realizzarlo sono il carabonzino, la matita e la carta. E' stata realizzata circa nel 1934 e nel 1935. Quest'opera è oggi conservata nel museo di Berlino, l'altezza di circa 44 cm e la larghezza di 31,8 cm. Questo ritratto fa parte di un set di dati collettivi che riguardano l'accolto di disegni giovani ebrei sulla Ashara. La ragazza che viene rappresentata in questo disegno potrebbe essere Jackie Stiller, ovvero una giovane ragazza ebrea. La ragazza, con il suo sguardo, sembra essere rassegnata al suo destino ed è proprio questo il motivo per cui ho scelto quest'opera. Proprio il suo sguardo mi ha colpito molto.

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