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redigio.it/dati2511/QGLN1026-Varano-risorse-01.mp3 - Varano Borghi e la sapiente utilizzazione delle risorse naturali - 5,56 - - AUDIO -
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Varano Borghi and the wise use of natural resources. The Borghi family, besides developing the industrial complex, also planned the vast property, utilizing the traditional resources offered by the area. The main activity of Varano's residents was connected to the natural environment, such as the lake and surrounding areas, which were populated with various species of fish and game. They maintained the water level of Lake Comabio to ensure the survival of the canal Brabbia, allowing the old mill, now transformed into an office, to power machinery with water. Later, they began exploiting the waters of Lake Comabio and Lake Monate, which became an additional economic source for the family. They established a fish farm in 1898 and imported new fish varieties to the lakes. The Borghi family also cultivated aquatic and marsh plants for commercial purposes. They established a cooperative to protect the productivity of the lakes, which set rules for fishing. The fish were then sold fresh, smo www.redigio.it e la storia continua. Varano Borghi e la sapiente utilizzazione delle risorse naturali. La famiglia Borghi, oltre ad occuparsi del continuo sviluppo del complesso industriale, si vedeva impegnata in una sapiente pianificazione dell'immenso territorio di proprietà, sfruttando ed ottimizzando quelle che erano da sempre state le tradizionali risorse offerte dal luogo. L'attività principale degli abitanti di Varano è stata, per lunghi periodi, legata proprio all'ambiente naturale che circonda l'abitato, il lago e le zone rimetrofe, che erano popolati da molte specie ittiche e di selvaggina. La prima iniziativa nei confronti delle risorse naturali del luogo riguardava il mantenimento del livello delle acque del lago di Comabio, per garantire la sopravvivenza dell'unico emisario del bacino, il canale Brabbia, permettendo al vecchio murino, trasformato in ufficio, di far funzionare i macchinari grazie alla forza motrice dell'acqua. Solo più tardi si assistette allo sfruttamento vero e proprio delle acque dei due laghi di Comabio e di Monate, acquistati nel 1864 dal vescovo di Pavia, diventando questi un'ulteriore fonte economica per la famiglia, in aggiunta al già avviato cotonificio. Dopo le ragguardevole quantità e qualità di pesci presenti in queste acque, nel 1898, a opera di Pio Borghi, sorse la Piscicultura. Intorno al 1905 i Borghi affidarono la gestione dei laghi all'ingegnere Cesare Besana, dando il via a un complesso programma di ripopolamento delle acque, e durante la sua gestione, che durò fino al 1928, vennero importate e introdotte nuove varietà etiche europee e americane, quali il persico Trota, il Boccalone, la Sandra, il persico Sole, il Goeb, la Carpa e il coregone Maraena, in aggiunta a quelle già presenti, quali la Tinca, il persico Grosso Comune, l'anguilla, il pesce bianco, il Lucio e la Trota. In seguito si iniziò anche l'allevamento in un cubatoio di Salmonidi, con Avanotti e del Nove Lame, oltre all'allevamento di Troterelle da porzione e di Carpe in vasche rettangolare da vendersi anche vive. E è per proteggere la grande produttività dei laghi che i Borchi costituirono una cooperativa che riuniva tutti i pescatori della zona. La cooperativa dettò precise regole di comportamento, elencate in un apposito regolamento, alle quali tutti i pescatori dovevano sottostare. Queste riguardavano principalmente la lunghezza minima dei pesci da pescare e il divieto di pesca, compiuta con l'uso di barche e attrezzi di proprietà collettiva durante l'incubazione. Il pesce pescato veniva poi consegnato ad appositi funzionari che dopo averne registrato la quantità e qualità, lo mettevano in commercio fresco, affumicato o marinato. La fumicazione e la marinatura delle anguille, del codegone, degli agoni e del salmone, i quali nel processo acquistarono un bel colore d'oro e uno squisito sapore, vengono rinchiusi in eleganti scatole litografate e si vendono sul mercato nazionale e all'estero. I borghi diedero vita anche a un'altra attività importantissima per il patrimonio vegetale del lago, la coltivazione delle piante acquatiche e palustri, sia esotiche che rustiche a scopo commerciale. Ninfe, dal profumo dolce e intenso e dagli svariatissimi colori, dal bianco candido a rosa, al giallo, rosso scuro più intenso, al celeste graduato, al blu, al lila, delle neilumbie, dalle foglie intersecante di fiori, elevantesi imponenti sopra le acque e delle più svariate qualità di altre piante acquatiche e palustri. Ma questa storia non è finita perché continua con la prossima puntata. www.redigio.it E la storia continua.