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In this podcast, Antoine Duanel talks about the sudden changes in life. He describes how, in the early days of his career, the telephone had a powerful aura and its ring was like a command. As a child in Berlin in the 1900s, Benjamin felt helpless and frightened by the phone's unsettling power. It was misunderstood and isolated, hidden away in the corner of the hallway, where its ring amplified the horrors of the apartment. When he finally reached the phone, he would surrender to the voice on the other end, unable to resist its violent assault. The phone would take away his sense of time, duty, and purpose, leaving him powerless to any proposal that came through it. Interferenze, un podcast di Antoine Duanel sugli improvvisi cambiamenti della vita. All'inizio della sua carriera, il telefono era avvolto in un'aura di potere ineluttabile. Il suo squillo era come un ordine imperioso. In infanzia berlinese, intorno al 1900, Benjamin descrive come da bambino si sentisse inerme dinanzi alla potenza inquietante dell'avvarecchio. A quell'epoca il telefono se ne stava, incompreso ed esiliato fra il gasometro e il cassone della biancheria sporca, in un angolo del corridoio più interno, da dove il suo squillo aumentava gli orrori dell'appartamento berlinese. Quando io, quasi più padrone dei miei sensi, dopo lungo brancolare per il cubo cunicolo, arrivavo a bloccare quel tumulto, mi consegnavo senza remissione alla voce che mi arrivava. E nulla mitigava la tremenda violenza con cui mi assaliva. Impotente, pativo che mi sottraesse la coscienza del tempo, del dovere, dei propositi, che annullasse la riflessione, e come il medium obbedisce alla voce che di lui si impossessa dall'aldilà, così io mi arrendevo a qualsiasi proposta che mi giungesse attraverso il telefono.