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PODCAST N.18 AMICI? (I PARTE)

PODCAST N.18 AMICI? (I PARTE)

Evaristo TisciEvaristo Tisci

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Un pó romanzo, un pó realtá....

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Transcription

Carlo was waiting for Marta at the bar, sipping on a drink. She entered the venue, walking confidently with her stylish outfit and beautiful hair. Marta's beauty was not just external, as she had a sunny and genuine personality. They greeted each other and Marta complimented the place. They discussed what to eat, with Marta preferring traditional cuisine. Carlo insisted on paying for the dinner as a treat for himself to spend time with Marta. After some back and forth, Marta's expression turned slightly melancholic. Carlo la stava aspettando poggiato al bancone del locale, mentre sorseggiava un aperitivo. Poco dopo la vide entrare, in controluce alla fine del lungo corridoio, con le vetrate in fondo e sul lato destro, e che lasciavano filtrare dei sottili raggi luminosi del tardo pomeriggio primaverile, come fossero proiettori colorati ad illuminare la sua figura a sfilare in quella sorta di passerella estemporanea. Camminava tra le due file di tavolini con il suo andamento sicuro ed elegante, col giacone e la borsa al braccio, una gonna in tinta unita e una camicetta di seta colorata, il tutto a fare da contorno ai suoi capelli castani, mossi e voluminosi, che le donavano un'aria di aristocratica classe e di spontanea naturalezza al tempo stesso. Un filo di trucco leggero era più che sufficiente, quasi superfluo tanto l'intensità delle sue espressioni bastavano a rendere evidente il suo fascino. Ma la sua bellezza non era solo esteriore, perché Marta era una donna solare, intelligente e genuina, e questo in qualche modo traspariva dalle sue movenze, e raggiungeva anche chi non la conosceva personalmente. Arrivò aumentando l'andatura e aprendo quel suo sorriso gioioso, acuito dallo stringersi delle palpebre che donava a chi lo avesse visto una sensazione di armonia come null'altro al mondo. — Ciao, Carlo, è tanto che aspetti. Scusa, ma il traffico oggi è peggio del solito. — Ciao, Marta, non ti preoccupare. Anch'io sono arrivato da pochi minuti. Come stai? Lei iniziò a parlare con quella voce e quel tono da ricordare le grandi dive del passato, alternandolo un attimo dopo a quello più acuto, tipico delle adolescenti che, ridacchiando, emettono suoni che sembrano musica jazz. E sempre con quel suo sorriso che tanto inebriava gli occhi e il cuore. E Carlo si perse in tutto questo, al punto da non essersi accorto della domanda di Marta. — Come scusa? — Ti stavo dicendo. Bello questo locale, non lo conoscevo. Ma cosa si può mangiare? — Beh, un po' di tutto. C'è pure chi fa, ecco, l'aperitivo... — No, è una parola orribile, proprio non ce la faccio a pronunciarla. Diciamo un aperitivo rinforzato. — Non fa per me, io andrei sulla cucina tipica. — Fantastico, andata. — Oh, Carlo, però si paga la romana. — No, ti prego. Permettimi di offrirti questa cena. In fondo è più un omaggio che faccio a me stesso per l'opportunità di passare del tempo in tua compagnia. Ma no, dai. Dopo il breve e scontato tira e molla con resa finale, sullo sguardo di Marta scese un leggero velo di malinconia.

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