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redigio.it/dati2511/QGLN1018-suore-campane.mp3 - Quando a Milano erano le suore a suonare le campane - RF-352 - 4,35

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www.readyjoe.it e la storia continua Quando le suore suonavano le campane a Milano Molti e veneranti erano i cenobili che fiorivano a Porta Nuova, concentrati soprattutto in quella che oggi è la via Monte di Pietà e che proprio per questo si chiamava un tempo Contrada dei Tre Monasteri, dove oggi vi si affaccia la mole bozzuta della Cade Sass, come i milanesi amano chiamare la cassa di risparmio, e sorgeva il convento con annessa chiesetta delle cappuccine di Santa Barbara. Dall'altro lato della via, sull'area dell'attuale Monte di Pietà, stavano quei loro chiostri francescane di Santa Chiara, alla cui sinistra fiorivano quelli di Santa Maria di Vedano, che si estendevano fino all'odierna via Fratelli Gabba e verranno intitolati a Sant'Agostino, quando nel 400 alle locali omigliate subentreranno le Agostiniane. A destra del cenobbio di Santa Chiara si impostava quello delle omigliate di Biassonno, un bel miscuglio di monache, non c'è che dire, con conseguenze toponomastiche mica da niente. Già, perché sul principio la Contrada fu detta dei Tre Monasteri, solo nel tratto di Ponente, nel restante chiamandosi di Sant'Agostino, dal nome del cenobbio che vi sorgeva. Più tardi il titolo dei Tre Monasteri fu esteso all'intera Contrada. In attesa di assumere l'attuale denominazione, ai primi dell'Ottocento, nel frattempo alcune Agostiniane, desiderando attentamente abbracciare la regola di San Francesco, ottennero di aggregarsi alle Cappuccine di Santa Barbara. Senza dubbio un bel salto di qualità, essendo noto che le Cappuccine di Santa Barbara accoglievano il fiol fiore della novità milanese, mentre loro non avevano mai superato il livello della buona borghesia. Le più umili, si sa, erano le francescane zoccolanti di Santa Chiara, che annoveravano tra le proprie file le donne del popolo. Sfumature di classe sociale che si traducevano nel suono delle rispettive campane, o se preferite, nel modo di usare il battaglio, in dialetto il battagiar. Così, mentre le campane delle Cappuccine avevano un suono grave e solenne, quelle delle Agostiniane mandavano uno squillo più acuto. Stridolo e chiassoso era il suono delle zoccolanti. Ma per chi aveva la sventura di abitare nei paraggi tutti questi suoni, erano ugualmente molesti e insopportabili. Così, il poeta Carlo Antonio Tanzi, 1710-62, che non riuscendo a chiudere occhio, si augurava che, a furia di tirarle, una buona volta qualcuna di quelle corde si spezzasse con le conseguenze rovinose che face immaginare. Oh, Tuzan, sti vostri campani hanno rotto la devozione. Tutti quanti il Santo Dio, fino all'ora del dormire, possono rompere sempre la corda o la monaca balorda che ha tanto gusto a battaggiare. Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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